lunedì 3 luglio 2017

Recensione: "Le stelle di guardano da lontano" di Monica Sabolo

Titolo: Le stelle si guardano da lontano
Autore: Monica Sabolo 
Editore: Mondadori
Collana: Scrittori Italiani e Stranieri 
Genere: Narrativa Contemporanea 
Pubblicato: 20 Giugno 2017 
Formato: Brossura 
Pagine: 168
Prezzo: 19,00€


Sinossi: Crans-Montana è l'amore. Anzi no, è l'innamoramento. È il regno di una gioventù occupata solo dai propri desideri e dal fascino che naturalmente irradia la giovinezza. Era l'inverno del 1965? L'estate del 1966? Non ha nessuna importanza. Un gruppo di ragazzi ebrei di buona famiglia si ritrova due volte all'anno per le vacanze nella località svizzera che dovrebbe simboleggiare aria limpida e tranquillità. Ma per i ragazzi, che a Parigi conducono vite ordinarie, Crans-Montana è il luogo dove la luce è forte, il cielo tagliente, le foreste cupe e inquietanti. È il luogo selvaggio dove poter finalmente godere della libertà - dove i cuori battono troppo forte. Loro fremono e osservano la banda delle tre C. Chris, Charlie e Claudia. Sempre insieme, con l'aria di divertirsi e infischiarsene del mondo attorno. Una costellazione perfetta e luminosa fatta di capelli sciolti sulle spalle, sorrisi maliziosi e gambe lunghe, sguardi spavaldi. Un gruppetto di divinità che sembra essere lì, a pattinare sul ghiaccio o bere una Coca-Cola con la cannuccia, solo per farsi ammirare, per turbare i cuori dei ragazzi.
E loro le spiano come investigatori che conoscono il sospettato, sulle piste da sci, a bordo piscina, fuori dai night club. Raccolgono indizi, prove della loro esistenza: sigarette al mentolo, chewing gum Hollywood al limone, caramelle alla violetta, e un anello con un teschio di onice dimenticato sul bordo di un lavandino e infilato febbrilmente in una tasca - la prova lampante del grande mistero femminile. Gli anni passano. I ragazzi diventano adulti, i destini si separano e le vite fanno il loro corso lontano dalle montagne svizzere. Eppure il ricordo delle tre ragazze continua a perseguitarli come il fantasma di una giovinezza dorata eppure piena di segreti. In fondo "erano i nostri primi amori, e in seguito tutte le altre donne della nostra vita sarebbero state paragonate a loro, e nessuna avrebbe mai potuto cancellare i loro fantasmi, che riemergevano più reali delle nostre mogli, delle amanti, delle madri dei nostri figli". E nei trent'anni che seguiranno ognuno di loro cercherà di raggiungere qualcosa di grande, l'amore, la verità o semplicemente il senso di esistere e che la propria esistenza non sia vana. Finendo per tornare sempre a Crans-Montana.
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“Le stelle si guardano da lontano” è un libro fuori dal comune, diverso da tanti altri che mi sia capitato di leggere fino ad oggi. Devo ammettere di essere parecchio confusa su cosa scrivere in questa recensione, motivo per cui ho deciso di scrivere di getto e vedere che cosa ne esce. Se state leggendo questa frase vuol dire che sono stata più produttiva di quanto pensassi (wink!)

Crans-Montana, un luogo circondato da un alone di mistero malcelato, fa da sfondo a quella che si rivelerà essere una storia di vita, di crescita e dei sentimenti che accompagnano questo percorso, quello che ognuno di noi deve affrontare a modo suo.

Il libro della Sabolo ritrae uno spaccato quasi contemporaneo ben preciso, evidenziando quelli che sono i tratti distintivi di una classe sociale, quella più che benestante, e narra di tutte quelle che sono le abitudini di chi appartiene al “rango” che spesso sono atte a camuffare delle verità che sarebbe scomodo venissero a galla; come si dice, non è sempre tutto oro ciò che luccica, e questo romanzo permette al lettore di intraprendere una sorta di viaggio fatto di una carrellata di "sporcature", di difetti che le vite dei personaggi hanno, nonostante si voglia far credere il contrario.

La narrazione è molto particolare per via della scelta dell’autrice di far raccontare la storia a voci narranti non convenzionali: troveremo il punto di vista di alcune delle protagoniste ma anche due lunghe parti che penso si possano definire “corali”, durante le quali la vicenda è vista dagli occhi di un gruppo di ragazzi che fa da sfondo per gran parte del libro. 

Non posso negare di aver trovato lo stile di scrittura piuttosto difficoltoso, a tratti confusionario, motivo per cui non è la caratteristica che ho apprezzato di più durante la lettura. Ho avuto la costante sensazione che intorno agli avvenimenti salienti ci fosse molto, molto di più, ma che si sia deciso di approfondire volontariamente, come se l’accento andasse posto su altro. Non sono certa di aver amato questo intento, ammesso che così sia, ma indubbiamente l’ho trovato interessante e intrigante. 

Come ho già detto, questo è un libro diverso dagli altri, che consiglierei dunque a chi non ha particolari schemi mentali da seguire in ambito di letture, che sia pronto a farsi confondere ma anche stupire, superando qualsivoglia preconcetto. 


#potrebbefaredipiùmanonsi’impegna



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