Lucenti | Uduvicio Atanagi, AkaB (Ill.) | Eris Edizioni | 200 pagine (bianco e nero) | Brossura | 2018 | 13,00€
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Per chi ama Thomas Ligotti, Cronenberg e film come La casa delle finestre che ridono, un romanzo dalle atmosfere orrorifiche che abbraccia il genere per andare oltre il puro intrattenimento e affrontare tematiche esistenziali.
Eris è lieta di annunciare la prima uscita della collana di narrativa Atropo del 2018. Dopo la pubblicazione di Challenger, Eris scommette ancora una volta sulle contaminazioni di generi con l’opera di Uduvicio Atanagi, una tra le più originali e visionarie voci della letteratura horror e fantastica italiana.
Lucenti, terzo romanzo di Atanagi, è un libro in cui orrore, romanzo di formazione e temi esistenziali si incontrano. Tra atmosfere orrorifiche, condite da paesaggi rurali desolati che ricordano film come Non si sevizia un paperino, il lettore è spinto a seguire le vicende cupe e misteriose della vita di Mino, un ragazzino che sta vivendo contemporaneamente il passaggio dall’infanzia all’adolescenza negli anni ’90 e una nuova percezione del suo corpo che lo porta a scoprire un’ignota natura interiore.
Pensieri e temi esistenziali accompagnano non solo le scelte del protagonista ma anche quelle di tutti i suoi comprimari, a partire da Lucio, con il quale Mino instaura una conflittuale amicizia fatta di luci e ombre che molto ricorda la tradizione della narrativa giapponese, in cui bene e male spesso non hanno confini netti e si mescolano all’interno dell’individuo, emergendo attraverso scelte giuste o azioni sbagliate.
Solo il lettore lentamente potrà acquisire nella lettura la consapevolezza della natura ambigua di quel territorio dove sono molte le generazioni a essersi succedute: le tetre vicende di una genealogia maledetta ruotano tutte attorno a un solo edificio, un casolare, teatro di avvenimenti inquietanti che forse non riguardano solo quel singolo “sangue” ma l’illusione tutta umana di poter esercitare la propria autodeterminazione.
Una forte componente esoterica, una ritualità fatta di un costante ritorno; un perpetuo loop fatto di scelte sempre uguali su un terreno lastricato di leggende che ci ricordano che le narrazioni di stampo fantastico possono crescere grazie al ricco patrimonio mitologico locale dal quale Uduvicio Atanagi – uno dei tanti pseudonimi utilizzati dallo sfuggente scrittore di questo romanzo – attinge a piene mani.
Le illustrazioni di AkaB accompagnano l’intera narrazione arricchendo il volume grazie al suo tratto riconoscibile e unico, che si sposa perfettamente con il gusto esoterico e immaginifico di Uduvicio Atanagi, con il quale il fumettista non a caso ha già collaborato in passato.
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