Parte una nuova settimana e io non ho trovato un’idea migliore del parlarvi del romanzo che più mi ha coinvolta, fatta soffrire, emozionata e distrutta degli ultimi anni.
Titolo: Il Signore delle Mosche
Autore: William Golding
Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2016
Formato: Brossura
Prezzo: 12,00€
Pagine: 224
Sinossi: Le emozioni, in questo romanzo, ci sono tutte. Poi ci sono coraggio, dolore e piacere. La protagonista è l'ombra. L'ombra da cui ognuno di noi cerca di fuggire, ma che poi ci prende. Ma cosa fare quando la tua parte nascosta finisce dentro il corpo della persona che ami? Forse, non resta che mollare le cime dal pontile e salpare verso la follia. E qual è la follia? Quella di ritrovarsi all'Inferno senza aver peccato? Oppure affidarsi a un sistema non strutturato per la presa in cura, che si affida alla tecnica, che non approfondisce e non si pone troppe domande? In questo romanzo il tempo sembra scandire la vita, ma il tempo qui non c'è. La vita ha un sapore magico e nella vita c'è qualcosa di più forte di tutte le emozioni e di tutti i sistemi, un amore, qualcosa che va contro la morte. Qualcosa che non muore.

Acquistai la mia copia circa 3 anni fa, cogliendo l’occasione di una ristampa in edizione limitata. Ho impiegato tutto questo tempo ad avvicinarmici, intimorita dalle aspettative che me ne ero fatta: lo stile probabilmente troppo artefatto e costruito e l’uso di un lessico non propriamente attuale mi hanno a lungo spaventata. Dio solo sa quanto mi sbagliavo.
La vicenda narrata si svolge sulla più deserta delle isole, in seguito ad un incidente aereo che ha costretto lì un gruppo di ragazzini; sarà qui che i protagonisti della storia dovranno ripartire da zero e costruire una nuova società. Fine ultimo: la sopravvivenza.

Lo stile di scrittura si è rivelato essere molto più semplice di quanto potessi aspettarmi: niente di arzigogolato o eccessivamente costruito; tutta l’attenzione è concentrata sugli avvenimenti e, soprattutto, sulle riflessioni che portano i personaggi ad agire in una maniera piuttosto che in un’altra. La contrapposizione delle personalità di Ralph, “il buono”, e di Jack, “il cattivo”, incarna il fulcro essenziale del messaggio che questo libro porta, ovvero l’esistenza del bene e del male.
Non ci vengono elencate o spiegate le ragioni per cui gli intenti di Ralph sono nobili mentre quelli di Jack mirano a creare una società al limite con la tirannia, veniamo portati a prenderne atto e basta. La scelta di inserire un personaggio come Piggy, ragazzino grassottello senza amici ma con molto intelletto, va a completare il quadro della dinamica sociale più comune: la classe, composta da molti, diversi elementi, necessita di una guida oculata ed altruista, per procedere durante il proprio cammino ed arrivare alla tanto agognata maturità, che raggiunge il suo apice con l’ingresso dell’individuo nel “mondo reale”.


#pazzagioia
Per oggi è tutto Amici dei Libri, non perdetevi i prossimi post perché, tra un #teasertuseday ed un #www potrebbe spuntare una potentissima stroncatura sotto forma di recensione di uno dei libri più chiacchierati del momento (wink!)
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