martedì 3 dicembre 2019

Review Party | "Il priorato dell'albero delle arance" di Samantha Shannon, ed. Mondadori

Buongiorno Amici dei Libri e buon...compleanno a me!

Scherzi a parte, buon martedì a tutti: in questa giornata di festeggiamenti (ahimè sono arrivati i trenta, meglio festeggiare per non pensarci ahah) parliamo di uno dei libri più chiacchierati del momento, in occasione del Review Party organizzato dalla mia pifferaia ufficiale Raffaella del blog The Reading's Love Blog - L'amore per i libriche ringrazio insieme a Mondadori.


Grazie alla mitica Franci di Libri, Libretti, Libracci
per questo bellissimo banner!

Inutile negarvi che avessi alte aspettative nei confronti di questo epic (o high? Non ho studiato bene...), nonostante io abbia imparato a non lasciarmi trasportare eccessivamente dall'entusiasmo altrui, soprattutto sui social; so bene di avere dei gusti non del tutto in linea con quelli della community di BookTube o, per lo meno, non sempre e quindi ho iniziato a leggere sì con entusiasmo ma anche con qualche piccola riserva. Il risultato è stato un proverbiale "mezzo e mezzo" e ora vi racconto il perché.

Vorrei partire, diversamente dal solito, con le cose positive: ho particolarmente apprezzato la costruzione del mondo, non perché io mi ci sia trovata facilmente visti i numerosi nomi, la complessità dello stesso e la mia poca familiarità con questo genere letterario, ma ho riconosciuto subito la capacità dell'autrice di realizzare e dare vita ad un'ambientazione e ai personaggi che la abitano e la vivono in maniera magistrale. 

Il secondo elemento che mi ha entusiasmata riguarda la presenza dei draghi: pur non essendo avvezza alle storie fantastiche, ho certamente deciso di leggere il libro per via della loro presenza. Fin da quando ero bambina i draghi mi hanno sempre attirata molto e, non chiedetemi perché, avevo uno spiccato senso di empatia verso di loro, proprio come fossero degli animali reali, di quelli che vediamo e con cui viviamo tutti i giorni. Sono stata felice di constatare che la Shannon sia stata in grado di descriverli e contestualizzarli in maniera originale rispetto al solito, dando loro una vera e propria cronologia storica, ricca di leggende e anch'essa ben strutturata a livello "sociale", se così si può dire (wink!).

Lo stile di scrittura, ahimè, non mi ha coinvolta come avrei voluto, pur rimanendo formalmente molto corretto e anche più articolato di quanto mi sarei aspettata. Sicuramente svolge il suo ruolo: permette al lettore di figurarsi molti dei dettagli che vengono descritti, anche se ogni tanto fa perdere un po' il filo per via della leggera vena prolissa che lo contraddistingue. Come ho sentito dire spesso, sia sui social che dalle persone con cui ne ho parlato dal vivo durante la lettura, e come effettivamente ho riscontrato anche io, la prima parte del romanzo scorre molto lentamente ed è leggermente confusionaria per via dei numerosi nomi citati prima e della complessità delle basi su cui si poggia. Calcolando la lunghezza complessiva del libro, che si aggira intorno alle ottocento pagine, mi sento di dire che dal secondo quarto di storia in poi si comincia ad entrare realmente nel vivo della vicenda.

Arriviamo ora a parlare dei personaggi: la totalità degli stessi è molto numerosa ma i veri e propri protagonisti, ad ognuno dei quali è dedicato un punto di vista narrante, sono quattro, abbastanza diversi tra loro. Se è pur vero che questa scelta contribuisce a rendere meno immediata la comprensione, trovo che resti comunque un buon espediente letterario, che attribuisce dinamicità allo sviluppo della vicenda e tiene sicuramente più alta l'attenzione del lettore. 

Non voglio dire bugie: non ho particolarmente empatizzato con i personaggi ma non mi sento di attribuire loro la responsabilità dell'accaduto (santo cielo, quanto è uscita retorica questa frase...); penso piuttosto di essere leggermente fuori target sia da un punto di vista anagrafico, anche se sappiamo tutti che le letture non hanno età, sia a causa dei miei gusti e della mia cosiddetta confort zone. L'autrice è stata molto brava anche con la loro caratterizzazione e non mi sento di recriminarle nulla.

Come di certo saprete se non siete capitati qui per la prima volta, non amo fare recensioni parlando della trama, se non limitandomi a dire cosa ho apprezzato e cosa no, come ho fatto fino ad ora. Trovo che scrivere righe su righe che riassumono gli avvenimenti racchiusi all'interno di un libro sia irrispettoso sia per chi lo vuole leggere che per chi ha lavorato per realizzarlo, questo è il motivo per cui qui trovate e troverete sempre e solo i miei pareri. Il vero motivo per cui non vi ho messo la trama ufficiale all'inizio del post, però, è un altro: il mio editor di Blogger si rifiuta. Breve storia triste. Mi perdonerete?

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