Quello appena trascorso è stato un week.end discretamente movimentato, costellato di visite al Salone del Libro di Torino e febbre allegramente in salita e discesa; fortunatamente non è bastato per mandarmi del tutto K.O. e oggi sono qui a raccontarvi di una nuova lettura.
L'evocazione | Marco Garinei | Il Terebinto Edizioni | 2018 | 69 pagine |
10,00€ cartaceo | 3,99 eBook
Acquistalo subito! In un angolo remoto del regno, una squadra inviata dalla Confederazione Arcana indaga su un’anomalia nelle correnti magiche. Giunti sul posto, i membri della spedizione si trovano di fronte alla scena di un massacro. Qualcuno deve aver evocato un’entità senza essere riuscito a mantenerne il controllo. Qualcosa di letale potrebbe ancora aggirarsi nei paraggi e, nonostante la presenza delle guardie del corpo, la maga Luvie non può far altro che rabbrividire mentre il gruppo si addentra nel bosco...
Come alcuni di voi già sapranno, non sono un’appassionata lettrice del genere fantasy e, seppur non disdegnandolo, non mi ritengo un’esperta né, tanto meno, un’estimatrice; non mi limito però alle esperienze pregresse e, se mi imbatto in trame accattivanti, tendo sempre a tuffarmi nella lettura senza pregiudizi, affamata di nuove scoperte.
Ciò che più mi ha attratta e, allo stesso tempo, mi ha lasciata perplessa è la brevità dell’opera di Marco Garinei: anche chi, come me, è ignorante in materia, può intuire che non sia semplice dare vita ad una storia fantasy in sole settanta pagine. A lettura ultimata posso dire che questa caratteristica rappresenti sia il più grande pregio che il più grande difetto de “L’Evocazione”.
Ho apprezzato che l’autore non si sia eccessivamente dilungato in descrizioni prolisse ed esagerate, dando più spazio agli avvenimenti e ad alcune delucidazioni a proposito del mondo di cui si sta parlando; non ne ha beneficiato l’aspetto che riguarda il rapportarsi del lettore con i personaggi che, non essendo a parer mio sufficientemente caratterizzati, faticano a creare empatia.
Ho vissuto questa esperienza di lettura come se mi stessi approcciando ad un prequel di una storia più corposa e strutturata, come mi fosse servito un antipasto che ha il compito di preparare e aprire lo stomaco per la portata principale.
Lo stile di scrittura è maturo e strutturato, chiaro ma allo stesso tempo sufficientemente ricercato, e ha costituito uno degli elementi che più mi hanno fatto apprezzare il racconto.
Ho purtroppo la sensazione di non avere abbastanza elementi per dare una valutazione più articolata all’opera motivo per cui, pur avendola complessivamente apprezzata, non sono in grado di attribuire un voto che superi la sufficienza.
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