Chiedo perdono per l'immenso ritardo con cui pubblico questa recensione ma, come tutti noi sappiamo, gli imprevisti sono sempre appostati nei migliori angoli.
Ho atteso questo lunedì come pochi altri, giorno di uscita in tutte le librerie di "Volevamo andare lontano" di Daniel Speck, grazie a Sperling&Kupfer, il romanzo che è entrato a far parte della classifica dei miei dieci libri preferiti di sempre.
Volevamo andare lontano | Daniel Speck | Sperling&Kupfer | aprile 2018 | 543 pagine | Rilegato | 19,90€
"Meravigliosamente scritta, la storia di una famiglia e di una donna alla ricerca delle proprie radici."
(Stuttgarter Zeitung)
(Stuttgarter Zeitung)
"Un viaggio che non vorremmo non finisse mai."
(Süddeutsche Zeitung)
Milano, 2014. Julia, giovane e brillante stilista tedesca, sta per affrontare la sfilata che potrebbe finalmente coronare i suoi sogni. Ma, proprio mentre guarda al futuro, il passato torna a cercarla nei panni di uno sconosciuto che sostiene di essere suo nonno. Dice di essere il padre di quel padre che lei ha sempre creduto morto, e le mostra la foto di una ragazza che potrebbe essere Julia stessa, tanto le somiglia, se solo quel ritratto non fosse stato scattato sessant'anni prima. Milano, 1954. Vincent, promettente ingegnere tedesco, arriva da Monaco con il compito di testare una piccola automobile italiana che potrebbe risollevare le sorti della BMW. E così che conosce Giulietta, incaricata di fargli da interprete, e se ne innamora. Lei è una ragazza piena di vita e di sogni - ama disegnare e cucire vestiti - ma è frenata dalla sua famiglia, emigrata dalla Sicilia, e da una promessa che già la lega a un altro uomo. Si ritroverà a scegliere tra amore e dovere, libertà e tradizione, e quella scelta segnerà il destino di tutte le generazioni a venire. Fino a Julia. Proprio a lei, oggi, viene chiesto da quel perfetto estraneo di ricucire uno strappo doloroso, di ricomporre una famiglia che non ha mai conosciuto. Ma che ha sempre desiderato avere. Se accetta, l'attende un viaggio alla ricerca della verità, un tuffo nel passato alla scoperta delle sue radici. L'attendono bugie e segreti che potrebbero ferirla: il prezzo da pagare per riavere un mondo di affetti che le è sempre mancato. L'attende la scoperta emozionante di un amore incancellabile a cui va resa giustizia e di una donna luminosa che, all'insaputa di Julia, vive da sempre dentro di lei e dentro i suoi sogni.
Daniel Speck ha trasposto su carta una storia importante, che parla di famiglia, di gioia e di dolore, di difficoltà e di coraggio; parla di vita. All'interno di quest'opera sono racchiusi temi importanti come l'immigrazione, le differenze sociali ed intellettuali, l'importanza della verità e delle menzogne.
Nel corso del processo di metabolizzazione mi sono più volte chiesta se fosse davvero possibile racchiudere tutto questo, e anche di più, in poco più di cinquecento pagine battute a macchina e l'unica risposta che ne è emersa è quella, forse, più semplice: sì.
Nel corso del processo di metabolizzazione mi sono più volte chiesta se fosse davvero possibile racchiudere tutto questo, e anche di più, in poco più di cinquecento pagine battute a macchina e l'unica risposta che ne è emersa è quella, forse, più semplice: sì.
Nel 2011 è stato pubblicato in Italia da Einaudi "Libertà" di Jonathan Franzen, il libro che ho utilizzato come metro di paragone per tutti quelli che ho letto successivamente, una saga familiare che mi ha permesso di ampliare gli orizzonti e di approfondire la conoscenza di molti dei generi letterari che ad oggi leggo con immenso piacere e grande foga.
Tornando a focalizzarmi su "Volevamo andare lontano" ciò che più ho apprezzato di questa lettura è la scelta dell'autore di "nobilitare" il romanzo, ammettendo che ce ne fosse necessità: spesso si tende a non concedere particolare rispetto alla letteratura d'intrattenimento, ritenendola fine a se stessa. Opere come quella di Speck contribuiscono ad arricchire il parco, a mio parere già piuttosto vasto, di opere contemporanee che hanno nulla da invidiare ai capostipiti della narrativa classica.
Volendo esprimere un parere "tecnico", relativo ai diversi componenti che danno vita e forma ad un romanzo, posso affermare di non essere rimasta delusa sotto nessun punto di vista: lo stile di scrittura di Speck è delicato, impattante e fruibile ma, contemporaneamente, carico di pathos, capace di coinvolgere il lettore emotivamente senza per questo trasmettere un'eventuale sensazione di pesantezza. La caratterizzazione dei personaggi è accurata e sensibile, i protagonisti della storia sono in grado di far affezionare loro chi legge, lasciandogli poi una sensazione di vuoto una volta girata l'ultima pagina.
Ho volutamente lasciato per ultimo l'approfondimento sulla trama perché ritengo meriti un'attenzione particolare: la potenza di questa storia sta nella sua verosimiglianza e la bravura di Speck nello svilupparla dimostra quanto questo autore sia autorevole professionalmente. Essere in grado di trasporre alcune vicende probabilmente realmente accadute e costruire l'evoluzione di esse a scopo d'intrattenimento istruttivo è semplicemente frutto di grande intelligenza e profondità d'animo. Leggendo "Volevamo andare lontano" vi troverete a soffrire di esperienze che non avete mai vissuto, ad empatizzare con i personaggi in circostanze particolari in cui, probabilmente, avreste sempre creduto di potervi comportare in maniera opposta, foste stati in loro.
L'ulteriore elemento che accresce la splendida riuscita di questo lavoro è l'ampio arco temporale durante il quale si svolge la storia, che inizia nel 2014 per poi "riavvolgersi" fino al 1954, anno da cui avrà inizio un lungo, tormentato e meraviglioso viaggio verso l'attuale presente, fino ad arrivare al momento della scoperta di ciò che prospetta il futuro.
Infine, per menzionare anche quello che, impropriamente, definirei un "nice touch", ho trovato appropriata la scelta di includere l'albero genealogico della famiglia protagonista della storia alla fine del libro. Ciò che spero possa trasparire da questa mia lunga riflessione su "Volevamo andare lontano" è, più del mero aspetto critico, la parte relativa alle emozioni e alle sensazioni splendide che ho vissuto leggendolo.
Cosa posso aggiungere se non che il voto che assegno a questo libro è il più alto a disposizione e che spero davvero decidiate di leggerlo e di raccontarmi ogni particolare del vostro personale viaggio in questa storia unica <3
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