venerdì 13 luglio 2018

Le letture condivise del cuore: "La città degli orsi" di Fredrik Backman Feat Panda's Invasion

Buongiorno Amici dei Libri e buon venerdì!

Oggi finalmente posso raccontarvi tutto ciò che ho amato di un libro sorprendente, meraviglioso e emozionante, che ho letto con Greta del canale Panda's Invasion. 

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«È l'inizio di marzo a Björnstad e non è ancora successo niente. È venerdì e tutti sono in attesa. Domani la squadra juniores del Björnstad Hockey giocherà la semifinale del massimo campionato nazionale giovanile. Quanto può essere importante?» Molto importante, decisivo. Perché Björnstad, la Città degli Orsi, è così piccola e sperduta in mezzo ai boschi che, se non fosse per il suo enorme lago ghiacciato capace di attirare la gioventù dei dintorni, sarebbe un luogo dimenticato da tutti. Ora gli abitanti stanno con il fiato sospeso in vista della semifinale, le speranze e i sogni sono sulle spalle di un gruppo di adolescenti. Una responsabilità enorme, anche troppo.
Nel momento di massima tensione le cose precipitano nel peggiore dei modi. La piccola comunità deve affrontare qualcosa di inaudito: una ragazzina è messa con le spalle al muro, l'eroe dell'hockey è accusato di una colpa orribile, il paese intero si scaglia compatto contro una famiglia. All'improvviso, la grande speranza che ha unito gli abitanti della Città degli Orsi si incrina lasciando emergere segreti e rivalità, in una corsa contro il tempo verso un fucile a due canne puntato contro una persona. Con questo romanzo animato da un'intensa forza drammatica, Fredrik Backman abbandona i toni ironici dei suoi esordi e racconta una storia dove la solidarietà e l'amore combattono con l'ambizione e l'agonismo, una storia che a ogni pagina obbliga il lettore a chiedersi: Cosa farei se mi trovassi in questa situazione?

Non avevo ancora visto questo libro né online né sugli scaffali delle librerie quando, chiacchierando con Greta di una possibile lettura condivisa, l'ho trovato all'interno di una sua wishlist.
Mai potrei esserle più riconoscente: questo romanzo mi ha regalato una settimana di lettura incredibile, accompagnandomi in ogni momento quotidiano, senza abbandonare i miei pensieri anche quando non lo stringevo tra le mani. 

I temi che Backman tratta in questo suo ultimo lavoro (ha scritto numerosi romanzi in questi anni e non vedo l'ora di recuperarli tutti) sono quasi tutti legati all'adolescenza o, in ogni caso, le gravitano intorno. Con il meraviglioso espediente del romanzo corale, che io ho imparato ad amare grazie a Jonathan Franzen, l'autore presenta le vite, i pensieri e le azioni di una moltitudine di personaggi, delineandone ogni carattere con estrema accuratezza e sensibilità. Protagonista indiscussa è, al pari dei personaggi "umani", la città svedese di Björnstad e il suo sport per eccellenza: l'Hockey. Trovo sia corretto scriverlo maiuscolo proprio per la personificazione che Backman dà a questo sport, rendendolo il centro nevralgico degli eventi.

Personalmente credo moltissimo nell'importanza del praticare uno sport, qualsiasi esso sia, per dare spazio nella propria vita all'aggregazione e all'apprendimento di alcuni dei capisaldi della vita, come la disciplina, il lavoro di squadra e l'altruismo; mi ha molto colpita quindi vedere come, partendo da una base positiva come questa, gli esseri umani possano, lungo un percorso, perdere completamente di vista la strada intrapresa, finendo per farsi totalmente assorbire dalla competitività, che annebbia corpo e mente fino a rendere invisibili quelli che dovrebbero essere i principi etici per eccellenza.

Kevin, idolatrato ai limiti della decenza dai tifosi della sua squadra, ovvero da tutta la città, è un adolescente grintoso e sicuro di sé, capitano e leader di tutto il gruppo, in campo ma anche fuori. Probabilmente è proprio questa sovrastima, coadiuvata dal fervore adolescenziale, che lo poterà a commettere l'errore più grande della sua vita: trovandosi in una situazione che ben avrebbe predisposto un rapporto sessuale con una bella ragazza, non riesce a fermarsi quando lei fa marci indietro, chiedendogli di interrompere quanto erano sul punto di fare. E' uno stupro a tutti gli effetti ma, a quanto pare, nessuno sarà disposto a vedere la cosa per quello che è, preferendo far passare Kevin per vittima di avance irresistibili da parte della ragazza, così da non dover rischiare di mettere a repentaglio la stagione sportiva che, tra l'altro, sta proprio per concludersi con le due partite decisive.

Quella che Backman ha messo su carta è una profonda critica della società, che prende in esame una piccola realtà dove qualsiasi evento finisce per amplificarsi, ma andando a colpire una fetta molto più ampia di persone; personalmente credo che la sua analisi possa applicarsi all'umanità intera. La capacità che ha avuto di razionalizzare un evento così traumatico e dare voce ad ogni singola parte presa in causa mi ha conquistata senza riserve, provocando in me una moltitudine di emozioni e sentimenti contrastanti, a seconda del personaggio che parla, rigorosamente in prima persona, in quel momento. 

La struttura del romanzo è vincente: seppur all'inizio si rischi di fare confusione per via delle numerose voci narranti, la scelta di far parlare ognuno in paragrafi, più o meno concisi, permette al lettore di mantenere alta l'attenzione e di scegliere liberamente in chi immedesimarsi, e se farlo oppure no. Durante la lettura vi capiterà di condividere alcuni punti di vista di un personaggio ma di trovarvi in accordo anche con altre versioni della stessa storia, oppure di perorare una causa proprio come se fosse la vostra, quasi reagendo attivamente come se foste parte della storia. 

Ho sofferto indescrivibilmente quasi da subito, vedendo procedere la storia in una direzione che non era quella che avrei preso io. Nonostante io mi sia affezionata a moltissimi dei personaggi positivi, ho individuato come figure preferite su tutte due donne, cosa che non mi capitava da tempo. Mira, la madre della ragazza che verrà stuprata, è stata senza dubbio colei che ho iniziato a stimare da pagina due e che è riuscita a non deludermi mai, fino a pagina 460. Forte, indipendente e piena d'amore, è la mamma che credo ognuno di noi vorrebbe avere; che, nonostante in dolore immenso provato appena appresa la notizia della violazione di sua figlia, reagisce con tutta la forza che ha in corpo, escludendo definitivamente di non fare qualsiasi cosa sia in suo potere per ottenere giustizia e proteggerla. Le citazioni che l'autore le ha attribuito sono tra le più belle che io abbia mai letto. 

Subito dopo, nel mio cuore, c'è Ramona, la scorbutica proprietaria del pub che, per affrontare la tragica dipartita del marito, si nasconde tra i fumi dell'alcol che, apparentemente, le offuscano la visione della vita. Nulla potrebbe essere più sbagliato che pensare a Ramona come una causa persa: aveva, inconsapevolmente, soltanto bisogno di tenere nuovamente a qualcosa. Il suo senso morale e la sua determinazione verranno risvegliati dal drammatico avvenimento. 

Un altro dettaglio che ho particolarmente appressato riguarda il fatto che "il fatto" sia stato in grado di risvegliare ogni individuo appartenente alla comunità, senza distinzioni se non relativamente alla parte in cui si sia deciso di schierarsi. Paradossalmente, un evento così sconvolgente e negativo è stato in grado di animare anche chi era ormai alienato dalla quotidianità, scatenando un pretesto per cui valeva la pena di lottare con le unghie e con i denti. 

Non voglio svelarvi troppo; vi consiglio quindi, oltre che di acquistare il romanzo, di andare a vedere il Vlog di lettura che Greta ha realizzato passo passo, registrando a caldo ogni sua reazione ed emozione, così da comprendere quanto possa essere stato forte tuffarsi anima e corpo in questa storia. 


Avete mai letto qualcosa di questo autore? C'è qualcuno dei suoi romanzi che vi ispira più di altri? Fatemelo sapere nei commenti!


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