giovedì 15 febbraio 2018

Recensione "Crawl Space" di Jesse Jacobs

Buon pomeriggio Amici dei Libri e buon giovedì!

Con mia immensa gioia oggi torniamo a parlare di graphic novel, e non avremmo potuto farlo in grande stile quanto che con Eris Edizioni, maestro del romanzo illustrato.


Crawl Space | Jesse Jacobs | Eris Edizioni | febbraio 2018 | 84 pagine - 17x24 cm | colori - cartonato | collana Kina fumetto | 15,00€

Acquistalo subito!

Trama: Daisy ha appena traslocato quando scopre un intero universo parallelo fatto di forme di vita insolite, sensazioni e colori accecanti all’interno della lavatrice della sua nuova casa. Quali conseguenze avrà la scelta di raccontare l’esistenza di questo mondo psichedelico alle compagne di scuola appena conosciute?



Con "Crawl Space" ci troviamo davanti ad un esempio, più unico che raro, di volume che attira l'attenzione grazie alla copertina e che, una volta aperto e scoperto il contenuto, il lettore ringrazia di aver trovato sul proprio cammino.

E' la prima volta che leggo un'opera di Jesse Jacobs, fumettista già da tempo affermato, e posso affermare di non esserne rimasta delusa: la trama è basata interamente su elementi assolutamente psichedelici, utilizzati come metafora della vita di ogni essere umano, in questo caso di ogni adolescente considerata l'età dei personaggi e delle protagoniste. 

Lo scenario d'apertura è destabilizzante quanto appetibile, stimolante per la curiosità: l'ambientazione è bidimensionale e, tra le tante figure astratte che popolano le strisce, Daisy e Jean-Claude iniziano piano piano a farsi riconoscere, nel pieno della conversazione che funge da primo approccio con questo irreale mondo inventato da Jacobs. Il suo voler parlare dell'universo dei giovani attraverso un linguaggio visivo composto di figure retoriche mi ha letteralmente conquistata. 

Come dico sempre, non ho una preparazione scolastica, né tanto meno
superiore, relativamente all'arte e al disegno nello specifico ma ho visceralmente amato il tratto che l'autore utilizza e, se possibile, ancor di più la scelta di realizzare in bianco e nero le strisce ambientate nel mondo reale, così da aumentare ulteriormente il divario tra un contesto e l'altro. 

Mi ha molto colpita anche il messaggio che viene riportato, di cui non voglio svelare troppo, ma che incarna alla perfezione uno dei mali più pericolosi della nostra epoca: la presunzione legata alla superficialità. 
Sul finale non posso dirvi nulla; vi basti sapere che non riuscirete a togliervelo dalla testa per svariate ore, dopo aver voltato l'ultima pagina. 





Nessun commento:

Posta un commento