giovedì 6 agosto 2020

Recensione | "Una storia straordinaria" di Diego Galdino, ed. Leggereditore

Ci vuole un pizzico di straordinarietà in una vita ordinaria

Questo giovedì ha un meraviglioso profumo di ferie per me e spero che anche tutti voi vi stiate godendo un po' di meritato riposo. La lettura, però, è inversamente proporzionale alle ferie, ovvero aumenta non appena si ha un po' di tempo per riposare.

Per la lettura del romanzo di cui parliamo oggi devo ringraziare Simona, ufficio stampa di Diego Galdino, che me l'ha proposta e mi ha inviato una copia digitale.

L'amore può essere tanto potente da superare i confini dei nostri limiti e delle nostre paure?

Luca e Silvia sono due ragazzi come tanti che vivono vite normali, apparentemente distanti. Eppure ogni giorno si sfiorano, si ascoltano, si vedono. I sensi percepiscono la presenza dell'altro senza riconoscersi. Fino a quando qualcosa interrompe il flusso costante della vita: Luca perde la vista e Silvia viene aggredita in un parcheggio. La loro vita, sconvolta, li porta a chiudersi in un'altra realtà e il destino sembra dimenticarsi di loro. Eppure, due anni dopo la loro grande passione, il cinema, li fa conoscere per la prima volta e Luca e Silvia finiscono seduti uno accanto all'altra alla prima di un film d'amore. I due protagonisti, feriti dalle vicissitudini degli eventi passati, si ritrovano, così, loro malgrado, a vivere una storia fuori dall'ordinario. Ma l'amore può essere tanto potente da superare i confini dei nostri limiti e delle nostre paure? E il destino, quando trova due anime gemelle, riesce a farci rialzare e camminare insieme?

Non sono solita leggere romanzi che raccontino prettamente storie d'amore, o meglio: ne leggo pochi e solo quando sono caldamente consigliati da qualcuno che conosce abbastanza bene i miei gusti; oppure, in rarissimi casi, quando mi lascio incuriosire nel profondo da uno scrittore molto amato e di cui in tanti parlano spendendo parole positive. Quest'ultimo è il caso che ci interessa oggi, in quanto Diego Galdino è certamente una penna autorevole del genere ed è estremamente apprezzato nell'ambito letterario in cui opera. 

La mia prima esperienza con le sue storie è stata senza dubbio positiva: la lettura è scorsa velocemente e con semplicità, coadiuvata anche dallo stile di scrittura molto fresco e colloquiale. Non vi negherò di averlo trovato, a tratti, eccessivamente colloquiale, ma si sa che tendo ad essere particolarmente puntigliosa sotto questo aspetto, e anche un po' molesta. L'atmosfera è quella di una storia ambientata ai giorni nostri che, pagina dopo pagina, si evolve e si trasforma in una favola moderna come quelle che tanti di noi desidererebbero vivere.

L'ambientazione è maestosa: Roma fa da co-protagonista a Silvia e Luca, quasi come un'amica che fa da spalla a chi s'innamora e decide di conquistare il suo lui o la sua lei a qualsiasi costo. Manco dalla città eterna da un bel po' di anni, ahimè, ma ricordo perfettamente l'aria che si respira e ho apprezzato moltissimo l'idea di Galdino di farla percorrere ai personaggi attraverso tutti i senti tranne l'udito, facendo lo stesso con il lettore, di conseguenza. Questo è sicuramente il tipo di romanticismo che mi colpisce.

Arrivando al focus vero e proprio del libro, ho trovato l'amore tra Luca e Silvia molto puro, talvolta ai limiti dell'adolescenziale, e mi sono lasciata totalmente trascinare da questo mood estremamente sopra le righe, proprio come quando scopri per la prima volta un sentimento importante come questo. Ho faticato in alcuni punti a non storcere il naso sotto un punto di vista prettamente di fattibilità: alcune coincidenze tipiche dello stile mi sono sembrate leggermente eccessive ma non ci dobbiamo dimenticare il titolo del romanzo, che non si può certo tacciare di essere poco chiaro.

I due protagonisti sono estremamente umani, forse caratterizzati un po' frettolosamente ma perfettamente predisposti all'empatia che il lettore può dargli, inusuali nella loro normalità ed entrambi con un passato piuttosto pesante alle spalle: arriviamo così a parlare dell'unica vera nota dolente, secondo la mia opinione, che riguarda la trama. Silvia ha subito un forte trauma, una violenza fisica seguita da una rapina che l'ha evidentemente segnata molto, lasciandole come unica speranza di sopravvivenza quella di chiudersi in se stessa e dimenticarsi totalmente di ogni tipo di rapporto umano; come è semplice immaginare, l'incontro con Luca rimescolerà le carte in tavola, e non giudico questo. Ciò che non ho apprezzato è la semplicità con cui una donna che ha subito un'esperienza così traumatica sia riuscita a riaprire il proprio cuore e a ricominciare a fidarsi dell'umanità in poco tempo. 

Ci sarebbe un lungo, lunghissimo discorso da fare su questo tema, e sono consapevole di essere particolarmente sensibile a proposito dello stesso e, quindi, di soffermarmici maggiormente rispetto ad altre cose, ma trovo che sia sempre estremamente delicato decidere di trattare argomenti così personali e profondi e che "lo scivolone" sia sempre in agguato. Non posso esprimermi con la stessa cognizione di causa a proposito della disabilità di Luca, la cecità, di cui so poco e ho meno esperienza. Posso dirvi che la sensazione che mi ha lasciato leggerne è stata positiva: ho visto in lui un atteggiamento propositivo nei confronti della vita, nonostante il tiro più che mancino che gli ha giocato, ma ho potuto anche imbattermi nelle crisi che comprensibilmente un uomo che perde la vista in età adulta si trova ad affrontare. Ho trovato molto più bilanciati e verosimili i comportamenti di Luca rispetto a quelli della sua amata Silvia.

Concludo invitandovi a recuperare questa lettura nel caso in cui apprezziate il genere romantico senza limiti alla fantasia, e ricordandovi che ci si deve sempre aspettare di tutto...da una storia straordinaria.

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