lunedì 21 agosto 2017

Recensione: Il Signore delle Mosche di William Golding

Amici dei Libri buon lunedì!
Parte una nuova settimana e io non ho trovato un’idea migliore del parlarvi del romanzo che più mi ha coinvolta, fatta soffrire, emozionata e distrutta degli ultimi anni.


Titolo: Il Signore delle Mosche
Autore: William Golding
Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2016
Formato: Brossura
Prezzo: 12,00€
Pagine: 224


Sinossi: Le emozioni, in questo romanzo, ci sono tutte. Poi ci sono coraggio, dolore e piacere. La protagonista è l'ombra. L'ombra da cui ognuno di noi cerca di fuggire, ma che poi ci prende. Ma cosa fare quando la tua parte nascosta finisce dentro il corpo della persona che ami? Forse, non resta che mollare le cime dal pontile e salpare verso la follia. E qual è la follia? Quella di ritrovarsi all'Inferno senza aver peccato? Oppure affidarsi a un sistema non strutturato per la presa in cura, che si affida alla tecnica, che non approfondisce e non si pone troppe domande? In questo romanzo il tempo sembra scandire la vita, ma il tempo qui non c'è. La vita ha un sapore magico e nella vita c'è qualcosa di più forte di tutte le emozioni e di tutti i sistemi, un amore, qualcosa che va contro la morte. Qualcosa che non muore.



A posteriori, permettetemi di dire che se non avessero assegnato il Premio Nobel a questo strepitoso autore, avrebbero forse fatto l’errore più grosso nella storia della letteratura.

Acquistai la mia copia circa 3 anni fa, cogliendo l’occasione di una ristampa in edizione limitata. Ho impiegato tutto questo tempo ad avvicinarmici, intimorita dalle aspettative che me ne ero fatta: lo stile probabilmente troppo artefatto e costruito e l’uso di un lessico non propriamente attuale mi hanno a lungo spaventata. Dio solo sa quanto mi sbagliavo.



La vicenda narrata si svolge sulla più deserta delle isole, in seguito ad un incidente aereo che ha costretto lì un gruppo di ragazzini; sarà qui che i protagonisti della storia dovranno ripartire da zero e costruire una nuova società. Fine ultimo: la sopravvivenza.


Ciò che Golding ci ha lasciato, a mio parere, è uno spaccato della società moderna, tra i più attuali e spiatati di sempre. Il progredire degli avvenimenti e l’evoluzione dei personaggi sono atti a far emergere le caratteristiche più profonde della mente umana, che spinge ogni individuo al raggiungimento dei propri scopi; la differenza sta soltanto nelle priorità che ognuno sceglie di avere. 

Ritengo che l’opera sia talmente monumentale da rendere quasi impossibile al lettore di farne un’analisi correttamente articolata ma non mi posso certamente esimere dal trasmettere a chiunque voglia le emozioni che ho provato leggendone ogni singola riga. Stento a ricordare pugni nello stomaco forti come quelli che ho ricevuto pagina dopo pagina.


Lo stile di scrittura si è rivelato essere molto più semplice di quanto potessi aspettarmi: niente di arzigogolato o eccessivamente costruito; tutta l’attenzione è concentrata sugli avvenimenti e, soprattutto, sulle riflessioni che portano i personaggi ad agire in una maniera piuttosto che in un’altra. La contrapposizione delle personalità di Ralph, “il buono”, e di Jack, “il cattivo”, incarna il fulcro essenziale del messaggio che questo libro porta, ovvero l’esistenza del bene e del male.

Non ci vengono elencate o spiegate le ragioni per cui gli intenti di Ralph sono nobili mentre quelli di Jack mirano a creare una società al limite con la tirannia, veniamo portati a prenderne atto e basta. La scelta di inserire un personaggio come Piggy, ragazzino grassottello senza amici ma con molto intelletto, va a completare il quadro della dinamica sociale più comune: la classe, composta da molti, diversi elementi, necessita di una guida oculata ed altruista, per procedere durante il proprio cammino ed arrivare alla tanto agognata maturità, che raggiunge il suo apice con l’ingresso dell’individuo nel “mondo reale”. 

È passato quasi un mese da quando ho girato l’ultima pagina del “Signore delle Mosche” e, oggi come penso per molto tempo, porto con me riflessioni, dubbi e sensazioni uniche e irripetibili, che mi accompagneranno per sempre riservando un posto speciale nel mio cuore per questo grande capolavoro.

L’ultimo consiglio che vi do è di non lasciarvi scappare l’edizione realizzata da Mondadori per la collana Oscar Junior, con la copertina illustrata di Gipi e l’aggiunta di contenuti speciali davvero interessanti quali libri correlati, film da vedere sull’argomento (compreso quello tratto dal libro stesso) e molto altro ancora.

#pazzagioia


Per oggi è tutto Amici dei Libri, non perdetevi i prossimi post perché, tra un #teasertuseday ed un #www potrebbe spuntare una potentissima stroncatura sotto forma di recensione di uno dei libri più chiacchierati del momento (wink!)

Nessun commento:

Posta un commento