giovedì 29 marzo 2018

Recensione "Io qui, tu là" di Mauro Zucconi

Buonasera Amici dei Libri e buon giovedì (in ritardo)!

Arrivo a quest'ora per via delle solite granacce lavorative ma nulla avrebbe potuto impedirmi di parlarvi il prima possibile di questo romanzo che mi ha letteralmente fatta innamorare non appena ho iniziato a leggerlo.


Io qui, tu là | Mauro Zucconi | Fazi Editore | 2018 | 222 pagine | Brossura | 16,00€


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E se un giorno ti rendessi conto di essere prigioniero di un amore malato? Che faresti? Mollare? Insistere? Esiste una soluzione?

Eugenio è uno scrittore la cui prima aspirazione è sempre stata quella di essere felice. A trentacinque anni, però, si ritrova stretto in una relazione frustrante, non ha veri amici, è sempre più solo, senza speranze né prospettive. Da troppo tempo ormai vive una storia soffocante con Addolorata: i due si disprezzano, stanno male insieme, ma non riescono a prendere lunica decisione che sarebbe opportuno prendere, quella di lasciarsi. A salvare Eugenio dallo sconforto e dallapatia che ormai caratterizzano le sue giornate è lincontro telematico con unintraprendente lettrice, nonché sua ammiratrice, che grazie a uno scambio di email dapprima sporadico, poi sempre più intenso, riuscirà a strappare il protagonista alla sua cronica insoddisfazione, dandogli motivo di rinnovare la sua voglia di vivere nella ricerca della felicità. Il vero amore alla fine soppianterà quello malato, portando la storia a un lieto fine che poteva non essere così scontato. I complicati meccanismi che regolano lattrazione tra uomini e donne, portando spesso a fraintendimenti e inganni, sono al centro di questo libro che è un po trattato filosofico, un po diario di vita vissuta. Un romanzo vivace che, con estrema leggerezza e ironia, affronta il tema dellamore e dei rapporti di coppia per una disamina elegante delle dinamiche, spesso perverse, spesso viziate, che stanno al fondo dei legami sentimentali in questepoca, ancora incomprensibile e così piena di insidie.

Qualcuno potrebbe dirvi che questo romanzo parla d'amore; qualcun'altro potrebbe arrivare a sostenere che parli degli esseri umani e dei rapporti che tra loro intercorrono. Io peccherò di presunzione e vi dirò che "Io qui, tu là" parla di vita, di quella di ognuno di noi, a prescindere dalle esperienze più o meno condivise che si possono avere con i personaggi di cui Zucconi ci racconta. 

Eugenio è un uomo, ma non da molto. Ha trentacinque anni ed è triste perché si aspettava che la sua vita si sviluppasse in tutt'altra maniera rispetto a come, invece, ha fatto. Ditemi, chi di voi si sente di poter asserire di non essersi mai trovato a fare una riflessione simile? A prescindere dall'età anagrafica, sono fermamente convinta che ognuno di noi, chi prima e chi poi, debba necessariamente passare attraverso una o più di quelle fasi della vita in cui ci si chiede perché si sia percorsa una determinata strada piuttosto che un'altra, se le decisioni che sono state prese fossero o meno quelle giuste e soprattutto come sia possibile che sia già passato tutto quel tempo, quasi senza che fosse possibile accorgersene.

Lungi da me il voler risultare retorica ma, per me, questo è ciò che ha fatto l'autore, ha scelto di mettere il lettore davanti ad una storia sensazionale mascherata da racconto nella media...
La sensibilità con cui dà voce ad Eugenio è oltre la normalità, oltre qualsiasi metafora banale ma d'effetto. Il bilanciamento tra flusso di coscienza e discorso diretto è impeccabile, caratteristica che rende la lettura simile alla sensazione che si prova quando, dopo 3 giorni di test di educazione fisica nel deserto del Sahara, scorgi seppur in lontananza una cisterna di Mojito (analcolico per me, grazie).

Il ritmo e la vena comica attribuiti rispettivamente alla vicenda, se così mi è permesso definirla, e al protagonista hanno un che di stupefacente: ho empatizzato con ogni singola parola battuta sulle pagine, non riuscendo a dimenticarmi di alcune frasi in nessun momento della giornata, continuando imperterrita a riflettere sia su cosa avrei fatto io trovandomi in determinate circostanze, che a quanto sia incredibile la capacità narrativa di Zucconi. 

Se mi leggere da un po' di certo saprete che, pur nella totale ignoranza, non vado per il sottile quando una lettura mi convince senza riserve. Vi chiedo perciò di non travisare il mio entusiasmo interpretandolo come una spasmodica urlata al miracolo, al premio Nobel...prendete questo mio giudizio dettato quasi totalmente dalla pancia e dall'emozione come quello che è: il parere di una lettrice che ha scoperto un nuovo amore letterario. 

Spero con tutto il cuore di essere riuscita ad argomentare a dovere il perché dobbiate necessariamente dare un'opportunità a quest'opera ed al suo creatore e vi prego di raccontarmi cosa ne avrete pensate, se deciderete di recuperarlo e leggerlo. Io questa sera andrò a recuperare la mia copia cartacea, che spero di potermi fare autografare quanto prima. Ah, ve l'ho già detto? Il libro è uscito oggi, che state aspettando?

Ringrazio infine calorosamente Fazi Editore per le perle che mi sta permettendo di scoprire e vi lascio con una citazione assolutamente indicativa di ciò che vi aspetta: 

"Che cosa ti aspetti quando dici a una persona che è finita? Ti aspetti che dica: «Va bene», oppure, «Non va bene», o che si metta a ridere o a piangere. Ma lei invece aveva fatto una cosa che secondo me non ha mai fatto nessuno nella storia delle relazioni amorose: aveva fatto la gnorri. Si era comportata come se, invece di dire: «Non voglio più stare con te», avessi detto: «Devo ricordarmi di passare in tintoria». E alla fine mi aveva spiazzato e non avevo più trovato la forza di mollarla."




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