Qualcuno ha detto "libri che parlano di gatti"? Eccomi!
Buon sabato a tutti! Come di consueto, grazie alla mitica pifferaia Raffaella del blog The Reading's Love e a Rizzoli, ci troviamo su questo schermo per parlare di una recente lettura, che in questo caso è davvero molto particolare.
4 ragazze e 4 ragazzi, provenienti ciascuno da un mondo diverso, restano rinchiusi in una villa sontuosa a Fiesole, in compagnia di una governante e di un gatto. Che fare se non ispirarsi al Decameron di Boccaccio e mettersi a novellare?
È, questa che vi narro, una storia che prende vita sulle colline di Firenze, durante un giorno di maggio, in una dimora dal nome che pare scritto da Petrarca. O da Biancaneve. Villa Peyron al Bosco di Fontelucente. In questa magione profumata di fiori, caffellatte e bucati s'ha da svolgere, durante un fine settimana, un convegno prelibato che parla di Cibo e Cultura. I partecipanti, golosi di bellezza e d'arte, vengono da ogni angolo del creato. Governante e regina della magione è la Lauretta, colei che tutto tiene a bada, sbenedizionando a destra e a manca col mestolo disinvolto, la cucina sopraffina e la ciabatta lesta quanto la lingua. Ma d'improvviso, accade l'impensabile. Il variopinto bouquet d'umani si trova rinchiuso, sprangato per un tempo assai più lungo di quello immaginato. Una clausura involontaria, un perimetro stretto stretto, anche se straordinario. Che ne sarà dei nostri sventurati, alla ventura? Sconosciuti gli uni agli altri. In fondo anche a se stessi. E non potendo più uscire, che si fa? Ci si ispira al Decameron del Ser Boccaccio, si raccontano novelle!
Quest'oggi è doveroso, più di altre volte, che io esordisca con una premessa facendo un piccolo "mea culpa": ammetto di aver sottovalutato Chiara Francini, anche se con questo io non voglia certo dire che la giudicassi male o la reputassi non meritevole di qualcosa. Semplicemente avevo dato erroneamente per scontato che, approcciando un suo romanzo, mi sarei trovata davanti ad uno stile molto semplice e lineare e ad una storia altrettanto priva di grandi pretese. Bene: mi sono sbagliata alla stragrande.
"Il cielo stellato fa le fusa" è un romanzo ricco, non riesco a trovare un aggettivo che gli si addica meglio; è costellato di sfaccettature degli animi umani, pone una grande attenzione su temi importanti senza avere una pretesa retorica, ed è arricchito da un narratore d'eccezione: un gatto che, come prevedibile, ho amato alla follia.
Lo stile di scrittura di Chiara Francini è molto più elaborato di quanto mi aspettassi e mette in mostra tutte le lodevoli qualità di questa autrice che, non solo dimostra di avere una cultura molto vasta e una grande passione per quello che fa, ma dà anche prova di padroneggiare alla perfezione sia la lingua che il dialetto, creando un perfetto equilibrio tra i due espedienti.
Da amante del romanzo corale non ho potuto fare a meno di perdermi nei racconti dei tanti, diversi protagonisti, ognuno con una voce propria e caratteristica, cui l'autrice ha affidato l'importante compito di trattare argomenti profondi quali la diversità, il razzismo e tanti, tantissimi altri. Non pensiate però che si tratti di una lettura poco scorrevole e avvincente: io mi sono trovata a desiderarne sempre di più, quasi come mi succede con un thriller dalla trama mozzafiato.
Chiara Francini ha un altro grande merito, a mio parere: come è stata in grado di dosare perfettamente gli elementi tecnici di scrittura, ha svolto lo stesso impeccabile lavoro con le molteplici emozioni che ha voluto trasmettere. La profondità è perfettamente bilanciata con l'ironia e la leggerezza, nulla è lasciato al caso e ogni elemento finisce così per incastrarsi con la stessa semplicità di due pezzi di puzzle nati per stare insieme.
Lo so, quando sfodero metafore come quest'ultima si capisce che ho davvero apprezzato il romanzo di cui sto parlando ;) Certo, succede spesso di essere entusiasti di una lettura fatta ma il sentimento che mi genera una bella scoperta come questa, così inaspettata, resta sempre uno dei miei preferiti in assoluto. Provvederò quanto prima a recuperare altri romanzi di Chiara Francini: voi ne avete qualcuno in particolare da consigliarmi?
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