Il nostro viaggio attraverso le pagine scritte da Jodie Chapman si conclude oggi, su tutti i blog partecipanti, con le recensioni, il punto di vista di ognuna di noi, fatto di sfumature ed emozioni diverse l'una dall'altra.
Tutti i blog coinvolti hanno approfondito temi importanti, collegati al romanzo: vi invito a passarci, trovate tutti i riferimenti qui sotto.
Una storia di legami familiari dolorosi e fortissimi, che racconta cosa accade al sentimento unico e speciale che lega due persone quando il tempo e la distanza sembrano ostacoli insormontabili.
Un romanzo appassionante che mostra come l'amore dia la possibilità di ricominciare e fare i conti, una volta per tutte, con il dolore del proprio passato.
Quando mi tuffo in un romanzo che racconta principalmente una storia d'amore lo faccio perché qualcosa mi attira in modo particolare, mi colpisce a tal punto da farmi credere di poter trovare qualcosa di diverso tra quelle righe. Questo è stato il caso del romanzo di Jodie Chapman che, già dalle prime righe della trama, viene descritto come impregnato di realtà, schietto e diretto. Le promesse vengono a tutti gli effetti mantenute: la storia di Nick e Anna non è all'acqua di rose, è totalmente priva di cliché e, secondo me, di smussamenti.
In un romanzo di formazione penso che il realismo sia un elemento fondamentale, senza il quale un libro rischia di lasciare dietro di sé soltanto illusioni. Io non cerco questo, piuttosto mi aspetto di imparare e che mi vengano offerti dei punti di vista rispetto alla vita che possano ispirarmi e restarmi dentro, pronti a saltare fuori in qualche circostanza futura.
Il presupposto su cui si basa la storia è piuttosto classico, motivo per cui il rischio di risultare retorico o di cadere nel banale era piuttosto alto; l'amore impossibile tra i due protagonisti, diametralmente opposti e appartenenti a famiglie molto lontane tra loro, ha assunto tinte scure, spesso drammatiche, ma incredibilmente vicine a quella che potrebbe essere la vita di ognuno di noi. Ho trovato particolarmente azzeccata la scelta di far appartenere Anna ad un gruppo religioso, che ha ovviamente un peso specifico importante nella sua vita.
La scelta dell'autrice di non raccontare la storia con una sequenza temporale lineare è stata per me coraggiosa e molto ben riuscita: sebbene all'inizio ci voglia un po' di attenzione per mettere al loro posto tutti gli elementi forniti, proseguendo con la lettura si viene completamente travolti e trascinati dagli eventi, sentendosi quasi parte della storia. Non ho particolarmente amato, invece, Nick come unica voce narrante, non tanto perché non fosse adatto quanto perché in questo specifico caso avrei visto meglio una forma di narrazione corale.
L'amarezza che permea l'intero susseguirsi della vicenda resta attaccata al lettore, anche dopo diversi giorni dalla chiusura del libro. Questo per me è indice di ottima riuscita, di coesione stretta tra tutti gli elementi del romanzo.
Consiglio la lettura a tutti coloro che sono in grado di interpretare la disillusione e di trasformarla in qualcosa di costruttivo: un libro davvero intelligente e ben studiato.
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