Buongiorno a tutti i miei amici che leggono,
Riprendere, seppur in modo diverso, ad incontrare gli autori mi ha regalato una gioia impagabile, e non posso che essere felice di condividere con voi tutto quello che ho vissuto una settimana fa.
Come sempre, prima di iniziare ringrazio Mondadori per avermi invitata a partecipare a questo incontro, e vi lascio la trama del libro che ho potuto leggere e di cui stiamo per parlare.
Giuseppe Catozzella ricostruisce le vicende di Maria Oliverio in un romanzo vivo, mescola documenti e leggenda, rovescia la sua immaginazione nella nostra, disegna dramma famigliare e dramma storico ed evoca l'epica grandezza di una guerra quasi ignorata, una guerra civile combattuta in un mulinare di passione, sangue e speranza, come nella tradizione dei poemi cavallereschi, del melodramma e del cinema americano.
«Al personaggio di Cicilla, sospeso tra storia e leggenda, Giuseppe Catozzella dedica il suo nuovo libro, Italiana, da cui emerge una accurata ricostruzione del cosiddetto "brigantaggio"» - Chiara Fenoglio, la Lettura
Italiana. Una donna italiana. Maria Oliverio, altrimenti conosciuta come Ciccilla, nasce a Casole, nella Sila calabrese, da famiglia poverissima. Dalle strade del paese si sale sulla montagna che è selvaggia, a volte oscura, a volte generosa come una madre. Quelle strade, quei sentieri li imbocca ragazzina quando la sorella maggiore Teresa, tornata a vivere in famiglia, le toglie il letto e il tetto. E quelli sono i sentieri che Maria prende per combattere al fianco di Pietro, brigante e ribelle, diventando presto la prima e unica donna a guidare una banda contro la ferocia dell'esercito regio. Se da una parte Teresa trama contro di lei una incomprensibile tela di odio, dall'altra Pietro la guida dentro l'amore senza risparmiarle la violenza che talora ai maschi piace incidere sul corpo delle donne. Ciccilla passa la giovinezza nei boschi, apprende la grammatica della libertà, legge la natura, impara a conoscere la montagna, a distinguere il giusto dall'ingiusto, e non teme di battersi, sia quando sono in gioco i sentimenti, sia quando è in gioco l'orizzonte ben più ampio di una nuova umanità. Il volo del nibbio, la muta complicità di una lupa, la maestà ferita di un larice, tutto le insegna che si può ricominciare ogni volta daccapo, per conquistarsi un futuro come donna, come rivoluzionaria, come italiana di una nazione che ancora non esiste ma che forse sta nascendo con lei.
Leggere "Italiana" mi ha permesso di fare un viaggio immaginario che, mai come in questo periodo, avrebbe potuto essere tanto propizio e meraviglioso: nonostante le zone rosse e le crisi di varia natura, Catozzella mi ha portata in Calabria, trasportandomi in un periodo storico diverso da questo ma costellato anch'esso di difficoltà e bellezze e, soprattutto, da personaggi così ben delineati da essere in grado di conquistarti prima ancora che tu possa accorgertene.
Essendo stata così in sintonia con la lettura e con la storia, incontrare colui che le ha dato vita è stato davvero appassionante: io e i miei colleghi abbiamo potuto approfittare della sua disponibilità per soddisfare le più disparate curiosità e di approfondire i temi che ci sono stati più cari.
Giuseppe Catozzella è un autore con una mission molto precisa: dare voce a storie realmente accadute che rischiano di non averne. Quella di Ciccilla è nata da un racconto di sua nonna, ed è arrivata tra le nostre mani dopo un lungo e minuzioso lavoro di ricerca, fatto principalmente di archivi, polverosi e ricchi, e di testimonianze processuali depositate. La sfida più grande, ci ha raccontato, è stata quella di confrontarsi con temi così importanti.
In un romanzo ad ambientazione storica, che sfoggia una costruzione ispirata all'epica classica, c'è però molto più di quanto possiamo pensare del mondo moderno, dei giorni nostri con tutti i problemi che viviamo quotidianamente. Questo genera, come è ovvio che sia, una serie di interrogativi sul dubbio sviluppo sociale del nostro popolo, primo fra tutti quello più importante: "abbiamo davvero abbattuto antiche barriere, come quelle esistenti una volta tra nord e sud Italia"?
Oggi, qui, io mi limito a riportare stralci dell'incontro con l'autore, corredati dalle mie sensazioni provate durante la lettura, e non mi sento in grado di approfondire le tematiche ulteriormente ma colgo l'occasione per invitarvi ad utilizzare la sezione dei commenti per aprire qualsiasi dibattito pensiate sia costruttivo o, semplicemente, vi incuriosisca.
Quando siamo arrivati a toccare argomenti più specificatamente legati alla struttura narrativa del romanzo, io mi sono persa tra i racconti e gli approfondimenti: mi ha fatto particolarmente piacere scoprire che una delle sensazioni più forti che ho provato, ovvero la percezione che l'autore avesse vissuto i luoghi che racconta per poterli trasmettere ai lettori in un modo così impattante, fosse corrispondente alla realtà. Non so cosa ne pensiate voi ma quando sento parlare delle esperienze vissute da chi dà vita a una qualsiasi forma artistica, mi appassiono come un millennial ad una serie tv Netflix.
A quel punto, non paga, ho introdotto il tema dei personaggi collaterali, che circondano e sostengono Ciccilla per l'intera durata dello svolgersi delle vicende: uno dei personaggi che ho più amato, Zia Terremoto, si è scoperta essere nel cuore anche del suo "papà letterario", anche se non c'era molto spazio per i dubbi. Ancor più interessante è stato scoprire quale fosse stato il personaggio in grado di mettere più in difficoltà il suo stesso creatore: Teresa, quindi, non ha creato problemi solo a me (...).
Non penso sia ripetitivo rimarcare sull'infinita disponibilità dell'autore, oltre che dell'organizzatrice, che ha addirittura avuto la gentilezza di consigliarmi un libro da leggere, dal momento che mi sono interessata del motivo per cui abbia deciso di cimentarsi sempre nella stesura di romanzi a sfondo realistico. E chi sono io per non condividere questo prezioso consiglio con voi? In realtà ne sono un po' gelosa, lo ammetto, ma cercherò di fare la persona adulta e matura ( buon rendere...): "Fame di realtà" di David Shields non è purtroppo di facilissima reperibilità ma, se dovessi trovare la giusta strada, ve lo farò sicuramente sapere.
Penso che il mio delirio-dettato-dall'entusiasmo possa concludersi qui, per questa volta...
Mi piacerebbe davvero sapere se sono riuscita ad incuriosirvi, se qualcuno di voi abbia già incontrato Ciccilla oppure Catozzella e quali siano le vostre emozioni al riguardo. Come sempre, vi aspetto.
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