lunedì 20 maggio 2019

Blogtour "Il silenzio dei miei passi" - tappa N° 3

Buongiorno Amici dei Libri, come state?

E' da un bel po' che non ci si vede da queste parti ma oggi vi racconto qualcosa che ha dell'incredibile!

Come forse qualcuno di voi saprà, più di un anno e mezzo fa ho avuto il piacere di incontrare Claudio Pelizzeni dopo aver letto il suo libro "L'orizzonte ogni giorno un po' più in là", all'interno del quale viene raccontata la storia del suo viaggio a piedi intorno al mondo.

Oggi posso raccontarvi del secondo libro di Claudio, quello in cui racconta di una nuova, incredibile esperienza, che lo ha portato a percorrere il Cammino di Santiago partendo da Bobbio, suo paese, in provincia di Piacenza.

Ci tengo a ringraziare Marta di Voglio essere sommersa dai libri per aver realizzato tutte le grafiche per il nostro blogtour!




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«Sono un pellegrino sul Cammino di Santiago di Compostela. Ho scelto di percorrerlo facendo voto di silenzio: pertanto tu parlami, ma io potrò comunicare con te solo scrivendo.» Con questo biglietto, scritto in cinque lingue, Claudio Pelizzeni ha percorso a piedi gli oltre duemila chilometri che separano Bobbio, nell'Appennino piacentino, da Santiago di Compostela. Tantissime sono le persone che ogni anno intraprendono «il Cammino», il viaggio per eccellenza: c'è chi lo fa come pellegrinaggio della fede e chi lo affronta in chiave laica, come tappa simbolica di un percorso personale o, più semplicemente, come esperienza immancabile nel curriculum di un viaggiatore che si rispetti. Per Claudio, che dopo aver attraversato il mondo senza aerei è diventato uno dei più famosi travel blogger italiani, il Cammino di Santiago ha rappresentato un ritorno alla purezza del viaggio: «gli incontri, le persone, la vita, quella vera. Camminare lento, secondo le stagioni e il ritmo del sole». È stato un disconnettersi dal mondo virtuale che ormai segna le sue - e le nostre - giornate, per tornare ad ascoltare se stesso, il suo corpo e i suoi pensieri. Senza parlare, per aprirsi totalmente agli altri: pronto ad accogliere le storie di chi avrebbe incontrato lungo la strada. Se è vero che il viaggio è metafora della vita, nel Cammino la vita ritrova la sua essenza: affrontare la solitudine ma anche condividere col prossimo; accettare la sofferenza del corpo ma anche emozionarti per le cose più semplici; metterti in dubbio e credere in te stesso, cadere e rialzarti mille volte, pur di raggiungere quella meta, quel sogno che ti guida come un faro. «Perché la forza non è nei tuoi passi, ma dentro di te.»

Credo si possa immaginare quanto le storie di Claudio siano in grado di coinvolgere: sentirlo raccontare tutte le esperienze vissute, le gioie e le difficoltà che viaggi come questo procurano è emozionante e arricchisce moltissimo. Più di una volta, durante la lettura di questo libro, mi sono ritrovata a desiderare di intraprendere un percorso analogo, a pensare di aver bisogno di vivere momenti come quelli che ha vissuto lui.

Come vi anticipavo, Claudio è partito dalla piccola Bobbio e ha intrapreso un viaggio che lo ha portato fino a Santiago di Compostela, incontrando panorami e luoghi mozzafiato, difficoltà fisiche e psicologiche e, soprattutto, persone con le quali, però, ha potuto interagire unicamente a gesti; questo perché una sua fortissima necessità di riprendere il contatto con se stesso, per poi poter ristabilire quello con il mondo che lo circonda, lo ha portato ad intraprendere il cammino facendo voto di silenzio. Immaginereste mai che sia possibile? Beh, lo è.

Di questa storia mi ha colpito tutto ma, in particolare, proprio la miriade di approcci diversi che gli anno riservato coloro in cui si è imbattuto: Claudio ha portato con sé un biglietto scritto a mano, in più lingue, che spiegava la sua condizione di Pellegrino che ha fatto voto di silenzio, così da riuscire con meno difficoltà a farsi capire dagli altri. E' stato interessante sapere come ha reagito ognuno di loro, scoprire "insieme" a Claudio un'infinita varietà di caratteri e modi di relazionarsi, alcuni positivi e memorabili, altri scostanti e anche un po' ignoranti.

Come le mie colleghe che partecipano a questo evento, e grazie alla splendida idea che ha avuto Regin del blog Regin La Radiosa, ho scelto una tappa del cammino che mi ha colpita particolarmente, e con cui sono entrata più in empatia. Ancora all'inizio dell'avventura, Claudio arriva a Genova che, oltre ad essere una delle mie città del cuore, è stata recentemente colpita da una delle disgrazie per mano dell'uomo che io riesca a ricordare, per non dire che sia mai avvenuta.


Genova è una città piena di colori e del profumo del mare, un luogo magico fatto di caruggi stretti e misteriosi e di storia.
Quando Claudio vi è arrivato però ha visto e sentito anche qualcos'altro: dolore, stupore e paura.


Il Ponte Morandi è interrotto, crollato ormai da più di un mese, e anche il respiro di Claudio è mozzato. Quello che è successo ha portato via al mondo più di venti vite, oltre che il sorriso a molte, moltissime persone in più.
Claudio era in viaggio in Perù, quel giorno, e vedere la notizia al telegiornale in un luogo così lontano da casa sua gli ha fatto capire subito che si trattava di un disastro di portata non indifferente.

Ho provato ad immaginare che cosa si possa provare a trovarsi davanti ad una visione del genere, che nulla ha a che fare con i panorami spettacolari e i sentieri da percorrere. Non ci sono riuscita o, per lo meno, non fino in fondo, ovviamente.

C'è da menzionare però anche ciò che di positivo ha incontrato Claudio, come il barista genovese che, tra un intercalare e l'altro ("bélin che cosa pazzesca stai facendo!"), gli ha manifestato solidarietà e stima, essendone autenticamente trasportato.

Il tratto di percorso iniziato con Genova termina ad Arenzano, cittadina in cui ho passato i primissimi anni della mia vita, e che Claudio ha descritto con poche, semplici ed impattanti parole, luogo dove si accamperà per la notte nell'attesa di scorgere una delle sue albe pazzesche.

Come altro esprimere la bellezza racchiusa in queste pagine, che spunta tra le parole come una sensazione, un profumo, un colore...
Vi invito ad andare a leggere i pezzi delle mie colleghe che, oltre a raccontare la propria, personale visione ed interpretazione del libro di Claudio, hanno preso in esame altre tappe che il Pellegrino ha affrontato durante il suo percorso, e non dimenticate che il blogtour non si conclude con questa mia opinione, prosegue con altri due appuntamenti!

Ecco qui il calendario:




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