venerdì 12 gennaio 2018

Recensione "Un giorno qualunque" di Alessandro Dainotti

Buon venerdì pomeriggio Amici dei Libri!

Anche oggi doppio appuntamento, visto il risultato del sondaggio che ho fatto sulla pagina Instagram dove vi ho chiesto quanto foste curiosi di leggere la recensione di "Un giorno qualunque".

Non mi stancherò mai di dirvi che grazie all'agenzia letteraria Saper scrivere sto scoprendo una moltitudine di titoli entusiasmanti, di autori emergenti, che stanno piano piano entrando a far parte della classifica delle mie letture del cuore. In particolar modo, Astro Edizioni trovo svolta un accurato e riuscito lavoro sullo scouting di chi scrive romanzi il che, di questi tempi, non è per nulla scontato. 


Un giorno qualunque | Alessandro Dainotti | Astro Edizioni | 2017 | 13,90€ cartaceo, 2,99€ ebook 



Trama: Adriano è uno dei tanti italiani emigrati a Londra. È un giorno qualunque della sua vita eppure, quando vede un bambino e una donna seduti in un bar, riaffiorano potenti i ricordi. L'infanzia dentro la libreria Pizzuto, le discriminazioni a scuola, l'insoddisfazione del lavoro, l'addio alla Sicilia per trasferirsi a Roma, l'amore per Tiziano. La vita attuale e le vite del passato si alternano tra riflessioni e ricordi felici, fino a quando Adriano incontra Giacomo, che gli offre il suo aiuto. Per il ragazzo comincia una vita fatta di menzogne, poi Tiziano scopre il tradimento e decide di lasciarlo. È allora che Adriano parte per il Regno Unito. Passato e presente collimano, a fine giornata, in un ultimo e fatale incontro. Solo in quel momento Adriano sarà costretto a fare i conti con il passato e accettare la realtà.


La storia che Dainotti ha creato, durante la lettura, assume la forma di un grande calderone dentro il quale sono contenute una moltitudine di sfumature differenti: non è possibile attribuirgli un'etichetta o una classificazione di genere, poiché sarebbe limitante. Quella del protagonista è una vita che si potrebbe definire ordinaria, costellata di esperienze che tanti di noi facciamo o abbiamo fatto, arricchita da un punto di vista capace di descriverla come se fosse un osservatore esterno capace di empatizzare come se stesse vivendo in prima persona. Lo definirei un esempio di ambiguità positiva. 

Il tema che viene trattato principalmente, con una delicatezza e una maestria invidiabili, è quello dell'omosessualità, senza che si cada in banali chliché o avvenimenti metaforici colmi di ostentazione.
Non solo affiancheremo Adriano, protagonista indiscusso della vicenda, durante i suoi spostamenti e mutamenti di abitudini dovuti a motivi di studio o di lavoro, ma saremo spettatori anche di quella che è la sua intimità, andando ad analizzare una grande e importante storia d'amore che ha segnato indelebilmente la sua vita. 

Un lavoro del genere non è per nulla banale e altrettanto difficoltoso, sotto numerosi punti di vista quali la delicatezza del tema, dei sentimenti di chi legge il libro e, per mia interpretazione personale ancora infondata, la decisione di raccontare ad un pubblico molto ampio una parte della propria vita. Ovviamente non conosco l'orientamento sessuale dell'autore (lo specifico a scanso di equivoci) ma ho saputo che, come Adriano, Dainotti ha seguito un percorso di studi in editoria trasferendosi prima a Roma e, successivamente, a Londra. 
Questo mi è bastato per capire come mai dalle pagine del libro trasparisse tanta sincerità.

Leggendolo mi sono sentita l'ascoltatrice di una storia personale piuttosto che un membro del pubblico intrattenuto; ci sono libri che ci permettono di svagarci, altri che che insegnano la storia e ciò che è accaduto prima che nascessimo, e poi c'è "Un giorno qualunque" che riesce a farti provare le stesse emozioni di quando ti siedi al tavolino di un bar con un amico molto stretto che non vedi da molti anni e di cui non vedi l'ora di sapere la storia degli ultimi anni. 

Direi di concludere analizzando brevemente lo stile di scrittura del giovane autore, schietto ma denso di significato e con una grande carica emotiva; apprezzo sempre scoprire autori talentuosi e poco pretenziosi, con la meravigliosa capacità di scrivere bene senza dover ricorrere a particolari espedienti pirotecnici. Devo ahimè ammettere di aver trovato piuttosto fastidioso il non-uso dei congiuntivi nei discorsi diretti, seppur io capisca che si possa scegliere di mettere nero su bianco il "parlato" così com'è. 

Ebbene sì, altri cinque barattoli per la scuderia Astro Edizioni, di cui spero di leggere molto presto altre pubblicazioni. 



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