La giornata volge ormai al termine ma io non posso e non voglio esimermi dal parlarvi di una meravigliosa scoperta che ho fatto grazie a Virginia, blogger de Il Troubadour e splendida persona che, dal momento del nostro "incontro" virtuale mi insegna ogni giorno qualcosa di nuovo.
Se mi conoscete saprete di certo quanto io ami condividere: leggere con qualcun'altro mi regala una gioia che è complicato descrivere a parole; e se non mi fossi imbattuta in Virginia avrei impiegato mesi, più probabilmente anni, per scoprire il piccolo gioiello che abbiamo letto insieme durante il mese di marzo.
Ultimamente Instagram è il social più in voga per tanti motivi e io sono davvero felice di poterne parlare per raccontarvi di questo bell'incontro che si coronerà al Salone del Libro, il posto perfetto per vedersi finalmente in faccia ;)
La città dei ladri | David Benioff | Neri Pozza (Beat) | 2009 | 281 pagine | 9,00€
È l'inverno del 1941 a Leningrado. La città è sotto l'assedio delle truppe tedesche e i suoi abitanti non hanno mai patito tanta fame. Per Lev, diciassette anni, naso grosso e capelli neri, e Kolja, giovane cosacco con la faccia impertinente, la fame, tuttavia, è ben poca cosa rispetto a quello che li aspetta. Lev ha rubato il coltello a un paracadutista tedesco morto assiderato e Kolja ha avuto la brillante idea di disertare. Reati gravissimi in tempo di guerra, per i quali la pena prevista è una sola: la fucilazione. Dopo qualche giorno trascorso in un cupo carcere sulla Neva, i due si ritrovano al cospetto di un colonnello dal collo taurino e le stelle ben in vista sulle mostrine. Il colonnello dapprima li squadra, poi li invita a seguirlo fino ai margini del fiume. Sulla Neva ghiacciata una ragazza, capelli corvini legati in uno chignon morbido, pattina esibendosi in piroette strette e veloci. È sua figlia e sta per sposarsi. Un matrimonio vero, alla russa, con musica e danze e... un solo problema: la torta nuziale. Ci sono lo zucchero, il miele, la farina e tutti gli altri ingredienti, ma mancano le uova, una maledetta dozzina di uova introvabili in tutta Leningrado per gli eroici soldati dell'Armata Rossa, ma non forse per una volgare coppia di ladri...
La scelta di questo libro è nata dalla mia curiosità nei confronti del "mondo" di Virginia: tra le sue molteplici competenze, la conoscenza della Russia mi ha portata a rivolgerle innumerevoli domande dando così vita ad un discorso che ci ha portate a scegliere questo romanzo. Benioff, pur essendo americano, ha deciso di ambientare questo suo secondo lavoro a Leningrado, regalandoci un'esperienza di lettura incredibile, condita da elementi vincenti sotto ogni punto di vista.
Nella mia sconfinata ignoranza, senza sapere nulla né dell'autore né del romanzo ho pensato mi sarei imbattuta in un'opera particolarmente riflessiva, come un lungo monologo. Ciò che ho scoperto, invece, mi accompagna tutti i giorni e mi ha sconvolta come un'onda anomala di parole.
L'idea di partenza, quella di affiancare due uomini che, fino a quel momento, hanno condotto esistenze diametralmente opposte, mi ha conquistata senza riserve, permettendomi di empatizzare con i protagonisti fin dal principio. Da quel momento posso affermare di aver divorato gli avvenimenti con quella fame che, solitamente, riservo ai thriller psicologici ben scritti.
Ciò che più mi ha resa felice è stato l'incalzante susseguirsi degli eventi, riuscito alla perfezione senza il bisogno di ricorrere ad espedienti usuali quali i colpi di scena o gli ormai abusati cliffhanger al termine di ogni capitolo.
Ho interpretato il presupposto su cui si basa l'intera struttura del romanzo come una grande ma velata metafora: la ricerca è una costante della vita umana, che sia essa dell'amore, della felicità, della perfezione o...della salvezza. I protagonisti della storia di Benioff devono "portare a casa la pelle" e, per farlo, hanno un solo modo, recapitare a chi le chiede 12 uova, non una di più né una di meno; l'essere nel pieno della Seconda Guerra Mondiale non favorirà certo la loro ricerca ma, allo stesso tempo, li porrà davanti ad avventure che nemmeno loro si sarebbero mai sognati di poter vivere.
L'adrenalina trasmessa dallo stile narrativo di Benioff è dosata correttamente in ogni singolo momento, alternata magistralmente alle descrizioni dell'incredibile ambientazione e ai flussi di coscienza dei personaggi, le parti che personalmente ho preferito.
Se precedentemente posso dire di essere stata fortemente incuriosita dalla Russia, dalla sua storia e dalle sue abitudini, ora trattengo a stento l'entusiasmo all'idea di fionadarmici senza riserve. Mentre attendo di poterlo fare sul serio, certamente approfondirò la conoscenza della cultura leggendo tutto ciò che mi capiterà di incontrare: Virginia ha già snocciolato una serie di titoli tra cui posso solo avere l'imbarazzo della scelta (wink!)
Sperando di essere riuscita a trasmettervi tutta la gioia che mi scalda il cuore al solo pensiero di questa lettura, vi auguro una notte particolarmente serena e riposante, dandovi appuntamento a domani mattina, con una nuova recensione che vedrà protagonista un autore italiano che rivoluzionerà il nostro mondo fantasy...dal 17 aprile!
Vi ricordo di passare da Virginia e leggere il suo articolo. Fidatevi, non potrete più farne a meno <3
Nessun commento:
Posta un commento