martedì 9 ottobre 2018

La vita è uno sballo: "Io non smetto" di Giorgia Benusiglio ed. Piemme

Buonasera Amici dei Libri, come è stato questo vostro martedì?

Il mio pieno di cose da fare e anche di scocciature, devo dire, ma stasera sono qui più entusiasta che mai di raccontarvi di una delle esperienze di lettura più potenti che abbia mai fatto. Il mio grazie va a Edizioni Piemme per avermi permesso di leggere questa storia in anteprima.

Sospesi tra infanzia e maturità, ribelli, insicuri, incoscienti. E convinti di essere invincibili. Così si sentono gli adolescenti. Sono sempre attratti da nuove esperienze, e la droga promette di spezzare la noia e il conformismo e di amplificare il divertimento. Se ne prendi poca, non può farti male, si dicono. Anche Giorgia lo ha pensato quando, a 17 anni, ha assunto mezza pastiglia di ecstasy. Cosa poteva succedere per mezza pasticca? Qualche ora dopo, era all'ospedale in coma epatico e si è salvata solo grazie a un trapianto di fegato. A distanza di anni, la sua vita è appesa ai farmaci antirigetto e a continui controlli medici. Oggi Giorgia è una giovane donna viva e attivissima, e ha deciso di usare la sua esperienza per mettere in guardia i ragazzi dall'uso di droghe. Ne incontra migliaia ogni anno, 80.000, 90.000, in tutta Italia.
Sono conferenze emozionanti, emotivamente forti sia per Giorgia, che ogni volta si mette a nudo, sia per gli studenti, che magari arrivano distratti e contenti di saltare qualche ora di lezione e poi si trovano catturati e assorbiti. Quella storia parla di loro, e li mette davanti alle loro paure e ai loro sogni. Questo è il racconto di uno di questi eventi, e di tutti. È la storia di Giorgia, e anche di Matilde e Luca, due ragazzi tentati dalla droga, reali e allo stesso tempo simbolo di tutti i ragazzi. Ascoltano, riflettono, si ribellano, si amano, lottano per diventare se stessi senza perdersi. Per scegliere a quali tentazioni cedere. Sono grumi di energia pronti a spiccare il volo. A loro l'esempio di Giorgia insegna che possono fare della propria vita un capolavoro, senza bisogno di pericolose stampelle.

Il libro di Giorgia Benusiglio è uscito proprio oggi in tutte le librerie, ed è la seconda opera di questa giovane donna che sta dedicando la sua vita alla prevenzione contro l'uso di sostanze stupefacenti.


Seppur non si sia qui per parlare di questo, ci tengo a raccontarvi che Giorgia "fa parte della mia vita" fin dalla prima volta in cui l'ho vista comparire in televisione, in seguito alla scomparsa di sua sorella Carlotta. Ciò che non sapevo, però, è che il suo calvario non è iniziato in quel momento, ma diciannove anni fa, quella maledetta sera in cui, in discoteca in compagnia di amici, ha deciso di provare mezza pasticca di ecstasy

Ciò che è derivato da quella singola azione è stato terribile: Giorgia ha visto la morte in faccia, ha subìto un intervento di diciassette ore durante il quale le hanno trapiantato il fegato di Alessandra, la donatrice che ancora oggi vive con lei ogni giorno e, dopo pochi anni, si è trovata a dover lottare contro un tumore alla cervice. Per fortuna, è una forza della natura e, supportata dai suoi affetti, è riuscita a superare ogni dolorosa e complicata prova che la vita le ha messo davanti.

La causa che lei oggi porta avanti è quanto di più importante voi possiate immaginarvi, ovvero quello di sensibilizzare tutti, in primo luogo gli adolescenti ma anche gli adulti che li circondano, siano essi parenti, amici o insegnanti, e di prevenire l'espandersi di una piaga come quella della droga, "semplicemente" portando la propria esperienza. Giorgia si racconta, senza risparmiare i dettagli a nessuno, e mette chi la ascolta davanti ad un'evidenza: le sostanze stupefacenti possono decidere di non darti una seconda possibilità.

Al grido di "Imparate a splendere!" questa fortissima giovane donna regala ad ognuno di noi, da anni, la consapevolezza dell'importanza della vita che ci è stata donata, ci racconta quanto ogni singolo giorno sia da vivere a pieno, senza farlo con vuoti stereotipi o severe lezioncine. Leggere la sua storia, e quella dei suoi protagonisti Luca e Matilde, è stato come ricevere un potente schiaffo diretto in faccia; ho provato ansia, dolore e persino disperazione...per poi commuovermi e sciogliermi in lacrime davanti ad alcuni dei messaggi che, negli anni, le sono stati inviati dai ragazzi che ha incontrato nell'arco del suo lavoro. 

Ci sono un milione di cose che ho scoperto su Giorgia e sulla sua vita che mi hanno colpita come fossero fulmini, ma spero che voi decidiate di scoprirle leggendo "Io non smetto", e non voglio rovinarvi l'esperienza; tengo a sottolineare, però, quanto possa essere importante divulgare un messaggio come quello di cui stiamo parlando che, secondo me, ha una doppia valenza: Giorgia non ci dimostra solo quanto sia importante lottare, ma ci insegna anche che parlare con i giovani è importante, che creare un dialogo con certi crismi, a volte, può salvare delle vite.

Appena ho voltato l'ultima pagina mi sono maledetta per essere nata troppo vicina a Giorgia; forse, se fossi stata più giovane, l'avrei incontrata nelle scuole e forse avrei saputo qualcosa in più sull'argomento...chissà, magari tante cose sarebbero potute andare diversamente. Ciò che importa, però, è che lei, la sua storia e il suo messaggio arrivino il più lontano possibile, insieme all'enorme lezione che portano con sé.

Spero di essere stata in grado di trasmettervi almeno una piccola parte dell'importanza che ha avuto per me questo libro e, più di tutto, spero che anche voi vogliate conoscere questa storia così da poter conoscere questa persona straordinaria, seppur a distanza. Credo che se questo mondo potesse avere qualche Giorgia in più, diventerebbe un posto più felice. 

Per saperne di più potete visitare il suo sito o le sue pagine Facebook e Instagram, ovviamente oltre a leggere il libro.


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