Seppur ad un orario un po' improponibile, sono pronta a parlarvi di un romanzo che ho avuto l'opportunità di leggere grazie a Edizioni Piemme, che ringrazio, la quale mi ha invitata ad un incontro con l'Autore che sono stata felicissima di conoscere, ne sono rimasta davvero affascinata.
Chi è davvero quest'uomo bizzarro e affascinante che si aggira tra le corti di un'Italia frantumata e litigiosa? Quali misteri celano il suo genio e le sue opere, che sembrano giungere direttamente dal futuro? Con una prefazione di Piero Angela
«Quando qualcuno mi chiede se c'è una persona che vorrei intervistare, se avessi la bacchetta magica, rispondo sempre: Leonardo» - Piero Angela
È l'alba del XVI secolo. L'Italia è divisa in una miriade di regni litigiosi e incapaci di opporsi alle mire delle grandi potenze. Tra quelle corti soggette ai capricci della guerra si aggira un personaggio bizzarro e affascinante, che sembra uscito dalla penna di uno scrittore.
È un pittore e scultore che come nessun altro riesce a catturare l'anima di ciò che raffigura. È un inventore in grado di concepire monumenti di prodigiosa bellezza, architetture così ardite da superare ogni immaginazione, macchine belliche che sembrano provenire da un futuro lontano. È uno scienziato che di ogni fenomeno dell'universo vuole indagare i meccanismi profondi: il moto dei pianeti, dell'aria e dell'acqua, il volo degli uccelli, il corpo umano. Quasi non esiste disciplina in cui non dimostri una maestria senza pari. Si chiama Leonardo da Vinci. Intorno al suo nome fioriranno leggende, miti, storie fantastiche. Eppure, sono ancora molti gli enigmi e le zone d'ombra nella sua biografia. Servirebbe una macchina del tempo o lo sguardo di un testimone oculare, per poter finalmente risolvere il rompicapo di colui che da secoli rappresenta, nell'immaginario comune dell'umanità, l'incarnazione del Rinascimento. Il libro che avete in mano è esattamente questo. Attraverso le memorie - immaginarie, ma scrupolosamente documentate - di Francesco Melzi, che del maestro fu per anni amico e allievo prediletto, Massimo Polidoro ci conduce in un incredibile viaggio nella turbolenta Europa di cinquecento anni fa. Cammineremo accanto a Leonardo, seguiremo gli stupefacenti sviluppi del suo ingegno, lo ammireremo nell'attimo irripetibile della creazione delle sue opere immortali, e ascolteremo dalla sua viva voce i pensieri e le intuizioni del più grande talento universale della storia.
E' innegabile: Leonardo è senza dubbio annoverabile tra le personalità più alternative e affascinanti della storia, non solo per via di alcune stranezze che, a quanto è emerso, lo caratterizzavano, ma soprattutto a causa del suo essere stato inconsapevolmente un precursore. Le sue scoperte vengono tutt'ora insegnate a scuola e di lui si parla ampiamente ma, se proviamo a pensarci meglio, non spesso si approfondisce l'argomento; per la maggior parte delle volte ci si limita alle informazioni più note e divulgate, senza entrare in ulteriori dettagli. Mi è capitato, qualche volta, di chiedermi come mai e l'unica risposta che sono riuscita a darmi riguarda la fruibilità forse non molto ampia della sua storia.
Massimo Polidoro ha svolto un meraviglioso lavoro non solo di ricerca ma anche di costruzione di un romanzo che è definitivamente fruibile a tutti, senza distinzioni, e che è stato capace di coinvolgere ed attrarre anche chi, di storia, s'interessa poco o non ne capisce proprio nulla...chi indovina di quale categoria faccio parte io?
L'idea di trasformare Leonardo nel personaggio di un romanzo è geniale quanto, pensandoci, quasi scontata, in senso buono: vi capita mai di vedere qualcosa o qualcuno e pensare "Cielo, ma come ho fatto a non pensarci io?". Beh, la mia reazione alla scoperta del lavoro di Polidoro è stata questa, non certo perché io sia una studiosa di Leonardo o perché mi ritenga capace di tale sforza, ma perché Leonardo è stato un personaggio incredibile e unico rispetto a chiunque altro, e leggere della sua vita non può che essere estremamente attraente.
Quando mi sono tuffata nella lettura sono rimasta subito molto colpita dal presupposto da cui è partito Polidoro: il ritrovamento di un antico manoscritto custodito tra gli scaffali di una biblioteca, posseduta ad un uomo anziano, ormai deceduto, che decide di lasciarla in eredità ad un lontano parente. Sarà così che le memorie di Francesco Melzi, discepolo di Leonardo, prenderanno nuova vita sotto gli occhi dell'erede, rivelandogli molto più di quanto lui potesse mai aver immaginato.
Incontrare l'autore di un'opera così peculiare è stato, come immaginerete, incredibile. Polidoro è un uomo affascinante, sembra quasi scortato da una sottile aura di fascino culturale, capace di attirare la completa attenzione delle persone soltanto iniziando a parlare. Ho avuto la possibilità di chiedergli di descrivere cosa si provi ad essere lui, a fare delle scoperte eccezionali e a tuffarcisi dentro e lui, con modo elegante e incredibilmente ispirante, mi ha risposto che è indescrivibile.
E' stato emozionante pensare a Leonardo come il precursore che, al giorno d'oggi, è effettivamente stato: probabilmente omosessuale, molto bello e artisticamente richiesto, aveva capito che una malattia come la peste non sarebbe potuta arrivare diversamente se non tramite l'acqua e il cibo e, grazie alla sua intuizione geniale, ha avuto modo di non ammalarsi e quindi sopravvivere. Oppure ancora, è impressionante pensare che fosse così ossessionato dalla perfezione delle proprie opere, da lasciarne la maggior parte incomplete, in attesa del dettaglio definitivo che, puntualmente, non riusciva a trovare, costruendosi così la fama dell'inconcludente.
Avrei potuto ascoltare Polidoro per ore mentre parlava dell'amore di Leonardo per la sua Toscana, meravigliosamente verde e viva, che dipingeva spesso e che continuava a preferirla a qualsiasi altro posto, forse esclusa Milano, anch'essa fondamentale per il genio.
Non posso far altro che consigliarvi l'approccio a quest'opera bellissima, unica fra tante biografie e raccolte nozionistiche.
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