Iniziamo questa nuova settimana con le somme che ho tirato del lungo quanto bel libro di Cristina Azzali, autrice emergente di libri fantasy che, ve lo anticipo, mi auguro spopoli il prima possibile nel panorama letterario italiano a noi contemporaneo.
Titolo: L'eredità della spada
Autore: Cristina Azzali
Editore: Sensoinverso Edizioni
Collana: SenzaTregua
Anno edizione: 2015
Pagine: 633
Formato: Brossura
Prezzo: 25,00€ cartaceo - 6,99€ ebook
Sinossi: Nei Quattro grandi Regni del continente di Eryon impazza la guerra. Un conflitto sanguinoso, che non risparmia nemmeno i villaggi più sperduti, come Ivennon, dove Lenya Dalen vive con suo figlio Arthur e la piccola Ethel. Quando alcuni guerriglieri invadono la loro dimora, è Arthur, ancora piccolo ma con un sacro fuoco che gli arde dentro, a trarre in salvo sua madre e sua sorella grazie a una misteriosa spada lasciatagli dal defunto padre. Anni dopo, con la pace nel frattempo sopraggiunta, Arthur sarà impegnato a dover trovare il suo posto nel mondo, e le sue avventure si intrecceranno a quelle di maghi, divinatrici, banditi e spadaccine.
Premettendo che, come chi mi conosce sa già, il fantasy di stampo classico non è un genere che solitamente scelgo, sono estremamente felice e soddisfatta di aver conosciuto Cristina e di avere avuto così la possibilità di leggere il suo romanzo.
L’Eredità della spada è un insieme di svariate caratteristiche che vedremo oggi insieme ma, prima di tutto, è un libro scritto con una grande maestria: la proprietà di linguaggio di Cristina Azzali è, non solo nettamente superiore alla media, ma decisamente accurata, sapiente e capace di esprimere tutta la cultura che regna dentro alla penna da cui prende voce.
Personalmente, nella mia ormai nota ignoranza, mi definisco un’amante della lingua italiana che, ormai senza nemmeno più l’indignazione di qualcuno, viene maltrattata e bistrattata molto più di quanto sia considerato accettabile. La soddisfazione che ho provato aggirandomi tra le pagine di questo libro è stata notevole.
Parlando ora delle caratteristiche letterarie sopra citate, la prima che desidero mettere in evidenza è la delineazione caratteriale dei personaggi, in particolar modo del protagonista: credo che il primo capitolo sia uno dei passaggi che più mi ha colpito. A posteriori, avrei potuto immaginare quale piega stesse prendendo la storia fin dall’inizio ma, checché io ne possa dire, sono rimasta estremamente sorpresa. Non è mi abitudine rivelare alcunché della trama dei romanzi che leggo quindi dovrete accontentarvi delle mie solite definizioni velate di mistero (wink!)
Volendo farcire questa recensione anche con qualche nota non del tutto positiva, vi svelo di aver trovato lo svolgersi delle vicende, in alcuni punti, non abbastanza accattivante e quindi piuttosto lento; non posso non dire, però, che questo mi capita ogni qualvolta mi capiti di avere a che fare un romanzo fantasy di questo stampo, per cui non mi sento di attribuire tutto ciò ad una mancanza dell’autrice o della storia che ha inventato.
Un altro aspetto che ho amato, toccando questo un mio tasto particolarmente sensibile, è l’inserimento dello scopo formativo: l’incontro fra il protagonista e i tre personaggi con cui egli finirà per formare un piccolo gruppo unito verso l’avventura, ha avuto per me un profondo significato, una bella metafora che insegna a chi legge il valore della fiducia, dell’aggregazione e l’importanza dell’acquisire un comportamento sociale durante la crescita.
Dopo questo bilancio, mi pare chiaro che consiglio questo libro a tutti coloro che amano il fantasy, le storie di viaggi incredibili, a volte faticosi ed estenuanti, ma intrapresi con grande coraggio e forza di volontà ma, soprattutto, per chi desidera godere di uno stile di scrittura davvero lodevole e pregno di emozione.
Restate sintonizzati perché, molto prima di quanto pensiate, avrete notizie del secondo volume di questa fantastica serie.
#permeèsì
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