Oggi ci tengo ad inaugurare la nuova rubrica a cadenza mensile che porterò sul blog, incentrata sulla lettura dei classici, un genere che sto imparando a scoprire e, soprattutto, ad apprezzare alla veneranda età di 28 anni; più mi capita di scoprire romanzi classici meravigliosi e senza età, più mi rammarico di non aver avuto nessuno che abbia saputo farmeli apprezzare prima.
Ho letto il libro in compagna di tutti i membri del gruppo di lettura di Giorgia, Jo Reader's Squad, che vi consiglio di visitare su Facebook.
Il giardino segreto | Frances. H. Burnett | Feltrinelli 2017 (1911) | 288 pagine | 9,50€
Trama: Al centro della storia, la vicenda di una bambina orfana, Mary, affidata a uno zio indaffarato e sempre lontano da casa. La prima reazione della bambina, appena arrivata nella villa dello zio, è di rifiuto. Non le piace niente. È scontrosa, capricciosa, scontenta.
Ma a poco a poco grazie ai consigli di Martha, una giovane cameriera di origine contadina, la bambina scopre la bellezza dei luoghi intorno alla casa avvicinandosi così alla natura. Ed è sempre Martha a raccontarle una storia che colpisce la sua immaginazione. Esisteva un tempo un giardino, dove l'adorata defunta moglie dello zio amava stare e che per una tragica fatalità fu anche luogo della sua morte, per una caduta dall'altalena. Scosso dal dolore, lo zio decise di chiudere l'entrata del giardino, in modo tale che nessuno potesse più accedervi. Mary, a quel punto, si mette alla ricerca del giardino segreto. È vero, tutti i bambini hanno sempre un luogo segreto, accessibile solo a loro. E talvolta ai loro amici più intimi. Ma in questo caso no, il giardino segreto esiste davvero. È solo da trovare! In questa ricerca, che evidentemente è metafora di una ricerca interiore, la bambina troverà una serie di alleati che l'aiuteranno, tra cui un vecchio burbero giardiniere e due altri bambini: il fratellino di Martha, Dickon, e Colin, anche lui orfano di madre, figlio dello zio e quindi suo cugino...
La differenza che c'è tra questo e i tanti altri romanzi classici che costellano il firmamento delle pietre miliari della letteratura, è una soltanto, e consiste nel profondo senso di positività che ne impregna ogni singola pagina, riga e parola.
La letteratura per ragazzi ha un ruolo fondamentale nella crescita e nella formazione dei giovani ma, ahimè, il senso di tutto questo si è quasi del tutto perso ai giorni nostri. Certamente, più di cento anni fa si raccontavano storie diverse, con morali molto semplici e, forse, troppo poco stimolanti per i ragazzini di adesso, così abituati ai bombardamenti sempre più rapidi della tecnologia, ma in questa semplicità è racchiusa una magia, la stessa magia che nel libro finisce per diventare protagonista quanto i personaggi principali "in carne ed ossa".
Totalmente stregata dalle vicissitudini, completamente dipendente dalla scrittura della Burnett ho avuto un'incredibile sete di lettura fino a che non sono giunta al termine del romanzo che, però, è stata accompagnata passo passo da un velo di inquietudine datami dalla paura che, alla fine, potesse succedere qualcosa di spiacevole ad uno o più personaggi; questo mi ha fatto riflettere, portandomi a rendermi conto di quanto ci si sia ormai abituati a dare per scontato che la forma dei romanzi sia sempre la medesima: presentazione dei personaggi, svisceramento della questione, dramma, finale. Ci avete mai pensato?
Non so descrivervi il mio sollievo, una volta appurato che nulla di tutto ciò era in agguato dietro alla penultima pagina; mi riesce meglio invece raccontarvi di quanta positività e quanta fiducia nella bellezza dell'anima di certi esseri umani, capaci di costruire un'opera così bella, come nel caso della Burnett.
Partendo dal presupposto che amo i bambini e, nonostante tutto, in fondo al mio cuore io sia convinta che si possa ancora sperare nella purezza del loro approccio alla vita, mi sono totalmente e visceralmente innamorata dei tre ragazzini protagonisti della vicenda: pur riconoscendo un po' stretti i tempi in cui i caratteri degli stessi si siano modellati, quasi senza opporre resistenza, ho interpretato questa scelta come un voluto e studiato messaggio di speranza di cui credo avremmo tutti bisogno.
Ne "Il giardino segreto" nulla è lasciato al caso, anche i tratti caratteriali dei personaggi collaterali sono delineati con maestria, come i ruoli che ricoprono, ognuno fondamentale ai fini della riuscita della storia. Credo di aver trovato leggermente carenti le descrizioni degli ambienti, primo su tutti del giardino, non perché queste non siano all'altezza delle mie aspettative, quanto perché, come se fossi sotto l'effetto di una droga "benigna", non ne ho avute mai abbastanza, avrei voluto leggere ancora e ancora della brughiera, dei giardini e degli animali.
L'attenzione dedicata agli animali e i ruoli di spicco riservatigli hanno contribuito senza dubbio al mio giudizio tanto entusiastico.
Infine mi sento di attribuire una menzione d'onore al messaggio che sta alla base di questa storia che è, per citare quanto detto sopra, semplice ma mai banale e privo di importanza: la forza di volontà unita a quella dell'amicizia pura e incondizionata, creano quella "pozione magica" che ci permette di vivere una vita felice, non priva di difficoltà ma all'insegna della dignità e della bellezza d'animo.
Riletto l'anno scorso dopo che me ne ero già innamorata da piccola... bellissimo! Un libro dolcissimo😊
RispondiEliminaSono pienamente d'accordo! Io l'ho letto tardi ma mi sono innamorata lo stesso <3
EliminaUn libro che voglio leggere. Ciao e buona giornata.
RispondiEliminaTe lo consiglio moltissimo! Fammi poi sapere se ti piace :)
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