martedì 25 luglio 2017

Recensione: "Conta fino a dieci" di Paolo Cammilli

Cari Amici dei Libri,

Finalmente riesco a parlarvi di un romanzo che mi sta molto a cuore, scritto da un autore che, a sua volta, mi ha conquistata profondamente non solo con le parole, ma specialmente grazie alla sua innegabile quanto invidiabile capacità di tessere reti narrative che catturano il lettore avvicinandolo a quello che pare quasi essere uno stato di dipendenza.


Titolo: Conta fino a dieci
Autore: Paolo Cammilli
Editore: Sperling&Kupfer
Pubblicazione: 2017
Formato: Cartonato
Pagine: 302
Prezzo: 16,90€

Fortunato, Diletta, Rosa, Nino, Pietro, Salvatore. Sei bambini chiusi in un cerchio, come per proteggersi. Sette anni il più grande, quattro e mezzo la più piccola. A quell'età, il nascondino è una cosa seria. Chi conta è da solo, ma chi si nasconde sfida il buio. A quell'età, la morte non esiste e non la trovi nemmeno se la cerchi, al massimo con la morte ci giochi. A quell'età, il sole splende senza pensare alla notte. Eppure… Nell'isolato numero 4, un palazzo popolare del comprensorio Cielo Rosso, a sud di Catania, scompaiono due bambini, a pochi mesi l'uno dall'altro. Un incubo che si ripete. Già dieci anni prima era sparita una bambina, poi ritrovata in fin di vita lungo i binari della ferrovia che lambisce i palazzi. Un solo elemento, macabro e beffardo, accomuna i tre casi: i piccoli si perdono nel buio mentre stanno giocando a nascondino.
Nessuno ha visto niente, nessuno sa niente. O forse troppo. Centinaia di famiglie, impantanate nella miseria, hanno e fanno paura. Le indagini, mollicce e pavide, imboccano vicoli ciechi e marciscono come le ringhiere dei ballatoi. Oscar Baldisserri, un quarantacinquenne senza capo né coda che viene catapultato fra quelle squallide muraglie di cemento, è l'unico a farsi delle domande. Perché tutta quella violenza e rassegnazione senza spiragli sul futuro sono incomprensibili per chi al Cielo Rosso non ci è cresciuto. In un'inarrestabile discesa nel degrado ambientale, sociale, umano della provincia italiana più ambigua, grazie all'aiuto di un bambino taciturno e di Matilde, che accenderà in lui una passione tenera e spietata, Oscar solcherà gli argini della sua coscienza pur di strappare al silenzio la verità. Conta fino a dieci è molto più di un thriller. È il filo sottile che salda silenziosamente la vigliaccheria al riscatto, la vendetta al perdono, le tenebre a un bruciante raggio di sole. Ma soprattutto è la storia potente e splendida di un uomo come tutti noi che, sbattuto nella periferia della vita in cerca di un assassino, finirà per trovare se stesso.


Paolo Cammilli è speciale: che sia un dono o il frutto di attente ricerche, impegno e dedizione, non fa differenza. 


Stringendo tra le mani e divorando, riga dopo riga, il suo primo romanzo, non ho avuto scelta: ho dovuto trovare un posticino per lui nel mio cuore, proprio accanto agli storici compagni delle mie letture più amate (Dennis Lehane e Gillian Flynn, per non fare nomi!).
Se avete intenzione di avvicinarvi a “Conta fino a dieci”, e dovreste, sappiate solo che una volta girata l’ultima pagina non vi sentirete più come prima, non riuscirete di certo a separarvi in breve tempo dai personaggi che vi accompagneranno per mano durante la scoperta di un mistero, di una società, di un luogo atroce quanto ammaliante, che ha la capacità attrarre e terrorizzare contemporaneamente.

Non ho mai fatto mistero del mio amore viscerale e spassionato per i thriller psicologici ma, nonostante io ne abbia letti molti, non riesco a trovare un paragone azzeccato con il libro di cui sto disperatamente cercando di parlare.

La periferia di Catania non è il luogo adatto per dei bambini, eppure ne è piena; Fortunato, Diletta, Rosa, Nino, Pietro e Salvatore, così come i loro parenti e l’antieroe che impareremo a conoscere e ad amare, sono le pedine di un gioco macabro, spietato, guidato da un ideale di violenza. Questo è un tema preponderante durante tutto l’arco della lettura, una sensazione perenne che segue il lettore anche quando non sta leggendo nulla di particolarmente crudo. 

D’altronde, si sa: in questo nostro Paese sono tanti i non detti, come sono tanti gli uomini e le donne abituati a vivere nell’omertà, nel silenzio, sottostando alla legge dell’abuso di potere. È per questo che Oscar, protagonista improbabile di tutta la vicenda, viene letteralmente spedito al Cielo Rosso, teatro della sparizione di due bambini, entrambi mentre giocavano a nascondino facendosi aiutare dall’oscurità della tarda sera. 

Non desidero dirvi di più, sapete già tutto quello che è consono per quanto riguarda la sinossi di questa storia. Ciò che invece mi preme che sappiate è che Cammilli ha una proprietà di linguaggio non indifferente, nonché la capacità più unica che rara di utilizzare differenti forme di lessico e modi di interloquire per ognuno dei personaggi che crea, contribuendo a rendere le sue storie talmente simili alla realtà da rischiare di confondere il lettore. 

I temi trattati non sono certo dei più frivoli ma non pensate di trovarvi davanti ad un’opera che può dirsi appartenente ad un unico genere: possiamo chiamarlo thriller, classificarlo nella narrativa generica o definirlo un romanzo ispirato all’attualità. “Conta fino a dieci” è tutto questo, un agglomerato perfettamente fuso di tutti gli elementi che dovrebbe, secondo me, possedere un ottimo romanzo, coesi tra loro come gli ingredienti di una pozione magica. 

Devo ringraziare infinitamente Sperling&Kupfer non solo per avermi permesso di leggere il romanzo ma, soprattutto, per avermi dato la possibilità di incontrare l’autore con cui si è avuto un dibattito estremamente intelligente, qualitativamente molto alto, senza rinunciare al divertimento e all’ilarità. 

Consiglio spassionatamente questo libro a chiunque non abbia paura di andare a sbattere contro un muro di crudeltà e ingiustizia, a chiunque non si fermi alle mere e ovvie conclusioni che nella vita gli vengono prospettate e che possegga la profondità per poter apprezzare la verità che ci circonda. 


#permeèsì


2 commenti:

  1. Ciao Benedetta grazie mille!!! Sono felice che ti piaccia e soprattutto di averti come lettrice fissa <3 vado subito sul tuo blog :) Grazie ancora e a prestissimo, sentiamoci per collaborare se ti va!

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  2. Ho iniziato a leggere"Conta fino a 10" da pochi giorni, dello stesso autore, ho già letto "Io non sarò come voi", che mi è piaciuto molto. Questo mi sembra un lavoro, se possibile ancora migliore. Mi diletto nello scrivere racconti, se sapessi usare un decimo Delle sue espressioni lessicali mi sentirei un campione. Bravo. So che "conta fino a 10 non mi deluderà. Maura

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