Oggi abbiamo un doppio appuntamento con le letture!
Buon pomeriggio a tutti voi, sono molto felice di essere già di nuovo qui a parlare con voi delle mie ultime scoperte narrative: per quella dell'ultimo lavoro di Valentina Sagnibene devo ringraziare Mara del blog Romance e altri rimedi, che è stata così carina non solo da coinvolgermi nell'evento di rilascio ma anche da invitarmi all'incontro con l'autrice. Grazie anche a DeA per la lettura in anteprima.
Parliamo ora della mia esperienza di lettura, che è stata sicuramente positiva nonostante io non sia più esattamente compresa nel target di riferimento di questo romanzo (lo specifico sempre...che non si sa mai). Valentina Sagnibene, che so non essere alla prima esperienza di scrittura, ha voluto trattare alcuni dei temi a lei più cari, molto importanti e comuni a tantissime persone, con il fine di trasmettere un messaggio positivo che avesse la maggiore ampiezza possibile.
I personaggi che ha creato, e a cui ha affidato questo arduo compito, hanno le linee caratteristiche dei loro "colleghi" del genere romance young adult, e si muovono in un'ambientazione tipica del complicato periodo che si vive in adolescenza: scuola, isolamento, perenne senso di inadeguatezza...Nuvola e Tommaso si incontrano in un modo peculiare e finiscono per intrecciare i loro percorsi scoprendosi più affini di quanto non si potesse pensare all'apparenza.
Penso che questo sia un linguaggio universale, un modo certamente ben riuscito per comunicare con ragazzi compresi in un'ampia fascia di età che, per qualche motivo, pensano di essere gli unici a provare determinate sensazioni o a trovarsi davanti a particolari ostacoli, e che forse avrebbero solo bisogno di sentirsi meno soli. Grazie ai personaggi di un libro come questo possono realizzare questo desiderio e prendere spunto dai comportamenti di cui leggono per reinventarsi e affrontare la propria vita di tutti i giorni.
Quello dello scrittore per ragazzi è un mestiere di grande responsabilità e penso che Valentina Sagnibene abbia portato a termine un romanzo dentro al quale ha messo molto di se stessa: questa non può mai essere una scelta sbagliata.
L'ultima considerazione tecnica, che sempre vi porto, riguarda lo stile di scrittura, che ho trovato lineare e correttamente adattato all'età dei protagonisti che, come detto prima, si avvicina molto a quella dei lettori cui ci si rivolge. Penso sia calzante la scelta di scrivere in terza persona e di affidare alla prima solo i discorsi diretti, creando in questo modo il giusto livello di distanza tra il lettore e la storia, non eccessivo ma nemmeno inesistente; si arriva così meno sprovvisti di difese al finale della storia che, sempre senza fare spoiler, non vi nego sia leggermente spiazzante. Non sono certa di aver condiviso la scelta, sia dal punto di vista stilistico/d'espediente che da quello narrativo, ma mi ha certo incuriosita e ha fatto scaturire in me ulteriore curiosità e qualche riflessione in più.
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