Seppur a quest'ora, alquanto inusuale, sono pronta e impaziente di raccontarvi dell'ultimo thriller psicologico che ho avuto modo di leggere, grazie a Edizioni Piemme, e che è uscito proprio oggi in tutte le librerie.
Io so chi sei | Paola Barbato | Piemme | 5 giugno 2018 | 516 pagine |
Rilegato con sovracoperta | 18,50€
Rilegato con sovracoperta | 18,50€
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Il nuovo thriller dell'autrice di NON TI FACCIO NIENTE
Un cellulare finito per sbaglio tra la posta.
Due messaggi in rapida successione: «Sai chi sono? - Io so
chi sei».
Da questo momento la tua vita non ti appartiene più.
Sono passati solo due anni, e di tutto ciò che è stata non è
rimasto nulla.
Lena era brillante, determinata, brava a detta di tutti,
curata, buona. Poi nella sua vita era entrato Saverio, e tutto era stato
stravolto. Quel ragazzo più giovane, che viveva per essere contro qualsiasi
regola, pregiudizio, conformità, l'aveva trasformata. E non erano solo i
vestiti, i capelli, le parole. Era lei, le sue sicurezze, il suo amor proprio.
Tutto calpestato in nome di un amore che agli occhi di tutti gli altri era solo
nella sua testa. Il giorno in cui lui era finito in Arno, dato per disperso
prima e per morto poi, qualcosa in Lena si era spento definitivamente.
Sono passati due anni, e di Saverio le resta il cane Argo,
che ancora la vive come un'usurpatrice, e un senso di vuoto dolente e
indistruttibile. La sera in cui trova nella cassetta della posta un cellulare,
Lena pensa che si tratti di uno scherzo, oppure di uno sbaglio. Ma bastano
pochi minuti per rendersi conto che quell'oggetto può cambiare la sua vita. Perché
i messaggi che arrivano, e a cui lei non può rispondere, parlano di cose che
solo Saverio può sapere. E quindi è vivo. È tornato. Così, senza che Lena se ne
accorga, quell'oggetto diventa l'unica linfa vitale a cui abbeverarsi, e non
importa che i messaggi siano sempre più impositivi e le ordinino di commettere
atti di cui mai si sarebbe pensata capace. Perché se lei farà la brava, lui
rientrerà nella sua vita. O questo è ciò che pensa. Almeno fino a quando le
persone che le stanno intorno cominciano a morire. E il gioco si fa sempre più
crudele. E la prossima vittima prescelta potrebbe essere lei.
Paola Barbato, in una corsa contro il tempo, ci porta
nell'abisso della mente umana, dove paure, passioni e ossessioni si legano
inestricabilmente e, a volte, ci stritolano.
Io so chi sei è il primo episodio di una trilogia che vi
condurrà, un passo dopo l'altro, in una spirale di angoscia.
Paola Barbato è nota ai più grazie al successo ottenuto con le sue opere precedenti, sempre dotate di sfumature thriller ma, a detta sua, "mai crudeli quanto quest'ultima". Con "Io so chi sei" ha voluto superare se stessa e i limiti che pensava di avere, dando vita ad un progetto molto più articolato e imponente di quanto si possa pensare.
Paola, infatti, sta scrivendo da tempo su wattpad una storia dalle nerissime tinte, intitolato "300", che ha svelato essere collegato alla sua più recente fatica, restando al contempo completamente slegato da esso; chi sta leggendo il primo romanzo si troverà a riconoscere non solo i personaggi ma anche l'arco temporale all'interno del quale agiscono, come chi invece leggerà prima il secondo romanzo potrà fare i dovuti collegamenti logici affrontando successivamente la lettura di "300".
Avendo avuto l'opportunità di incontrare l'Autrice per l'anteprima dell'uscita di "Io so chi sei", ho potuto apprendere un'ulteriore notizia che mi ha intrigata ancor più della precedente: le due opere, collegate e slegate allo stesso tempo, appartengono ad una trilogia "che non è una trilogia" (per i motivi sopra spiegati) e avranno entrambi un unico seguito e ogni nuovo lettore avrà la piena e completa libertà non solo di leggere i tre testi nell'ordine che più lo aggrada ma potrà anche decidere di leggerne soltanto uno, oppure due, essendo ognuno in grado di sostenersi autonomamente.
Sperando di essere stata in grado di raccontarvi in maniera decifrabile quanto ho appreso in proposito e di trasmettervi tutto il mio entusiasmo, posso definirmi del tutto sincera nell'affermare che Paola Barbato ha una mente geniale; è stata in grado di costruire e articolare un romanzo, appartenente ad un genere letterario ormai abusato e quasi maltrattato, attribuendogli la capacità di distinguersi dagli altri ed emergere, sotto svariati punti di vista.
Su tutti, il punto su cui mi sento di dilungarmi è proprio la trama e, nello specifico, la sua costruzione: contorta, inquietante e studiata nel minimo dettaglio, mi ha catturata piano piano, non istantaneamente, senza però poi permettermi di separarmi dalle pagine a causa dell'immensa curiosità instillatami. La protagonista è oggettivamente insopportabile e Paola ne è perfettamente conscia: penso che questo contribuisca ad attanagliare il lettore, fosse anche solo per poterle urlare in faccia, alla fine, che lui l'aveva avvisata!
Ho apprezzato in particolar modo anche la caratterizzazione dei personaggi collaterali, nonostante siano moltissimi, è sempre accurata, e il modo in cui sono state intessute le relazioni tra di loro. Devo ammettere di aver fatto fatica a raccapezzarmi tra i tanti nomi, ma mai in maniera eccessivamente disturbante.
Del tutto disturbante, invece, è la confusione mentale creata dai molteplici plot twist, che accompagneranno il lettore fino al voltare dell'ultima pagine, ma utilizzo il termine con la sua accezione positiva (sarà forse un paradosso?).
Il ritmo è incalzante ma moderatamente, come se preparasse l'inconsapevole lettore ad ogni incontro con un personaggio importante in cui s'imbatterà o ad ogni situazione inaspettata cui si troverà davanti.
Se qualcuno mi chiedesse di eleggere un solo dettaglio come mio preferito non potrei fare a meno di scegliere la creazione del co-protagonista, l'Agente Francesco Cecco Caparzo, che è stato in grado di farmi provare un'indescrivibile moltitudine di sensazioni ed emozioni, talvolta uniche e potenti, tal'altre cumulative e confusionarie. Non è comune imbattersi in tanta padronanza della propria creatività, come non è semplice adattare le proprie idee rendendole plausibili, potenzialmente similari a ciò che accade nella vita reale.
Chi mi conosce saprà di certo quanto mi appassioni lo studio della mente umana e dei meandri che si possano percorrere al suo interno, e non gli risulterà quindi difficile comprendere l'affermazione con cui sto per concludere: per la prima volta sono stata maggiormente attratta dai pensieri di un autore che da quelli di un personaggio da lui creato.
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