In questo caldissimo lunedì (qui si schiatta!) vorrei raccontarvi di un libro che ho potuto leggere grazie alla Mondadori Libri, che ringrazio.
Sapete che, quando si tratta di gialli, per di più italiani, non mi tiro certo indietro 😉
Titolo: L’ora di punta
Autore: Nora Venturini
Editore: Mondadori, Omnibus
Pagine: 300
Euro: 18,00
Formato: Rilegato con sovraccoperta
Data di pubblicazione: maggio 2017
TRAMA:
Debora Camilli ha 25 anni e guida il taxi Siena 23. Scarrozzare persone sempre diverse per le strade di Roma, caotiche e traboccanti di vita, non le dispiace, anche se il suo sogno sarebbe stato entrare in polizia. Un sogno a cui ha dovuto rinunciare per sostenere la famiglia quando il padre è mancato improvvisamente e lei ha ereditato la licenza da tassista. Così ora trascorre le sue giornate al volante, o a combattere con la sua famiglia ristretta ma in costante fermento: una mamma infermiera che prepara deliziosi manicaretti (minaccia esiziale per l'austerità a cui Debora vorrebbe ricondurre le proprie forme morbide) e un fratello minore studente modello alla facoltà di Medicina, con il quale passa il tempo a litigare e fare pace. Finché un giorno il destino la va a cercare nelle vesti di una bella signora che sale sul taxi Siena 23, e devia per sempre il corso dell'esistenza della tassista e della sua passeggera. La donna chiede a Debora di aspettarla sotto un portone, ma da quel portone non uscirà più. L'anima della detective si risveglia nella tassista.
Per risolvere il caso si intrufola in un ambiente altoborghese molto distante dal suo, dove scoprirà che quella "Roma bene" è meno per bene di quanto sembri... Accanto a lei il commissario capo Edoardo Raggio, cilentano trapiantato a Roma, sprovvisto del fisico statuario degli investigatori delle serie tv americane, un viso segnato e malinconico, dotato di due grandi occhi chiari che si accendono di complicità ed entusiasmo quando fiuta la traccia giusta. Raggio e Debora formano insieme una strana coppia di investigatori fantasiosamente assortita dal caso, tanto lui è pacato e riflessivo, quanto lei è fumantina e istintiva. Dal lungomare di Ostia accarezzato dal sole primaverile al centro storico invaso dai turisti, dai quartieri eleganti dei Parioli e di Roma Nord, a quelli popolari di San Lorenzo e di Roma Sud facciamo conoscenza, attraverso lo sguardo curioso della tassinara-detective, con l'umanità variegata che popola questo grande palcoscenico a cielo aperto. Tra colpi di scena, equivoci e incontri inattesi, l'audacia e l'intuito di Debora si riveleranno determinanti per arrivare alla soluzione del caso. Nora Venturini mette tutto il suo talento al servizio di una commedia gialla, frizzante e amara insieme, al centro della quale si muove Debora Camilli, giovane donna impulsiva, maldestra, grintosa, ancora inconsapevole della propria grande forza.
Scopri l'autrice:
Nora Venturini è regista teatrale e sceneggiatrice. Ha scritto varie serie tv e tv movie per Rai e Mediaset e firmato numerose regie teatrali. Questo è il suo primo romanzo.
Quella che andiamo a scoprire leggendo questo libro, è l’avventura che intraprende una giovane “tassinara”, la venticinquenne Debora che, ereditata la licenza del padre deceduto, rinuncia al suo sogno di entrare in polizia per portare avanti il mestiere di famiglia.
Una serie di vicissitudini, in primis l’aver ospitato l’ultima corsa in taxi di una donna che verrà brutalmente uccisa, la porteranno a rispolverare le proprie doti investigative, indagando su quanto accaduto alla passeggera misteriosa.
“Debora sentì quella mano magra, ossuta, che le si aggrappava, e quasi si spaventò. Accostò, prendendosi un vaffa dalla macchina dietro, e si girò a guardare la cliente. Era bella, qualsiasi età avesse, portati bene o portati male. Ed era sconvolta.”
Quello che più ho apprezzato di questo romanzo è, senza dubbio, il messaggio che penso voglia trasmettere: spesso nella vita le cose non vanno come vorremmo, o come avevamo desiderato; non bisogna, però, abbandonare la speranza, rischiando di perdere quel famoso treno che passa una volta sola nella vita, per poi doversi pentire di aver sprecato un’occasione.
“<Tu si ‘scita pazza! Ti presenti dal marito di una donna uccisa, su cui iooo, e non solo io, ma tutta la Procura, stiamo svolgendo un’indagine, e ti metti a fare domande, senza che nessuno t’abbia autorizzato!>
<Volevo vederlo in faccia, a lui e alla sua amante, e vedere come reagivano se gli nominavo Monica. Be’, sappi che hanno reagito malissimo! Tutti e due!>
Adesso urlava anche lei. Era fatta così, se la attaccavano, a torto o a ragione, tirava fuori gli aculei e sputava veleno.”
Purtroppo, non posso trascurare alcuni dei dettagli che non mi hanno fatto apprezzare l’opera fino in fondo, quali il lessico e alcune fasi dello sviluppo della trama: amo sempre molto quando vengono utilizzate espressioni dialettali che imprimono meglio, nella mente del lettore, la caratterizzazione di un dato personaggio. Ciò che non apprezzo, invece, è quello stile di scrittura che pare “riportare per iscritto” un racconto verbale, come se venisse trascritto parola per parola, senza curarsi più di tanto della forma. Il confine tra queste due note stilistiche è molto sottile e, a parer mio, si nota spesso.
Ho giudicato davvero azzeccata e originale, invece, la scelta della “giovane tassinara” come protagonista!
Mi sono affezionata subito a Debora, alla sua famiglia scalcagnata e alla passione e l’amore che dimostra di avere per il suo sogno di poter diventare un’agente di polizia. La scelta dell’autrice di renderla molto umana ha contribuito ad empatizzare con il personaggio, non che a mantenere il tutto all’interno della sfera della credibilità: spesso, durante la lettura, mi sono ritrovata a pensare che si stesse esagerando con la fantasia, ritenendo impossibile che un commissario di polizia coinvolga una ragazzina nelle proprie indagini su un caso di omicidio, o che in tutte le imprese dettate da un colpo di testa di Debora, filasse tutto così liscio.
Per dare un quadro generale sull’opera, mi sento di definirla un’ottima lettura “da svago”, uno di quei romanzi scorrevoli e poco impegnativi che permettono al lettore di immergersi nella vicenda e di divertirsi insieme ai protagonisti. Lo consiglio principalmente a chi vorrebbe addentrarsi nel campo del thriller ma non predilige le immagini forti o gli stili di scrittura complessi.
Il mio voto? #potrebbefaredipiùmanons’impegna
Spero di essere riuscita ad incuriosirvi 😊
Pensate di recuperare questo volume? Fatemelo sapere nei commenti ❤
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