Oggi vi racconto la mia esperienza con la lettura di un noir che mi ha tenuta incollata alle pagine come pochi altri libri sono stati in grado di fare e, tutto questo, è avvenuto con l’ausilio di sole 120 pagine.
Titolo: Le siamesi
Autore: Alessandro Berselli
Editore: Elliot
Collana: Scatti
Anno edizione: 2017
Pagine: 126, Brossura
Pagine: 126, Brossura
Prezzo: 14,50€
Un incontro casuale, un sabato sera che diventa una sfida contro la morte. Non è la prima volta che Ludovica, troppo ricca, troppo annoiata, baratta la sua vita con il pericolo e rimanda al mittente, Dio o chi per lui, la sua giovinezza, chiedendo in cambio rischio, adrenalina, competizione. Il baratro di Ludovica è la discesa in un vuoto esistenziale che rivela l'incapacità di trovare punti di riferimento e ragioni di sopravvivenza. Lucido diario di un fine settimana di follia dove nulla è quello che sembra, "Le siamesi" è un noir tagliente nel quale il lettore è costretto a cambiare continuamente prospettiva, una riflessione senza moralismi sul male di vivere e uno spaccato dello spleen contemporaneo, con una voce narrante che rifiuta il giudizio e si limita a fotografare, in una prosa spettrale, l'assenza di motivazioni che può muovere l'agire umano.
Alessandro Berselli ci ha donato un’opera egregia: non è facile commentare questo lavoro, per via della brevità, della concentrazione di avvenimenti e dall’intreccio magistralmente creato.
La protagonista è una giovane donna, già abbondantemente segnata da svariati avvenimenti che la vita ha deciso di riservarle, che pensando di sfuggire alla propria routine si ritrova immischiata in una vicenda intrigante all’inizio, che si rivelerà deleteria evolvendosi.
L’idea intorno a cui ruota la narrazione è geniale, arguta e spiazzante. L’autore è stato in grado di raggruppare tutto il marcio dell’essere umano, quello che vediamo ogni giorno sui giornali di cronaca nera, e di far collimare queste aberranti caratteristiche tutte in uno stesso luogo, il teatro dove si svolgerà gran parte della vicenda.
La caratterizzazione dei personaggi è sorprendente calcolando il ristretto numero di pagine che Berselli ha deciso di mettersi a disposizione; alla fine della lettura mi sono resa conto di quanto io fossi entrata in sintonia con ognuno di loro, a prescindere dalla natura buona o cattiva di essi, senza il minimo sforzo e quasi senza accorgermene.
L’epilogo è da definirsi del tutto sorprendente: l’intreccio è talmente intricato da impedire quasi di elaborare congetture al riguardo, lasciando chi si trova dall’altra parte delle pagine del tutto inerme. Il messaggio che mi ha lasciato è potente: quanto è importante imparare ad essere diffidenti? Possiamo davvero riuscire a capire quando una situazione è totalmente sicura, innocua? Tanto e no.
“Le siamesi” mi ha tolto il fiato (e il sonno, per una notte), ha fatto scaturire in me riflessioni profonde che vanno al di là di un racconto, di una storia inventata (o realmente accaduta che sia). Penso di poter affermare che il ricordo di questa lettura mi accompagnerà per molto tempo.
Consiglio questa piccola perla a tutti, specialmente a chi non è debole di stomaco ed è difficilmente impressionabile…o almeno crede di esserlo (wink!)
#pazzagioia
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