martedì 20 novembre 2018

Thriller che smontano qualsiasi certezza: è tornata Renée Knight con "La segretaria" ed. Piemme

Buonasera Amici dei Libri e buon martedì!

Oggi sono in fibrillazione perché ho l'opportunità di parlarvi del nuovissimo thriller psicologico di Renée Knight, autrice che già mi aveva totalmente conquistata due anni fa con "La vita perfetta",che ho potuto leggere in anteprima. Ringrazio con tutto il cuore Piemme per avermi dato questa splendida gioia.

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Dopo La vita perfetta, Renée Knight torna con un nuovo capolavoro di suspense, una storia magnifica sulla doppiezza dei rapporti, sulla lealtà e sull'ossessione. Un grande, atteso ritorno in anteprima mondiale in Italia.

È passato molto tempo dal nostro ultimo incontro, perciò le concedo un momento per riprendersi. Ha l'aria stanca. Sorrido.«Caffè?» Christine Butcher. È la tua segretaria, o personal assistant come si dice oggi. Ti fidi di lei. Da più di dieci anni accompagna le tue febbrili giornate in ufficio, controlla la tua agenda, e forse conosce anche te, la bella, famosa Mina Appleton, meglio di quanto tu stessa ti conosca.
Caffè fino a mezzogiorno, tè nel pomeriggio, e dopo le sei nient'altro che whisky: la tua segretaria non sbaglia mai. Come faresti senza di lei? Christine è insostituibile: in questi anni, mentre prendevi in mano la guida del tuo impero di supermercati eliminando per sempre tuo padre, lei era lì. Qualche passo dietro di te, silenziosa come un topo, attenta a notare ogni cosa. Ogni segreto sussurrato, ogni informazione scambiata, ogni sguardo carico di significati. Tu le sei grata, davvero. Eppure, ogni tanto, ti si affaccia nella mente un pensiero. Fin dove arriva la lealtà di Christine Butcher? Quale prezzo ha la sua dedizione? Fino a che punto ognuno dei tuoi sporchi segreti sarà al sicuro con lei? Perché forse, senza volerlo, in tutti questi anni non hai capito chi è davvero la tua segretaria. Forse l'hai sottovalutata. E adesso sei pronta ad affrontare Christine Butcher?

Come vi ho accennato, ho già incontrato in passato Renée Knight, autrice di thriller psicologici che mi ha regalato due giorni di intensa inquietudine, due anni fa, durante la lettura de "La vita perfetta", romanzo che mi è stato regalato dai miei amati uomini (mio marito e suo figlio) e che ho divorato non appena l'ho preso tra le mani. Come in quel caso, anche stavolta la Knight è stata in grado di catturarmi all'interno della sua tela, facendomi muovere sulle scene proprio come se fossi un personaggio del libro, e facendo di me ciò che ha voluto.

Da grande amante del thriller psicologico, ritengo di averne trovato uno davvero ben strutturato quando mi sento, nell'arco dell'intera lettura, totalmente in balia dell'autrice; e questo è il caso. Renée Knight ha una capacità che non credo di aver riconosciuto in qualcun'altro, a livello di scrittura: seppur con terminologie non eccessivamente ricercate, e costituito da periodi costruiti in maniera fluida e diretta, il suo stile di scrittura è capace di catturare il lettore, facendogli provare la stessa sensazione che si avverte quando ci si prende una pausa da un'attività faticosa. 

Mi spiego meglio: non appena prendo in mano un suo libro e inizio a leggere, la mia mente si stacca automaticamente da qualsiasi altro pensiero, preoccupazione o cruccio con cui era stata impegnata fino a quel momento. In più, trattandosi in entrambi i casi di argomenti molto misteriosi, sviluppati in una trama avvincente e particolarmente inquietante, l'insieme di tutto questo riesce a catturare la mia attenzione senza possibilità di ritorno.

Con "La segretaria" l'autrice ha voluto trattare un tema che, apparentemente, potrebbe sembrare non così nuovo, ma il modo in cui lo fa rende il libro totalmente diverso da qualsiasi altra storia che racconti di un argomento similare. La segretaria Christine Butcher, che è anche la protagonista, narra in prima persona della sua personale ascesa professionale, a partire dal giorno in cui ha cominciato ad essere l'assistente personale di Mina Appleton, la famosa e potente proprietaria della maggiore catena di supermercati del Paese. Attraverso questo excursus che Christine fa, non risparmiandosi di raccontare anche le vicende private che riguardano la sua famiglia, il lettore viene trascinato in un turbine fatto di segreti e di dipendenza, di mistero e di rapporti interpersonali sbagliati e morbosi.

La caratterizzazione dei personaggi è molto attenta e minuziosa, e non fa differenza tra personaggi principali e collaterali: ad esempio, Mina Appleton è caratterizzata meravigliosamente quanto Angelica, la figlia adolescente di Christine.
Non posso negare di aver sofferto durante la lettura del libro, ma parlo di una sofferenza positiva, per quanto possa sembrare un paradosso; mi riferisco a quella sensazione di intrattenimento stuzzicante e inquietante che si prova quando si è amanti di questo genere.

Ci tengo anche a dirvi che, nonostante questo sia un libro con scopo di svago, è molto ricco di riflessioni profonde che penso possano scuotere molti di voi come hanno fatto con me.

Che altro dirvi? Nulla, purtroppo, poiché dovete prima leggere il libro! Una volta fatto, però, sarei davvero felice di riavervi qui sotto nei commenti per chiacchierare insieme della tensione che crea dipendenza di questo libro. 

 

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