Anche oggi per voi un doppio appuntamento perché non posso più aspettare: devo parlarvi di un thriller che mi ha davvero convinta.
La casa del padre | Karen Dionne | Sperling&Kupfer | 2018 | 324 pagine | Rilegato con sovracoperta | 17,90€
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Un thriller psicologico di grande tensione e grandissimo fascino, con una protagonista formidabile: un misto di forza selvaggia e amore incondizionato, di ferocia e vulnerabilità, disposta a tutto per difendere il bene più prezioso. Le sue figlie.
Nonostante tutto, Helena Pelletier è riuscita ad avere la vita che voleva: un marito che ama, due figlie bellissime, un lavoro che le riempie le giornate. Finché, un giorno, un brutto giorno, sente un annuncio alla radio, e capisce di essere stata un'ingenua a credere di poter dimenticare il passato. Perché lei ha un segreto. Qualcosa che non ha rivelato neanche al marito, qualcosa che ha a che fare con la sua infanzia, con quella madre famosa suo malgrado, e con il padre la cui casa non era altro che una capanna nei boschi del Michigan. È lì che Helena ha vissuto i suoi primi dodici anni, nella foresta, senza luce né acqua corrente, senza un'anima a parte loro tre. E ha amato quella vita selvaggia, il fiume, la caccia, ha amato suo padre, quel padre brutale e amorevole a un tempo che le ha insegnato tutto quello che sa. Quel padre dal quale è dovuta scappare e che è finito in prigione. Sono passati quindici anni quando Helena sente alla radio che lui è evaso, e sa di essere in pericolo, proprio come tanti anni fa. Soprattutto sa di essere l'unica al mondo a poterlo catturare di nuovo.
Negli ultimi mesi devo dire di aver fatto numerose letture appassionanti e molto soddisfacenti grazie a Sperling&Kupfer, che ringrazio sempre di cuore, e questa volta non è stata da meno. Ero ormai da tempo in balìa di una crisi d'astinenza da thriller, il genere che più amo in assoluto, e allo stesso tempo avevo paura di ributtarmi nella lettura di un libro che non meritasse e di restarne quindi delusa e scottata. Fortunatamente poco tempo fa è uscito questo romanzo che posso dire mi abbia chiamata a sé.Non posso negarvi essere stata un po' dubbiosa sulle primissime pagine: dall'incipit il rimando a storie già lette precedentemente, come "Room" o i saggi scritti da alcune vittime di rapimento, è stato evidente e ho avuto il timore di essere incappata in qualcosa di non originale. Fortunatamente mai ci fu prima impressione più scorretta!
Partirei dall'indubbio talento di Karen Dionne in materia stilistica e narrativa, la sua cifra è ben riconoscibile e di facile comprensione, sempre accompagnata come da un velo quasi olistico che attribuisce un tono particolarmente riflessivo alle voci narranti. Il punto di vista è quello di Helena, la piccola nata dall'unione carnale del "Re della palude" con la sua vittima, una ragazzina solo sedicenne, strappata alla famiglia e alla sua vita allo scopo di diventare sua moglie e serva.
Se vi dicessi il nome di mia madre, lo riconoscereste al volo. Era famosa, anche se non lo avrebbe voluto. Se vi facessi il suo nome lo riconoscereste, e poi vi chiedereste che fine ha fatto...
La scelta di far appartenere l'orco ad un'antica popolazione nativa americana ha reso ancor più particolare ed appassionante la vicenda, contribuendo ad accrescere la curiosità nel lettore, tenuto sulle spine in modo magistrale. Inizialmente sono stata tentata di attribuire alla lettura un voto quasi massimo, e il quasi sarebbe stato rappresentato dalle numerose descrizioni di scene di caccia che si svolgono nella palude dove la "famiglia" abita; sono una di quelle persone troppo sensibili al tema animali, una di quelle che in un film preferisce veder morire 10 uomini piuttosto che il cane, ed è paradossalmente per questo che la Dionne, alla fine, si è guadagnata anche l'ultima stellina: è stata in grado di farmi proseguire la lettura senza il peso delle suddette scene, impresa in cui, fino ad oggi, non era riuscito nessun altro.
Anche lo scheletro vero e proprio del romanzo è un plus valore in quanto a originalità e riuscita: i capitoli si alternano raccontando prima uno spezzone della storia "originale", dal momento della cattura della mamma di Helena, al presente, dove lei si troverà a dover sventare il rischio più grande che la sua famiglia possa correre, dopo aver appreso dell'evasione dal carcere di suo padre, rinchiuso da tredici anni.
Il risultato ottenuto è paragonabile alla struttura degli episodi di una serie tv al cardiopalma! Che tu abbia terminato un capitolo nel passato oppure uno nel presente, non riuscirai fisicamente a staccarti dalle pagine o soffrirai molto nel caso in cui fossi costretto a farlo.
E' stato avvincente non trovarsi a dover individuare un colpevole, per una volta, ma immedesimarsi a tal punto nella storia da non riuscire a non pensarci nell'arco della giornata, al lavoro o a casa, in ogni situazione.
La lettrice di thriller che è in me è tornata, più affamata che mai, e questo romanzo ha contribuito ad alimentare la mia ingordigia...chi riuscirà a farmi appassionare a tal punto da scalzare "La casa del padre" dal primo posto della classifica di genere di quest'anno?
Rimanete con me per scoprirlo, avrete presto notizie...
«Un nthriller psicologico sensazionale.» - Lee Child
«Brillante... La casa del padre è un ottimo thriller.» - The New York Times Book Preview
«Da brivido.» - People
«Una suspense imperdibile.» - Cosmopolitan
«Eccezionale: il conflitto interiore della protagonista rende questo romanzo ancora più potente.» - Publishers Weekly, Starred Review
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