martedì 6 ottobre 2020

Review Party | "L'angelo senza volto" di Kevin Frazier e Arto Halonen | Ed. Piemme

Buon martedì a tutti!

Questa sarà una settimana pregna, costellata di chiacchiere sulle ultime letture che ho fatto: ringrazio tantissimo Tiziana del blog The Mad Otter per avermi reclutata e inclusa in questo evento, e Piemme per averci fornito la copia del libro.


Un thriller psicologico avvincente e affascinante che si ispira a casi di omicidio sotto ipnosi realmente accaduti a Copenaghen negli anni Cinquanta. Un romanzo che ci fa riflettere sui modi in cui la nostra mente può essere controllata e manipolata.

Sei proprio sicuro che sia tu a controllare la tua mente?

Copenaghen, 1951. Un uomo cammina per le vie della città come se non avesse una meta. È Palle Hardrup, un ex collaboratore dei nazisti uscito recentemente dal carcere. L'uomo entra in una banca armato, chiede dei soldi e poi spara al cassiere e al direttore. Quando viene arrestato, afferma di non ricordare nulla e i testimoni oculari confermano che Hardrup sembrava essere in una sorta di trance. L'ispettore Anders Olsen, che indaga sul caso, durante l'interrogatorio capisce con sgomento che Hardrup è stato effettivamente ipnotizzato da qualcuno per commettere la rapina e poi l'omicidio, probabilmente dall'uomo che chiama «l'Angelo Custode». Nella ricerca del vero artefice dei crimini, Olsen si muove lentamente in un mondo in cui nulla è come sembra, e in cui non ci si può fidare di nessuno. Nemmeno della propria mente.



C'è una piccola serie di considerazioni che desidero fare prima di iniziare: Piemme, per me, è una garanzia quando si tratta di thriller e questa affermazione non sorprenderà chi mi segue già da un po'. IN questo caso specifico, l'Editore ha unito due delle mie più grandi passioni letterarie ovvero il thriller psicologico e una storia vera. Il risultato? Un'esperienza di lettura piena di emozioni. Per quanto le due storia non si possano accomunare per diversi motivi, ogni tanto ho percepito quella sensazione di inquietudine che mi aveva donato la storia di Billy Milligan, nel famosissimo "Una stanza piena di gente" di Daniel Keyes: chiunque sappia di cosa sto parlando si starà immaginando alla perfezione ciò cui mi riferisco.

La grande particolarità del romanzo consiste nell'essere suddiviso in capitoli con nomi particolari: sono impazzita dite? Mi spiego meglio: ognuno di capitoli inizia con una frase ben precisa, quelle che normalmente utilizza un ipnotista durante una seduta terapeutica; questo permette al lettore di immergersi senza esclusione alcuna nella storia, rischiando quasi di lasciarsi trascinare dagli eventi come se li stesse vivendo lui stesso. Ancor più l'inquietudine aumenta quando ci si ricorda che la maggior parte degli accadimenti narrati sono realmente accaduti, seppur romanzati. 

Come sempre ci tengo a non fare spoiler nelle mie recensioni e, per questo motivo, mi riesce abbastanza difficile quando vi parlo di romanzi che mi entusiasmano così tanto e che, all'interno della propria trama, racchiudono un colpo di scena dopo l'altro: ciò che posso certamente svelare è che lo stile di scrittura utilizzato per narrare la storia è molto secco e distaccato in alcuni momenti, quelli più carichi di tensione, ma che sa diventare fluido e (è proprio il caso di dirlo) ipnotico quando serve.

Se, come me, avete amato i romanzi dei Lars Kepler, che hanno sgominato i concorrenti nelle classifiche best seller di una decina di anni fa, sarete immensamente felici di fare la conoscenza di questa nuova storia, ambientata anch'essa all'estremo nord dell'Europa, immersa nelle fredde atmosfere dell'affascinante Copenaghen, che io tanto ho amato e "rivisto" durante la lettura. 

Arrivata a questo punto io spero di avervi incuriositi al punto giusto e che vogliate intraprendere la lettura di questo nuovissimo thriller psicologico, in tutte le librerie proprio da oggi. Mi raccomando, aspetto le vostre opinioni! 



Nessun commento:

Posta un commento