Come state?
Ci risentiamo oggi per parlare di un thriller per ragazzi che ho divorato, e per cui devo ringraziare Silvia del blog Hook a Book e Mondadori, che mi hanno permesso di leggerlo. Grazie anche a Sara del Club delle Lettrici Compulsive per il bellissimo banner.

Non è stato il mio primo incontro con Karen McManus, l'avevo già "conosciuta" con "Uno di noi sta mentendo", uscito nel 2018. Questa seconda volta è stata nettamente più positiva rispetto alla prima, seppur si sia trattato di una lettura non esattamente diretta ad un target della mia età; stiamo parlando di un romanzo ambientato al liceo, che ha come protagonisti degli adolescenti che si trovano invischiati in una faccenda più grande di loro ma, nonostante questa premessa possa sembrare poco allettante e originale, posso dirmi molto soddisfatta dell'esperienza.
Mi sono divertita ad accompagnare i protagonisti della storia nella loro sequela di eventi misteriosi e discretamente inquietanti in cui si imbattono, partecipando quasi attivamente alle loro riflessioni. In particolare, ho instaurato una sorta di legame con Ellery, una delle protagoniste, per via della nostra "passione" comune per i casi di cronaca nera; il punto in cui è scattata l'empatia è stato molto preciso, ovvero durante una discussione tra lei e la nonna, la quale dice alla nipote che si sarebbe occupata lei della sua istruzione, per permetterle di inseguire il suo sogno e la sua passione. Quanto avrei voluto sentirmi dire la stessa cosa!
Spero mi perdoniate la divagazione ma ci tenevo a specificare questa cosa, perché trovo sia bello trovare un punto in comune con un personaggio così "formalmente" diverso da sé. Arriviamo così a parlare di un aspetto tecnico: lo stile di scrittura mi è piaciuto, nonostante lo abbia trovato a tratti eccessivamente semplificato; ho riflettuto sul fatto che questo potesse derivare dalla giovane età dei protagonisti, che parlano sempre in prima persona e sono quindi riuscita a comprendere meglio le scelte stilistiche, nonostante abbia comunque trovato qualche errore di battitura e qualche svista qui e là.
Come sapete non mi sbilancio mai sui finali dei libri, specialmente se si tratta di romanzi thriller, perché non tollero gli spoiler sotto nessuna forma: vi basti sapere che sono stata soddisfatta dalla risoluzione dei vari misteri e che per la maggior parte della lettura non sono riuscita a recuperare il bandolo della matassa, prerogativa imprescindibile per me quando faccio una lettura di suspance come questa.
Ho trovato infine la costruzione dell'ambientazione molto ben studiata e pienamente riuscita, e ho particolarmente apprezzato (pur rischiando di sembrare un po' sciroccata) la coerenza che ho trovato nella trama del libro con la parte estetica, dell'oggetto vero e proprio: i colori utilizzati nella copertina sono perfettamente riconducibili alle atmosfere di cui si legge all'interno e la cura che è stata riservata al volume mi è saltata subito all'occhio.
Interessante.
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