Oggi ho pronta per voi la recensione di una raccolta di racconti che ho recuperato allo scorso BookPride e che faceva parte del mio Project Ten Books.
Il vizio di smettere | Michele Orti Manara | Racconti Edizioni | febbraio 2018 | 170 pagine | 14,00€
Acquistalo subito! |
Qualche tempo fa l’autore di questo libro si è chiesto a chi assomigliassero i propri personaggi. Quale carattere fosse possibile tratteggiare oltre le loro differenze di genere, età, orientamento sessuale e modo di raccontarsi. Intravedeva qualcosa, un’immagine composita. Alcuni di loro risultavano irretiti in grattacapi che l’autore stesso non avrebbe mai saputo risolvere, mentre altri sembravano annegare in un bicchier d’acqua: era possibile che, pur ricamando diverse sintassi, componessero un’unica trama?
Perché a sentire di una madre intenta a tappare ogni spiraglio di luce per far dormire il figlio, e di una donna braccata dal proprio assicuratore, si era pronti a ipotizzare la stessa categoria d’ossessione. La stessa materia oscura a tenere unite le confidenze di un adolescente in attesa del migliore amico e la parabola di Wali Gupta, il colpevole uomo delle pulizie in attesa dei padroni di casa. Di cosa era fatto questo collante, una comune dif denza nei confronti del futuro? Forse, si è risposto l’autore, ma più quel leggero panico che ci prende quando crediamo ci sia qualcuno a scrivere i nostri passi, come un assassino inseguito dalla propria missione. Non è tanto il fastidio per i li, quanto le poche aspettative riposte sulla clemenza del burattinaio. È qualcosa di indefinibile, per cui si finisce sempre sul bancone del bar a prestare l’orecchio ai deliri di una vecchia, o sul divano di casa a dar retta a un gatto smorfioso. Un po’ come tifare per la tartaruga, e quella sua cocciuta lotta contro Achille.
L’autore se l’è chiesto varie volte chi o cosa fosse questo volto nascosto, e ogni tanto ha pensato di aver riconosciuto qualcuno. Dopo un po’, però, non sapendo bene come porre la questione, ha deciso di smetterla con questo vizio di farsi domande, e si è rimesso a scrivere.
Ci tengo ad iniziare menzionando lo splendido lavoro dell'Editore: oltre ad aver pubblicato un'opera più che degna di nota, realizza il prodotto in maniera impeccabile, dedicando un'attenzione che raramente ho trovato in altre circostanze; adoro le copertine che realizzano e, soprattutto, amo trovare l'illustrazione dell'autore al termine del libro. Vi consiglio davvero di fare un giro per il loro catalogo.
Andando ad analizzare il contenuto, non posso che esprimere tutto il mio entusiasmo nei confronti di questa lettura: nei sedici racconti riportati, Orti Manara da voce alle più disparate emozioni umane, riportando sia esperienze di vita quotidiana che episodi fuori dall'ordinario. Tra i molti personaggi che incontreremo ci saranno uomini, donne, bambini e animali, chi compie umili professioni e chi invece ricopre ruoli di grande responsabilità, chi si scopre in balìa di una profonda felicità e chi deve fare i conti con le grandi difficoltà dell'età adulta o dell'adolescenza. I più gradi protagonisti? I sentimenti.
Ho dovuto impormi di non leggerlo tutto d'un fiato, considerato lo stile di scrittura scorrevole ed empatico dell'autore e della curiosità che è riuscito ad instillare in me; tornare a casa la sera e sapere di avere un paio di racconti ad aspettarmi è stato di grande conforto. Talvolta, mi è sembrato di imbattermi nella scrittura di alcuni di quelli che io considero mostri sacri, uno su tutti Dennis Lehan, ho riconosciuto in Orti Manara la sua stessa sensibilità che sempre guarda in faccia la realtà.
Ho chiaramente delle preferenze per alcuni dei racconti che fanno parte della raccolta ma non ce n'è certo nemmeno uno di cui posso dire che non mi sia piaciuto. Ho apprezzato anche la scelta di impostare un ordine casuale tra i racconti lunghi e quelli brevi, trovo che accresca il divertimento e doni un certo senso di imprevedibilità.
Sono stata molto felice di aver scovato questa perla e di aver scoperto la casa editrice, di cui ho già un altro titolo in attesa di essere letto, oltre ad essere uno dei candidati al Premio Strega 2018.
Andando ad analizzare il contenuto, non posso che esprimere tutto il mio entusiasmo nei confronti di questa lettura: nei sedici racconti riportati, Orti Manara da voce alle più disparate emozioni umane, riportando sia esperienze di vita quotidiana che episodi fuori dall'ordinario. Tra i molti personaggi che incontreremo ci saranno uomini, donne, bambini e animali, chi compie umili professioni e chi invece ricopre ruoli di grande responsabilità, chi si scopre in balìa di una profonda felicità e chi deve fare i conti con le grandi difficoltà dell'età adulta o dell'adolescenza. I più gradi protagonisti? I sentimenti.
Ho dovuto impormi di non leggerlo tutto d'un fiato, considerato lo stile di scrittura scorrevole ed empatico dell'autore e della curiosità che è riuscito ad instillare in me; tornare a casa la sera e sapere di avere un paio di racconti ad aspettarmi è stato di grande conforto. Talvolta, mi è sembrato di imbattermi nella scrittura di alcuni di quelli che io considero mostri sacri, uno su tutti Dennis Lehan, ho riconosciuto in Orti Manara la sua stessa sensibilità che sempre guarda in faccia la realtà.
Ho chiaramente delle preferenze per alcuni dei racconti che fanno parte della raccolta ma non ce n'è certo nemmeno uno di cui posso dire che non mi sia piaciuto. Ho apprezzato anche la scelta di impostare un ordine casuale tra i racconti lunghi e quelli brevi, trovo che accresca il divertimento e doni un certo senso di imprevedibilità.
Sono stata molto felice di aver scovato questa perla e di aver scoperto la casa editrice, di cui ho già un altro titolo in attesa di essere letto, oltre ad essere uno dei candidati al Premio Strega 2018.
Nessun commento:
Posta un commento