lunedì 31 ottobre 2022

"I nostri cuori perduti" di Celeste Ng | Un inno al coraggio di crescere | Ed. Mondadori

Buon pomeriggio a tutti voi, Amici dei Libri, e ben ritrovati!

Ci ritroviamo, come di consueto, per parlare di un libro che mi è stato proposto da Libri Mondadori, che ringrazio in particolar modo poiché probabilmente senza di loro mi sarei persa una lettura del cuore.

Bird è un ragazzino di dodici anni che vive a Cambridge, Massachusetts, con suo padre, un ex linguista ora impiegato nella biblioteca universitaria di fronte a casa. Sua madre, Margaret, una poetessa di origini cinesi, li ha abbandonati quando lui aveva solo nove anni in circostanze misteriose, dopo che una sua poesia è diventata il manifesto dei dissidenti contro le leggi in vigore. Leggi autoritarie, volte a preservare "la cultura e le tradizioni americane", a bandire i libri o le forme d'arte non allineati, e a "ricollocare" i figli dei soggetti sovversivi. In questo clima di paura, Bird sa che non deve fare domande; è cresciuto rinnegando sua madre e le sue poesie, ma quando riceve una lettera al cui interno c'è un foglio cosparso di minuscoli gatti disegnati, capisce che si tratta proprio di un suo messaggio in codice. Inizia così l'affannosa ricerca per ritrovarla. Partendo dalle storie che lei gli raccontava da piccolo, attraverso una rete clandestina di bibliotecari che aiuta le famiglie dei bambini rapiti, Bird approda a New York, dove un estremo atto rivoluzionario può cambiare il futuro per sempre. Come Il racconto dell'Ancella, 1984 e Fahrenheit 451, I nostri cuori perduti è una metafora magnifica e struggente di come le comunità all'apparenza avanzate ignorino l'ingiustizia più palese. Un perfetto capolavoro distopico, che racconta il coraggio di vivere in tempi bui con il cuore intatto. E un testamento prezioso sul potere intramontabile dell'amore, della letteratura e della speranza.


Avete presente che bella sensazione si prova quando un libro sa sorprendere?

Diciamocelo: nonostante si faccia un gran parlare di quanto sia giusto o sbagliato giudicare un libro dalla copertina, capita a tutti noi di farlo ogni tanto...o meglio, ci capita di trarre delle conclusioni. La cosa davvero importante è non permettere loro di precluderci una lettura.

Quando ho visto "il vestito" del nuovo lavoro di Celeste Ng per la prima volta, ho pensato che trattasse temi che non mi appassionano più di tanto e, proprio come ci dicevamo, avrei fatto un grandissimo errore fidandomi di tale istinto. "I nostri cuori perduti", di temi, ne affronta tanti e riesce anche a combinarli con naturalezza e acume, creando così una storia pregna di emozioni per niente distanti da quelle di ognuno di noi.

La distopia cui dà vita l'autrice si distingue da tante altre, perché non si discosta poi tanto dalla società contemporanea in cui viviamo ogni giorno: soffermandosi con attenzione e scorrendo nemmeno così tanto indietro nella memoria, troverete molteplici quanto atroci somiglianze con avvenimenti che hanno caratterizzato gli ultimi anni della nostra società, oltre che una netta affinità con le piaghe più generali che ancora non riusciamo a sconfiggere, quali razzismo, pregiudizio e l'odio che ne scaturisce.

Ed è proprio con una riflessione simile che l'autrice, una volta concluso il racconto, vuole dare l'arrivederci ai suoi lettori, ricordando loro che accadimenti ignobili come quelli presenti nel libro si verificano frequentemente, e li porta a provare a contare quanti possano essercene stati nel solo periodo trascorso tra la fine della stesura del romanzo e il momento in cui è stato letto.

Il messaggio di Celeste Ng è importante e a noi sta il compito di amplificarlo: quanto ancora dovranno dilagare odio e violenza prima si decida di non starci più?

Lo stile di scrittura dell'autrice, già molto famosa per il suo precedente "Tanti piccoli fuochi", mi convinta a tal punto da farmi venire voglia di leggere qualsiasi altra cosa abbia scritto; trovo abbia delle notevolissime doti empatiche e che sia stata in grado di dare vita ad un personaggio principale emotivo e fallibile, ma così coraggioso che spingerebbe davvero chiunque a voler essere come lui.

Come non parlare poi dell'ambientazione, discreta ma sempre presente, che assume l'importante ruolo di dare contesto ai disordini e alle ribellioni che caratterizzano il periodo storico (distopico) in cui si muovono i personaggi della storia: è stato inevitabile per me pensare ai bassifondi in cui si muove il Joker di Joaquin Phoenix, leggermente ammorbiditi da alcuni luoghi che il piccolo Bird frequenta, come la biblioteca dove lavora il padre.

Cosa dite, è presto per pensare ai regali di Natale? Assolutamente no: fiondatevi in libreria e fate una bella scorta di copie di questo bel romanzo, da regalare prima a voi stessi e poi ad amici e parenti!

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