Buon martedì a tutti Amici dei Libri,
Come state?
Seppur con un po' di ritardo, di cui mi scuso, oggi vi racconto di una bellissima esperienza che ho potuto vivere grazie a Mondadori Libri per Ragazzi, che ringrazio.
Non solo ho potuto leggere in anteprima il l'ultimo libro di Fabio Genovesi, autore amatissimo dai lettori italiani, ma ho avuto anche la possibilità di incontrarlo per parlare del romanzo, e molto altro.
Rolando vive nel cimitero, insieme allo zio che fa il guardiano. Ne esce solo per andare a scuola, dove i compagni lo evitano, e non ha amici, a eccezione di un merlo di nome Cip. Quando un giorno tra le lapidi appaiono i cugini Marika e Mirko Gini, Rolando trova due amici della sua età. Ma i cugini Gini sono dei fantasmi e presto spariranno per sempre nel Grande Buco. Per salvarli , Rolando deve addentrarsi sul Monte Pupazzo, fino al buio nero, per trovare la Cosa Rossa entro la mezzanotte del giorno dopo, quando sarà anche il suo compleanno. Il viaggio insieme a Cip attraverso la natura incontaminata si trasforma in un'impresa clamorosa, in compagnia di personaggi indimenticabili:
un robivecchi sbandato, un cacciatore strabico,una femmina di cinghiale elegante e raffinata, e una bambina selvatica che si fa chiamare Tigre e vive nei boschi.
Per la prima volta Fabio Genovesi ha deciso di cimentarsi con un genere nuovo, quello che si rivolge a bambini e ragazzi, scrivendo e condividendo con i suoi lettori una storia di coraggio e di crescita, e ideando un protagonista tanto assurdo quanto, in realtà, simile ad ognuno di noi. Rolando è un ragazzino che, nonostante la sua giovane età, ha già dovuto imparare a comprendere quanto sia difficile e, a volte, scorretta la vita, avendo perso già da qualche anno entrambi i suoi genitori a causa di un incidente. Questo presupposto, su cui posa le basi l'intera vicenda, mi ha fatto subito notare quanto Genovesi non abbia avuto timore di mettere in tavola argomenti che oggi si cerca quasi di evitare. Non è il solo tema complicato che si affronta durante la lettura, s'incontra anche uno zio alcolista, si parla di solitudine, senso di inadeguatezza e paure, in generale.
Al giorno d'oggi si tende ad avere un rapporto molto diverso con l'educazione dei giovani rispetto, ad esempio, agli anni '80 o, di più ancora, alla prima metà del secolo scorso: siamo nel pieno dell'era dell'iperprotettività, della "gioventù comoda" e questo sta inevitabilmente portando ad una serie di disagi, più o meno impegnativi, che si riflettono sull'intera società. Alla domanda che gli ho rivolto, "...pensi che i cosiddetti ragazzini di oggi si tufferebbero in un'avventura come quella di Rolando o preferirebbero restare protetti tra le mura di casa a giocare con i videogiochi?" Genovesi ha sollevato delle argomentazioni che mi hanno fatto ritrovare un po' fiducia nel genere umano: forse i ragazzini ci si tufferebbero anche nelle avventure ma hanno sempre qualcuno o qualcosa che glielo impedisce, a partire da modo in cui sono stati educati. "Non vi capita mai di veder passare dei bambini in bicicletta attrezzati di casco, ginocchiere, polsiere, gomitiere, mentiere...e dove li stai mandando a girare in bici, in Vietnam?". Questo concetto racchiude in sé l'intero senso del discorso.
Tornando a parlare del libro in senso stretto, la storia di Rolando ha il potenziale per essere educativa per i più giovani, d'esempio e anche di conforto in alcuni casi, e per fare da "promemoria" agli adulti che vorranno leggerlo: quando si diventa grandi si rischia di dimenticare, di non pensare più a come ci si è sentiti da piccoli e a che cosa si desiderasse ardentemente. Per questo Rolando dovrebbe approdare nelle case di tutti, per infondere coraggio a chi ne ha più bisogno.
Come se non bastasse, il volume è arricchito dalle meravigliose illustrazioni di Gianluca Maruotti che non solo danno un volto ai personaggi di cui si sta leggendo, ma aiutano a sprofondare nell'atmosfera, un po' gotica e un po' fanciullesca, di cui è permeata l'intera vicenda. Lo stile di scrittura che ha usato Genovesi è chiaramente molto semplice, per ovvie questioni di indirizzamento del testo, ma porta con se una carica emotiva non indifferente, alimentata dall'uso di un narratore che si percepisce provi dell'affetto nei confronti del nostro piccolo protagonista.
A me non resta, a questo punto, che rinnovarvi il mio invito a tuffarvi in questa splendida avventura che non potrà far altro che conquistarvi, irrimediabilmente, proprio come ha fatto con me. Cosa mi dite invece degli altri libri dell'autore? Li avete letti? Quali mi consigliate?
Mi piacerebbe leggerlo, anche perché mi ha un po' ricordato "Il figlio del cimitero" di Gaiman.
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