giovedì 4 ottobre 2018

Qualcuno che l'ha detta com'è: "Io odio internet" di Jaret Kobek ed. Fazi Editore

Buon pomeriggio Amici dei Libri e buon giovedì!

Oggi doppio post perché dobbiamo assolutamente parlare di questo particolarissimo romanzo che mi ha inviato Fazi Editore, che ringrazio.

«Internet era un’invenzione meravigliosa. Era una rete informatica che gli esseri umani usavano per ricordare ai loro simili che erano degli schifosi pezzi di merda».

Adeline è una quarantacinquenne semifamosa per aver pubblicato un fumetto di successo negli anni Novanta. Vive a San Francisco. Invitata a parlare in un’università, finisce sotto attacco sui social network per aver «commesso l’unico peccato imperdonabile del ventunesimo secolo», ossia non rendersi conto che qualcuno la riprendeva mentre esprimeva quello che pensava. Bisogna tenere conto che Adeline 1) è una donna in una cultura che odia le donne, 2) è semifamosa e 3) ha espresso un’opinione poco popolare. E vive nell’era Internet. Adeline diventa così un trend su Twitter, e quindi se ne occupa la stampa, incapace di svolgere un lavoro più serio.
Adeline diventa il bersaglio degli hater. E dagli insulti sessisti e razzisti, gli unici a guadagnarci sono Google, Facebook e Twitter, che vivono della pubblicità e dei contenuti creati dagli utenti, delle loro opinioni inutili, spesso ipocrite e compiaciute, sfruttate appieno per le inserzioni pubblicitarie che fruttano patrimoni enormi a degli «antisociali privi di eumelanina nello strato basale dell’epidermide» (ossia bianchi) come Mark Zuckerberg, Steve Jobs e pochi altri, signori feudali per i quali «le parole sono il grasso che olia gli ingranaggi del capitalismo»…

Io odio Internet è un romanzo esilarante concepito da una mente geniale, un bestseller controcorrente che fa a pezzi tutti i grandi paradossi dell’era Internet.

Come sempre questo Editore fa, anche in questo caso è riuscito a scovare una piccola perla narrativa che non solo racconta la sua storia in maniera ironica e anticonvenzionale, ma tocca anche un argomento alquanto spinoso come l'avvento di internet, dei social network e, soprattutto, l'uso che l'essere umano ha preso a farne in questi ultimi anni.

Devo dire che mai avrebbe potuto essere più provvidenziale di così la lettura di questo libro, avvenuta proprio in giorni in cui mi sono trovata in mezzo ad un vile "combattimento" a suon di stories su Instagram. Quello che l'autore fa riguarda proprio questo: prende in analisi problematiche attuali e quotidiane, in cui chiunque potrebbe imbattersi nella vita, e analizza, velatamente, l'effetto che la tecnologia della rete potrebbe avere sulla normalità.

La penna di Kobek è senza dubbio tra le più originali in cui mi sia imbattuta recentemente, come la struttura narrativa che ha deciso di creare, diversa da qualsiasi cosa possiate leggere solitamente. I personaggi hanno un ruolo particolare, caratterizzato soltanto grazie a ciò che gli accade e che ci viene raccontato.

Ciò che ho preferito, senza dubbio, è il sense of humor di cui è dotato l'autore, e che ha egregiamente trasmesso a me nell'arco della lettura. Ciononostante non pensiate di trovarvi davanti ad un testo privo di morale o di riflessioni importanti; seppur trasmetti con leggerezza e acume, gli insegnamenti all'interno di questo libro sono molti e gli spunti da utilizzare per riflessioni che, se fatte, potrebbero davvero cambiare l'immaginario comune che, purtroppo, di questi tempi non è esattamente il massimo della vita. 

Non posso nascondervi di essere non particolarmente avvezza a questo genere di scrittura, poco "romanzante" e più di cronaca, come se fosse un insieme di informazioni e considerazioni su certi avvenimenti, legate tutte insieme con un filo logico, che sia temporale o contestuale. Spero di avere modo nuovamente, in futuro, di confrontarmici così da prenderci un po' la mano.

Vi consiglio quindi la lettura di "Io odio internet" sia per evadere, per uscire un po' dai soliti schemi, che per prendervi un pochino di tempo per riflettere su cose che, essendo ormai entrate a far parte della routine di ognuno di noi, vengono troppo spesso trascurate e maltrattate. 

  

1 commento:

  1. Qualche tempo fa, su Rivista Studio mi pare, alla letteratura moderna era imputata l'incapacità di integrare il mondo 2.0 e le sue dinamiche nella narrazione...

    ...forse ora abbiamo colmato questa lacuna :)

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