martedì 3 novembre 2020

Review Party | "Così si perde la guerra del tempo" di Amal El-Mohtar e Max Gladstone | Mondadori

Con un titolo così, non possiamo far altro che riconoscere un libro davvero originale e accattivante, non credete?

Con questo buongiorno inizia il nostro viaggio in una storia che, certamente, mi rimarrà impressa per molto tempo. Come sempre, però, ci tengo a ringraziare chi mi ha coinvolta nell'evento, prima di cominciare, ovvero Martina del blog Lettrice di Sogni e Mondadori.


Tra le ceneri di un mondo in rovina, un agente del comandamento trova una lettera: "bruciare prima di leggere". Inizia così la strana corrispondenza tra due agenti rivali, Rossa e Blu, emissarie di due fazioni in lotta, ciascuna desiderosa di controllare il passato per dominare il futuro. Ma quella che è iniziata come una sfida a distanza presto si trasforma in qualcosa di diverso, presto si trasforma in qualcosa di diverso. Qualcosa di epico. Qualcosa di romantico...qualcosa che potrebbe farle uccidere. Perché in fine dei conti c'è una guerra in corso. E qualcuno deve vincerla. Non è così che funziona?

Quando mi è stata proposta questa lettura non sapevo niente del libro in questione: non avevo mai sentito gli autori né conoscevo la trama. Sono stata attratta, come spesso accade, dalla copertina, così diretta nel messaggio di opposizione che vuole trasmettere, così delicata ma al tempo stesso rappresentativa di uno scontro, una guerra, di elementi messi in contrapposizione. Ed è proprio di questo che si parlerà tra le sue pagine, di una "guerra del tempo" e di due partecipanti a tale scontro, che entreranno in relazione tra di loro.

Ciò che più ho apprezzato riguarda proprio questo: riuscire a rendere innovativo un romanzo con una struttura classica, quella epistolare, ambientandolo in un mondo distopico crudele e senza speranza, che condanna chiunque lo abiti ad una cultura incentrata sull'odio e sulla violenza. Si percepisce dai pensieri e dalle parole delle protagoniste un senso di obbligatorietà, cui devono sottostare come se non conoscessero l'alternativa...come fosse l'unico modo in cui sanno vivere.

Lo stile di scrittura è, paradossalmente, piuttosto lineare, il che agevola una lettura di per sé piuttosto complessa a causa della forte diversità che regna tra il mondo reale e quello di cui leggiamo. Non ho percepito particolare distanza o scompensi dati dalla scrittura a quattro mani, e questo non può far altro che accrescere il valore dell'opera, così fluida e al limite con l'onirico.

Il mistero che circonda le due protagoniste è, senza dubbio, uno dei temi più interessanti: non sappiamo molto di loro, se non le caratteristiche principali (e superficiali) che le contraddistinguono, non sappiamo nemmeno se siano effettivamente due donne. Ho pensato che sia stata una scelta fatta di proposito poiché il dettaglio non è fondamentale ai fini dello svolgimento della storia, e l'ho apprezzato particolarmente.

Io non sono un'esperta di distopia, non perché non mi piaccia quanto perché non ho ancora letto sufficiente materiale per esprimere un giudizio oggettivo, ma credo che questa sia stata costruita in maniera magistrale, completata da un'ottima parte sensoriale, fatta di atmosfere e sensazioni di inquietudine che accompagnano il lettore fino al momento in cui gira l'ultima pagina.

Non è certo un romanzo semplice di cui parlare: l'inizio può risultare ostico come l'entrare in empatia con la struttura nella sua totalità ma, se gli si dà la giusta attenzione, riesce a conquistare senza riserve, guadagnandosi un posticino nella memoria anche dei lettori più lontani dal suo genere.


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