lunedì 5 giugno 2017

Recensione: "Grande" di Daniele Nicastro

Buongiorno e buon inizio settimana Amici dei Libri!

Vi chiedo perdono per l’assenza degli ultimi giorni ma sono rimasta senza connessione internet fissa, elemosinandone un po’ in giro per lo stretto necessario -.-

Oggi vi racconto di un romanzo per ragazzi che ho divorati in 24 ore, in seguito ad un consiglio della bravissima Leda del canale YouTube LepaginediLeda, se non la conoscete andate a scoprire tutti i suoi video!


Titolo: Grande
Autore: Daniele Nicastro
Editore: Einaudi Ragazzi
Anno edizione: 2017
Pagine: 220 p., Brossura
Prezzo: 11,00€
Età di lettura: Da 12 anni.


Luca, tredici anni, voleva andare in vacanza con gli amici. Invece gli tocca il soggiorno in Sicilia, nel paese di nessuno. Neanche la compagnia dei cugini gli solleva il morale. Paolo è diventato un secchione tutto casa, compiti e negozio, e Cettina è troppo piccola e poi, be', è una ragazza. Per fortuna conosce Mario, che ha il motorino e l'ultimo modello di cellulare, e lo invita al bar. Luca non è mai stato in un bar. Nessuno gli ha mai offerto da bere. Quelle sono cose da grandi. E lui non vede l'ora di fare cose da grandi. Se mi stai vicino ti diverti, gli dice Mario. L'estate è salva, ma dietro la libertà, le feste in piscina e la fratellanza si nasconde un nemico feroce, spietato, quasi impossibile da battere. Il suo nome è Mafia. Luca credeva di conoscere la Mafia. Sapeva che era brutta, lontana, invece è così vicina che non sembra vera. Ma sa riconoscere un guaio quando ci finisce dentro. E questo è il più grosso che gli sia mai capitato.

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C’è da dire che di Leda mi fido sempre ciecamente: ogni qualvolta io noti, in un video, il suo trasporto particolare che riserva soltanto ai libri che considera delle vere e proprie perle, non esito e lo acquisto. 


“Grande” è una storia vera: non perché sia realmente accaduta o perché i personaggi esistano, in senso stretto, ma perché narra di vicende che, purtroppo, avvengono abitualmente in Italia, nonostante ci si impegni da anni per impedirlo. 

Quello di Luca è un racconto di mafia, e della guerra che tantissime persone combattono per sconfiggerla. 
La prima segnalazione importante da fare è che il libro è edito da Einaudi nella collana Ragazzi, e che l’autore l’ha destinato ad un pubblico di lettori che parte dai 12 anni; è una scelta importante, un’impresa difficile, che vale la pena di tentare per permettere ai giovani di sapere a cosa si rischia di andare incontro se si concede troppa fiducia a persone e cose che non si conoscono abbastanza.

Sappiamo tutti che lo stereotipo principe associato al nostro Paese, Pizza – Mafia – Berlusconi, per quanto vagamente offensivo, corrisponda alla triste realtà: ciò che più gela il sangue trovo sia la facilità con cui, in alcune regioni in particolar modo, ci si possa “cascare dentro con tutte le scarpe” senza nemmeno rendersene conto. La riflessione che ancor più ha messo in moto le mie sinapsi, però, è legata all’analisi che Nicastro fa delle differenze caratteriali ed evolutive che possono esserci tra un adolescente e l’altro: il protagonista, siciliano solo di origine poiché nato e cresciuto a Torino, appare inizialmente come il più scaltro, il più “scafato”, paragonato al cugino, coetaneo ma estremamente pacato, quasi simbiotico nei confronti dei genitori e morigerato. 


Ad un primo sguardo Luca ci appare forte, sicuro di sé e meno tendente a diventare un bersaglio, fino a che il lettore non comincia a sospettare che l’intento di Nicastro sia proprio quello di far cadere ogni convinzione; quelli che, secondo Luca, sono segnali di debolezza e fragilità, porteranno suo cugino non sono a non essere interessato ad entrare in contatto con gente poco raccomandabile, ma addirittura ad avere la freddezza e la spinta emotiva ed empatica di aiutare chi invece ha realizzato di essere in guai seri.

Il passaggio del libro che ho amato di più è proprio quello in cui il Paolo, il cugino, mostra la sua vera personalità, guadagnandosi ai miei occhi il primo posto sul podio dei personaggi che ho preferito.

Da non trascurare è la dovizia di particolari con cui l’autore ci regala uno spaccato della meravigliosa terra che è la Sicilia, con ogni pregio ed ogni difetto; sapete quanto io apprezzi l’uso delle espressioni dialettali, se utilizzato con equilibrio e contestualizzato alla perfezione come in questo caso.


Il caso ha voluto che questo romanzo arrivasse nella mia vita durante una fase in cui le problematiche adolescenziali mi toccano molto, molto da vicino; leggere di quanto un ragazzo possa credere di agire in maniera corretta, fraintendendo totalmente le intenzioni di qualcuno che buono non è, ho provato un’incredibile angoscia, seguita dall’immediato, impellente bisogno di proteggere chi ancora non può difendersi autonomamente.

Il mio consiglio è quello di acquistare questo libro e leggerlo prima possibile, e mi rivolgo a tutti quanti: mamme e papà, fratelli, adolescenti, amici, nessuno escluso.
Il mio voto? Mi pare ovvio ❤
#pazzagioia



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