Oggi svisceriamo una questione molto interessante, sollevata da Beatrice nel gruppo di Debora Libardi L’infinitorichiamodeilibri: quali edizioni prediligo e perché?
Questa domanda è stata posta principalmente in relazione ai classici, poiché di essi esistono diverse traduzioni e diversi volumi stampati da svariati editori, per via della scadenza dei diritti di pubblicazione; parliamo quindi dei maggiori classici della letteratura non contemporanea.
Premetto di non essere una vorace lettrice di classici, oltre all’esperienza scolastica con questo tipo di letture, ho iniziato ad avvicinarmici da poco. Questo mi ha permesso di scoprire, pochi mesi fa, il Signore delle Mosche di William Golding, testo di cui sto recuperando tutte le edizioni esistenti essendo esso entrato a far parte della lista dei miei libri preferiti in assoluto.
In casi non così particolari, però, mi trovo a svolgere svariati ragionamenti prima di ultimare l’acquisto di un libro di questo genere: in primo luogo, mi porto dietro il ricordo dei suggerimenti che venivano dati dalla scuola, quando andavo al liceo, che mi portano tutt’ora a prediligere i testi tradotti da Einaudi, Garzanti, Mondadori e Feltrinelli, in quest’ordine. Ahimè, non sono bene documentata sui traduttori, per cui non uso questo tipo di filtro durante la cernita.
Successivamente, ammetto di lasciarmi palesemente traviare dagli elementi grafici del volume: copertina, font, dimensione del carattere e impaginazione sono gli elementi che mi fanno protendere verso un editore piuttosto che un altro e, in questo caso, posso farmi un esempio specifico: Newton&Compton ha il grande pregio di racchiudere tutte le maggiori opere degli autori più importanti di tutti i tempi in volumi unici e anche graficamente abbastanza curati e persino economici, senza però badare in primis alla traduzione che, il più delle volte, è raffazzonata e spesso neanche il lavoro di editing è lodevole; in più, il carattere utilizzato è infinitesimamente piccolo, cosa che non rende però tascabile il volume anzi, al contrario. Infine, posso aggiungere che non amo particolarmente la loro grafica, ma questa è una questione di gusti.
Le copertine che, invece, attirano irrimediabilmente la mia attenzione, a volte pur avendo già in suddetto volume in un’altra edizione, sono quelle dell’Universale Economica Feltrinelli. Sono estremamente rari i casi in cui riesco a trattenermi. Ultimamente, anche la collana dei classici restaurata da Mondadori sta particolarmente catturando il mio occhio e, soprattutto, stimola il mio feticismo per le coste che combaciano (wink!)
L’ultima digressione che vorrei fare riguarda le Case Editrici a cui generalmente mi rivolgo senza preoccuparmi più di tanto del contenuto, ma mi spiego meglio: quando esce una novità Einaudi, che sia nei Supercoralli o in Stile Libero Big (mannaggia a voi quanto le fate pagare…) sono certa di andare ad acquistare un libro di qualità, a prescindere dal mio gusto personale. La stessa cosa mi capito, anche se non è infallibile come sopra, con Longanesi relativamente alla scelta degli autori di thriller: Lars Kepler, Donato Carrisi e Dennis Lehane sono solo alcune delle pietre miliari del mio genere preferito, pubblicati da questo editore.
Un altro grosso nome dell’editoria, ad esempio, di cui ultimamente non mi fido più è Garzanti: possiede la prelazione di pubblicazione di grossi nomi che amo come Clara Sanchez o la da me venerata Ruta Sepetys ma, ahimè, gli ultimi libri che ho letto si sono alternati parecchio tra indiscutibili flop e piacevoli. Niente più fiducia incondizionata tra me è Garzanti.
Spero davvero che questo mio intervento possa essere di qualche utilità in primo luogo per Beatrice, ma anche per qualcuno di voi che possa essersi trovati a porsi questa domanda, magari proprio davanti agli scaffali di una libreria.
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