Come promesso, anche oggi parliamo di una nuova lettura, ancora una volta appartenente al mio genere preferito. Tutti pronti? Si va.
Inizio, come sempre, parto ringraziando chi mi ha coinvolta nell'evento ovvero Nia del blog Cronache di lettrici accanite, e Rizzoli che ci ha fornito la copia.
Vi ricordo infine di passare da tutti gli altri colleghi blogger per scoprire che cosa ne hanno pensato del romanzo, qui sotto trovate tutti i nomi.
Lo so, sono ripetitiva, ma quando leggo un romanzo che rientra nella categoria dei miei libri preferiti ci tengo sempre a precisarlo: il thriller è da sempre il genere che apprezzo di più e questo crea inevitabilmente in me delle aspettative più alte rispetto a tante altre letture. Per questo motivo sarò molto sincera e cercherò di evitare i giri di parole: mi è piaciuto ma non mi ha soddisfatta completamente.
Lo stile di scrittura è encomiabile, a prescindere dai gusti e dai punti di vista: Searle sa scrivere e si riconoscono in maniera evidente le sue capacità. Purtroppo, però, non trovo che una penna come la sua sia adatta all'argomento che ha deciso di trattare, ovvero la dinamica di un drammatico attentato terroristico. Ciò che è senza dubbio riuscito a fare magistralmente è far parlare i personaggi, che sono tanti e si dilettano in frequenti discorsi diretti costruiti a regola d'arte. Proprio questa scelta mi ha reso la lettura sufficientemente scorrevole, ha compensato il lento svilupparsi della trama.
Sappiamo tutti quanto la suddetta sia fondamentale ai fini della buona riuscita di un thriller e, in questo caso, non posso dire che contribuisca a creare suspance e a catturare l'attenzione del lettore: quando si approccia "Il Traditore" bisognerebbe sapere in anticipo che l'autore ha preferito indagare l'animo dei protagonisti, privilegiando forse di più l'aspetto tecnico della vicenda, piuttosto che creare colpi di scena o inserire avvenimenti particolarmente sorprendenti.
In ogni caso l'idea di base mi è piaciuta, non sono quel genere di lettrice che apprezza un romanzo solo se è al cardiopalma; semplicemente avrei preferito promesse diverse dalla quarta di copertina. D'altronde, si sa, la responsabilità delle aspettative è sempre da dividere al 50% con la nostra immaginazione.
Penso sia interessante analizzare un evento traumatico come un attentato terroristico, di cui l'epoca moderna è ahimè costellata, da punti di vista differenti, con il risultato di ottenere un romanzo corale più introspettivo che avventuroso, e che penso possa anche far riflettere sotto alcuni punti di vista. Inoltre, spesso ci si trova davanti ad interrogatori e all'analisi di determinate tecniche investigative che, personalmente, mi hanno sempre appassionato molto: per questo sono stata contenta di leggere questo romanzo e mi sento di consigliarvelo, una volta fatte le doverose premette.
Ci sentiamo presto per la prossima recensione, mai abbassare la guardia.
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