lunedì 4 settembre 2017

Recensione: "Le bambine dimenticate" di Sara Blaedel

Ben trovati Amici dei Libri!

Per questo inizio settimana ho pensato di raccontarvi la mia opinione relativa ad un thriller che ho letto in condivisione con la mia amata Giulia di Lastnightatmanderley: mi raccomando, passate a curiosare sul suo profilo Instagram che è bello in modo assurdo.



Il cadavere di una donna viene ritrovato in un bosco. Una lunga cicatrice sul volto dovrebbe facilitare l'identificazione, ma nessuno ha denunciato la scomparsa. Nel ruolo di nuovo capo del Dipartimento Persone Scomparse, Louise decide di far circolare una fotografia della vittima, nella speranza di trovare qualcuno che la conoscesse. Funziona: una donna anziana la riconosce. È Lisemette, una bambina di cui, molti anni prima, si occupava all'interno di un centro di salute mentale. Come le altre bambine dell'istituto, anche Lisemette era stata abbandonata dalla famiglia ed etichettata come "bambina dimenticata". Ma Louise presto fa una scoperta ancora più agghiacciante: Lisemette aveva una sorella gemella, ed entrambe erano state dichiarate morte più di trent'anni prima. L'indagine porta Louise nei pressi della casa dov'è cresciuta, e prende una svolta inaspettata...


Dicono di questo libro: 


Il primo libro di una nuova, emozionante serie bestseller pluripremiata, firmata dalla più popolare scrittrice di crime danese.

«Sara Blædel è al suo apice. Louise Rick è un personaggio che farà tornare i lettori, che ne vorranno di più» - Camilla Läckberg


«Blædel è una delle migliori che io conosca» - Michael Connelly



Fin dalla sua uscita, ho sentito grandi cose a proposito di questo libro ma, soprattutto, della sua autrice: sembra che Sara Blaedel sia destinata a brillare nel cielo che racchiude gli astri nascenti della letteratura crime e thriller dei nostri giorni.


In una Danimarca fredda e folkloristica, il cadavere di una donna viene ritrovato nei boschi, malconcio e ustionato; non è però una cicatrice recente, probabilmente frutto di un incidente avvenuto in passato. La riconoscibilità di questa ferita permetterà agli investigatori incaricati di risolvere il caso, di identificare questa donna, di cui nessuno, precedentemente, aveva segnalato la sparizione. 

Il fulcro del mistero riguarderà proprio l’identità della donna, ovvero la medesima di una ragazzina che risulta deceduta da circa trent’anni. Nel frattempo, la polizia si trova a dover constatare che altre morti, apparentemente scollegate a questa, stanno serpeggiando tra le vie del Paese. 

Fin dalle prime pagine, lo stile dell’autrice è accattivante e ben riconoscibile: la lettura scorre particolarmente veloce e ho trovato ottima la realizzazione della struttura dell’elemento giallo, non ho scoperto troppo presto l’identità del colpevole.

Senza voler rivelare troppo della trama, ci tengo a dire che ho apprezzato profondamente l'accento che è stato posto sull'importanza del legame che esiste tra i gemelli, argomento che avrebbe certamente potuto essere sviscerato più a fondo ma di certo trattato con grande rispetto e, credo, riportato dopo un accurato lavoro di ricerca.

Come ho spesso sentito dire prima di leggere il romanzo, c’è una massiccia presenza di racconti dedicati esclusivamente alla vita personale e privata di Louise Rick, l’investigatrice protagonista della storia, che però non mi hanno infastidita più di tanto, hanno anzi contribuito a farmi empatizzare con il personaggio che, alla fine, mi ha lasciato un bel ricordo. 

La presenza di scene particolarmente crude non ha influito negativamente sulla mia impressione, grazie anche in questo caso al modo in cui sono state trasposte nero su bianco, con un linguaggio particolarmente adatto e non eccessivo. 

Ho trovato, però, un aspetto negativo, che riguarda la storia d’amore: elemento che solitamente apprezzo all’interno di una storia thriller, quella che nasce tra Louise ed il suo partner della divisione persone scomparse è “lanciata” nel bel mezzo degli eventi un po’ troppo spropositatamente, a mio parere. Per la prima metà del libro, il lettore si aspetta che i due personaggi principali possano finire per innamorarsi ma, la maniera in cui avviene l’effettivo avvicinamento fisico, e come viene trattata la faccenda da quel momento in poi, è risultato troppo rapito e persino banalizzato. 

Ho assegnato a questo romanzo un bel #permeèsì con quest’unica riserva, rimandendo comunque piacevolmente colpita e dell’idea di consigliarlo caldamente a tutti coloro che amano le storie intricate e non hanno paura di scoprire verità che possono fare davvero male. 



Nessun commento:

Posta un commento