Proseguiamo, in questo scoppiettante venerdì, con l'ultima tappa di un meraviglioso Blogtour dedicato al secondo capitolo della saga di Cristina Azzali "La spia e il guaritore", attesissimo seguito di "L'eredità della spada".
E: La prima domanda che desidero porti riguarda la curiosità più grande che ho nei confronti di chi scrive romanzi: quali sono gli autori che hanno influenzato maggiormente la tua vita di lettrice e, di conseguenza, la tua carriera di scrittrice?
CA: Ce ne sono molti, ma il principale è sicuramente J.R.R. Tolkien. Amo sempre dire che, se a dodici anni non avessi scoperto Il Signore degli Anelli, non sarei la scrittrice (e la persona) che sono oggi. Nessun altro autore ha saputo farmi volare con la fantasia, farmi emozionare e ispirarmi quanto lui; le sue opere sono pilastri della letteratura fantasy, mentre la sua profonda sapienza e la sconfinata dedizione alle sue opere dovrebbero essere l'aspirazione massima di ogni scrittore.
E: Leggendo "L'eredità della spada" salta subito all'occhio del lettore la tua grandissima proprietà di linguaggio: hai fatto dei corsi di scrittura creativa? Oppure è un talento innato?
CA: Non ho mai frequentato corsi di scrittura; credo che la mia proprietà di linguaggio sia il frutto di anni dedicati alla lettura dei classici della letteratura e al mio amore per la lingua italiana, così incredibilmente ricca e varia. Il dizionario dei sinonimi e dei contrari è il mio miglior alleato mentre scrivo!
E: Il fantasy è un genere molto complicato cui approcciarsi nel panorama letterario a noi contemporaneo: dal punto di vista dei dettagli, quali sono quelli che hai deciso di utilizzare per diversificare il tuo romanzo?
CA: Non volevo creare un fantasy che richiamasse in maniera troppo evidente alcune delle principali caratteristiche del genere; per questo motivo non ho mai preso in considerazione l'idea di popolare il mio universo fantastico delle razze canoniche del fantasy (elfi, nani, orchi, eccetera), così come di creature leggendarie e folkloristiche (draghi, troll, fate e folletti). Ho preferito un approccio più realistico alla narrazione, anche meno epico, se vogliamo, che si avvicina a quello del romanzo storico medievale. Anche la trama non è certo quella di un fantasy classico, dove l'Eroe si imbarca in una missione per sconfiggere il malvagio antagonista e riportare la pace nel proprio mondo; il primo volume della serie, “L'eredità della spada”, è sostanzialmente un romanzo di formazione, volutamente incentrato sul percorso di crescita del protagonista e sulle sue relazioni con gli altri personaggi. La storia evolverà nel corso di questo secondo romanzo e dei prossimi, andando a creare infine quello che mi auguro possa essere un racconto originale e appassionante.
E: Quando leggo un libro mi viene sempre spontaneo domandarmi quanto ci sia dell'autore all'interno della caratterizzazione dei personaggi: c'è qualcuno in cui ti rispecchi di più? Hai riportato le personalità di qualcuno che conosci nella vita reale?
CA: Cerco sempre di mantenere un certo, chiamiamolo distacco professionale, dai miei personaggi; è fin troppo facile cedere alla tentazione di creare un proprio alter ego, o magari una proiezione di ciò che vorremmo essere, nella fase di scrittura e, onestamente, quando ritrovo simili esempi nei libri che leggo resto un po' infastidita. Ciò detto, ammetto che, all'inizio di questa avventura, mi rispecchiavo molto nella situazione e nello stato d'animo del protagonista: un ragazzo che abbandona ogni certezza per inseguire il proprio sogno, nonostante la dura opposizione della famiglia. Fino a non molto tempo fa, molti pensavano che scrivere fosse per me solo un capriccio passeggero, non una vera passione, né tanto meno un'attività sulla quale impostare tutto il mio futuro. In pochi credevano che sarei arrivata fino in fondo e sono contenta di averli sorpresi.
E: Come e quando hai deciso di passare dall'essere una lettrice a diventare una scrittrice? Quali sono i 2 consigli principali che daresti a chi desidera intraprendere la tua stessa carriera?
CA: Lettura e scrittura sono sempre andate di pari passo per me; scrivo e leggo da quando ho memoria, anche se ovviamente i soggetti e i modi sono maturati assieme a me. Non si è trattato di una scelta, nel mio caso, ma piuttosto della consapevolezza che, prima di tentare di creare un'opera complessa come una serie di romanzi, fosse fondamentale aspettare la storia giusta. Il primo e più importante consiglio che mi sentirei di dare ad un aspirante scrittore è fare come me, quindi leggere in continuazione, poiché non può esistere scrittore che non sia anche un divoratore di libri. La lettura serve non soltanto ad arricchire il vocabolario e aprire la mente, ma anche a conoscere ciò che è già stato scritto, cioè a fare il primo passo per cercare di distinguersi. Il secondo consiglio consiste nell'esaminare a fondo le proprie intenzioni, cercando di essere il più possibile onesti con se stessi, prima di lanciarsi in un'impresa di questa portata: l'ultima cosa di cui l'editoria e i lettori hanno bisogno sono individui che considerano la scrittura un semplice passatempo o, peggio ancora, un gioco.
E: Editoria italiana: un meraviglioso mondo pieno di difficoltà. Come è stato il percorso del tuo romanzo una volta che hai messo il punto? Ci puoi raccontare della tua ricerca di un editore e tutto ciò che ne concerne?
CA: Premetto che ero giovane e ingenua, quindi la prima cosa che ho fatto, una volta pronto il manoscritto de “L'eredità della spada”, è stata contattare tutte le più famose case editrici che mi venissero in mente. Ovviamente, nessuna ha mai risposto. Con il passare dei mesi, ho iniziato a ridimensionare le mie pretese e ho contattato editori minori, specializzati nel genere fantasy. La mia collaborazione con la SensoInverso è iniziata dopo circa due anni di ricerca, periodo in cui mi sono resa conto di quanto sia arduo trovare un posto nel mercato editoriale italiano. Ma le lezioni non erano ancora finite, perché, subito dopo, ho dovuto imparare quanto sia difficile emergere dal mare delle pubblicazioni e farsi effettivamente leggere da qualcuno. È una battaglia continua, a colpi di segnalazioni, recensioni, giveaway, fiere e presentazioni; e la strada è ancora lunghissima.
E: Il tuo primo romanzo ha avuto un fantastico successo ma cosa puoi dirci di questo secondo volume? Era già pronto prima che venisse pubblicato il primo o l'hai scritto successivamente? Come ti senti all'idea di avere tanti lettori in trepidante attesa dei tuoi scritti?
CA: Avevo già iniziato a scrivere alcuni capitoli de “La spia e il guaritore” mentre mi affannavo nella ricerca di un editore per “L'eredità della spada”. Circa un terzo della prima stesura era pronto quando è uscito il primo volume, ad agosto 2015, e il resto l'ho completato durante l'autunno/inverno di quello stesso anno. Ho trascorso il 2016 dividendomi tra il lavoro e le continue revisioni al testo, fino a quando non ho ritenuto fosse pronto per essere sottoposto al giudizio dell'editore. E devo dire che i lettori si sono fatti sentire, durante questo lunghissimo periodo, alcuni in maniera veramente insistente! Scherzi a parte, è una soddisfazione incredibile sapere che chi ha letto il primo libro non vede l'ora di sapere come continuerà la storia; i commenti e gli incoraggiamenti dei lettori sono stati la spinta che mi ha fatto superare ogni difficoltà, un'iniezione di autostima nei momenti di sconforto o dubbio, ed è proprio per questo che buona parte dei ringraziamenti in coda a “La spia e il guaritore” è dedicata a loro.
E: Sognavi di diventare una scrittrice fin da quando eri bambina o questo desiderio ha preso piede e forma durante la tua crescita?
CA: Da piccola scrivevo storielle e parodie delle fiabe classiche in chiave comica; tra gli 11 e i 12 anni ho sviluppato una vera e propria ossessione per i gialli (tutto merito di Agatha Christie), mentre più tardi, negli anni del liceo, mi sono cimentata in uno pseudo romanzo fantascientifico, rimasto tristemente incompiuto. A chi mi chiedeva cosa volessi fare da grande, ho sempre risposto “la scrittrice” (se escludiamo una breve parentesi pre-universitaria, in cui ero convinta che sarei diventata una critica cinematografica), quindi direi che la scrittura è sempre stata il mio chiodo fisso.
E: Credi che resterai legata al fantasy o ti è capitato di pensare di cambiare genere? Hai qualche altra opera nel cassetto?
CA: Mi sento naturalmente portata per il fantasy ed è certo che questa serie mi terrà impegnata per molto, molto tempo! Recentemente, però, mi è capitato di fare un sogno in cui scrivevo libri per ragazzi e devo dire che non mi dispiacerebbe come idea. Credo sia importantissimo far appassionare i più giovani alla lettura già dall'infanzia o preadolescenza, quindi, se mai mi venisse offerta questa opportunità, perché no?
E: Nel romanzo fantasy, più che in altre tipologie, l'illustrazione gioca un ruolo fondamentale, soprattutto incarnato dalle mappe dei mondi creati. Ti piacerebbe collaborare con un illustratore per realizzare un romanzo grafico o, perché no, dare vita ad una versione a fumetti della tua serie?
CA: Poter collaborare con un illustratore sarebbe un sogno, sia per la realizzazione delle copertine, sia per i ritratti dei personaggi. Purtroppo questo genere di collaborazioni sono di solito abbastanza costose, sempre che non sia la casa editrice ad occuparsi di tutto; nel mio caso non è così, e lo stato attuale delle mie finanze mi suggerisce di accantonare questo sogno, almeno per il momento.
E: Da blogger, devo concedermi una domanda che mi riguarda: che ruolo pensi che giochi il passaparola creato dalle piattaforme digitali?
CA: È fondamentale, specialmente per noi autori emergenti che fatichiamo ad arrivare fisicamente nelle librerie e, più in generale, al grande pubblico. Occorre far parlare di sé, mantenere una luce sempre ben puntata sul proprio lavoro, sperando di riuscire a destare la curiosità e l'interesse di potenziali lettori. Se non esistessero i social e il blog, probabilmente nessuno avrebbe mai sentito parlare de “L'eredità della spada” al di fuori della mia (limitata) cerchia di conoscenze.
E: So che nella vita lavori in un negozio e, come spesso ci diciamo, non è semplice: come riesci a conciliare le tue due professioni? La scrittura funge anche da rifugio da quelle che sono le preoccupazioni e le difficoltà della routine quotidiana?
CA: Io sono veramente incapace di conciliare lavoro e scrittura, nel senso che, se dovessi lavorare dodici mesi all'anno come la maggior parte delle persone, probabilmente sarei ancora alle prese con il primo libro. Fortunatamente, il mio è un lavoro stagionale che mi lascia totalmente libera, nei mesi invernali, di dedicarmi ai romanzi e alla promozione. Per me scrivere è vitale, aiuta a ritrovare l'equilibrio e a mettere ordine tra i pensieri; è per questo che le pause forzate che sono costretta a prendermi mi pesano così tanto.
E: Cosa desideri dire a chi è già un tuo lettore e a chi presto lo diventerà?
CA: Solo una parola: grazie.
Grazie per aver dato una possibilità a un'autrice esordiente e a un libro di oltre 600 pagine (cosa non da tutti); grazie per aver permesso alla storia e ai personaggi di vivere attraverso la lettura e per avermi incoraggiata a continuare a fare ciò che amo.
Un enorme grazie a te, Cristina!
Scoprite tutte le altre meravigliose tappe del tour:
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complimenti all'autrice, ha scritto una saga che mi interessa tantissimo. e complimenti ai blogger per aver creato un evento e un blogtour pieno zeppo di informazioni! grazie!
RispondiEliminaLuigi Dinardo
luigi8421@yahoo.it
Grazie mille per essere passato e dei bellissimi complimenti! Sono molto felice di aver potuto prendere parte a questo meraviglioso progetto <3
EliminaBellissima intervista è bello sapere anche del quotidiano di una scrittrice come è bella conoscerla almeno un pochino prima di leggere il suo libro *__*
RispondiEliminaIo amo i Fantasy e questo sicuramente non mi sfuggirà !!!
Vi seguo sul blog come Facciolli Marianna
la mia Mail marianna1056@hotmail.it
grazieeeeeeeeeee !!!
Grazie davvero!!
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