martedì 16 gennaio 2018

Due chiacchiere con l'autore: "Favola splatter" di Beppe e Francesco Tosco

Buongiorno Amici dei Libri e buon martedì!

Oggi iniziamo in maniera un po' diversa dal solito, parlando di un libro DECISAMENTE diverso dal solito (wink!)
Ho avuto modo di leggere il libro e di incontrarne gli autori grazie a Frassinelli editore, che ringrazio come sempre moltissimo, sia per l'opportunità che per il meraviglioso lavoro che svolge. 



Favola Splatter | Beppe Tosco; Francesco Tosco | Frassinelli | 2018 | 264 pagine | 16.90€



Trama: Un silos colmo di tonnellate di cocaina esplode su Milano e scatena follie e psicosi. Un comandante dei carabinieri e due ragazzi lottano per la sopravvivenza in una città impazzita. Milano. Tra 15 anni. Gheorge Pop è un criminale pieno di idee brillanti. L'ultima, davvero geniale, è quella di riutilizzare la cocaina che - una volta evacuata dai suoi consumatori - abbonda nelle fogne di Milano: raccoglierla, filtrarla, ripulirla, e rimetterla in circolazione. Little Virgin, la chiama (raffinato inglesismo per Madunina). Un tragico giorno d'estate, però, un temporale fa cadere un'enorme gru sul deposito in cui Pop tiene ammassate tonnellate di droga da ripulire, che trascinate dal vento si spargono sopra Milano. E la città impazzisce: i freni inibitori scompaiono, e gli operosi cittadini di Milano si abbandonano ai loro desideri più nascosti. Desideri che, nella stragrande maggioranza dei casi, si rivelano essere estremamente violenti. Vendette, violenze, omicidi dilagano per le vie di Milano, e, come se non bastasse quello che succede davvero, qualcuno si diverte a gettare benzina sul fuoco attraverso il web, dove spopola l'hashtag #MilanoFiesta, che viralizza e diffonde all'infinito le immagini e i video della follia. In questo contesto inizia l'odissea di uno strano trio: Vladi, un ragazzino di origini russe strutturalmente orfano; Lola, adolescente tanto impaurita quanto decisa, e il comandante dei carabinieri De Leo, che - non potendo fare nulla per fermare l'ondata di violenza - decide che la cosa migliore da fare sia provare a salvare almeno i due ragazzini. E intanto si domanda: ma è possibile che sia stata solo una nuvola di droga a scatenare tutto questo?
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Non mi riesce facile parlare di questo libro: l'ho divorato in poco tempo ma non sono stata sicura di averlo compreso fino in fondo finché non ne ho incontrato gli artefici. Si tratta di un racconto disturbante, narratore quasi e esclusivamente di avvenimenti violenti e borderline, che credo abbia il compito di far rifletter profondamente il lettore sulla strada che la società ha intrapreso da qualche anno a questa parte. 

Il susseguirsi delle vicende è incalzante, ai limiti dell'asfissia, e di primo impatto pare non avere un senso del tutto logico; ho impiegato un bel po' di tempo ad ingranare o, per meglio dire, a sentirmi parte degli avvenimenti. come lettrice s'intende. 

Ho iniziato a trarre qualche conclusione solo il giorno dopo, a mente fredda, individuando in quanto ho letto una grandissima metafora della vita composta, a sua volta, da tante metafore più piccole e ancor più enigmatiche di quella generale. Apprezzo particolarmente le storie con un messaggio importante, ancor di più se si tratta di narrazioni dalla cifra stilistica inusuale e positivamente fuorviante. 

Mi ha molto incuriosita la storia professionale di Beppe Tosco che, dopo aver spaziato tra teatro, cinema e televisione, ha deciso di dedicarsi alla scrittura, in questo caso insieme al figlio Francesco. La gravità della cifra stilistica, condita da un umorismo profondamente sagace, è riuscita a disorientarmi, senza che questa affermazione venga però interpretata con accezione negativa. 

Ciò che più mi ha colpito è stato indubbiamente apprendere le dinamiche che hanno ruotato attorno al romanzo, nelle varie fasi della sua costruzione: Beppe ha iniziato da solo, in seguito ad un sogno fatto una notte come tante, che gli si è insinuato nella mente senza permettergli di andare oltre; ha portato avanti la storia fino a che non ha subito una battuta d'arresto, come spesso può capitare a chi produce contenuti propri, come se necessitasse fisiologicamente dell'intervento di una mente fresca e distaccata.

E' stato esattamente questo il ruolo che ha giocato Francesco che, con estrema razionalità e, al contempo, istinto creativo, si è trasformato in un perfetto "problem solver", come lo ha appellato suo padre; pur non essendo nata dalla sua fantasia, la storia ha instaurato con Francesco un feeling vincente, lasciandosi condurre senza porre troppa resistenza attraverso il sentiero dell'ottimo lavoro finito che è "Favola splatter".

Credo che la commistione di questi due elementi, l'argomento che Tosco ha voluto sviscerare, e la modalità in cui il processo è avvenuto in collaborazione con il figlio, offra un valore aggiunto che pochi (o forse nessuno?) romanzi possano vantare. E' stato affascinante poter ascoltare tutto ciò che questa incredibile famiglia a avuto da raccontare, contestualizzando innumerevoli accadimenti riportati nel libro grazie a spassosissimi aneddoti realmente accaduti. 

Non mi è stato possibile ignorare un aspetto peculiare e davvero molto importante: in occasione della divulgazione di un romanzo incentrato sulla mancanza di speranza che i giovani di oggi si ritrovano ad avere nei confronti del proprio futuro e dell'umanità ormai ridotta ai minimi termini, mi sono trovata davanti ad un uomo estremamente ottimista, sorridente e innamorato della vita, e a suo figlio che, pur essendo nel pieno della fase della vita sopra descritta, ha dimostrato una profonda sensibilità, grandissima maturità intellettuale e una spontaneità e una trasparenza in cui raramente (o forse mai?) mi è capitato di imbattermi da trent'anni a questa parte. 

Consiglio la lettura di "Favola splatter" a chiunque abbia voglia di un'alternativa all'atteggiamento disfattista che si sta impadronendo sempre di più delle nostre menti rassegnate, a chi desideri virare e viaggiare verso ad un'accettazione filosofica di quanto accade sapendone trarre positività, anche quando sembra un'impresa impossibile. 




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