mercoledì 5 dicembre 2018

La nuova regina del thirller è un avvocato penalista: "L'ultima volta che ti ho vista" di Alafair Burke, ed. Piemme

Buon pomeriggio Amici dei Libri e buon mercoledì!

Oggi torniamo a parlare dei miei amati thriller psicologici con uno dei nomi più in vista dell'ultimo periodo, l'autrice che ha scalato le vette delle classifiche dopo Paula Hawkins e che ha conquistato i lettori di tutto il mondo. Sono immensamente grata a Piemme per avermi permesso di leggere questo romanzo in anteprima.



Dall'autrice de La ragazza nel parco, un nuovo thriller psicologico in cui ogni certezza viene smontata, ogni verità capovolta, e ogni paura moltiplicata per mille.

«Un'autrice che continua a sorprendere» – Michael Connelly

"L'ultima volta che l'hai vista è stata dieci anni fa. E adesso è tornata."

Metropolitana di New York. Un video sgranato, girato col cellulare da un passante, mostra una donna che salva un ragazzo da una caduta fatale sui binari. Una notizia che fa gola ai giornali locali, perché la donna, subito dopo, scompare senza lasciare traccia.
Come i suoi colleghi, anche la giornalista McKenna Jordan è a caccia di storie. D'altra parte, dopo un passato da assistente procuratore distrettuale che non ama ricordare, questa è la sua vita adesso: cercare notizie barcamenandosi tra fonti inaffidabili e scoop passeggeri. Ma quando le capita tra le mani quel video, ciò che vede la lascia senza fiato. In quella donna ancora senza nome, McKenna riconosce qualcuno. Susan Hauptmann. Un nome che appartiene al passato suo e di suo marito Patrick. Una vecchia amica di cui da dieci anni non si hanno più notizie. Se è lei, e se è ricomparsa, vuol dire che forse vuole essere trovata. Per McKenna è arrivato il momento di cercarla davvero, come nessuno ha mai fatto, e di rintracciare il detective Scanlin, che all'epoca aveva velocemente archiviato il caso. Ben presto McKenna si accorgerà, però, che ci sono molte cose che non ha mai saputo di Susan. Perché non sempre sappiamo tutto di quelli che amiamo di più...

La prima cosa che ho notato, quando ho visto comparire il primo romanzo di quest'autrice tra gli scaffali delle librerie, è il commento che il mio autore preferito le ha fatto, e che è riportato sul retro di copertina; Dennis Lehane nutre una grande stima nei confronti di Alafair Burke e questo mi è bastato per fidarmi ciecamente e iniziare a leggerla.

In quanto ex pubblico ministero e avvocato penalista, la Burke è decisamente riconoscibile dal suo stile di scrittura, asciutto ed essenziale, cui ricama sopra delle descrizioni particolareggiate e un pizzico di empatia dei personaggi, così che il lettore possa sentirsi coinvolto. In questo specifico caso, dove a parlare è un'ex avvocato che ora fa la giornalista, mi sono sentita parte dei suoi turbamenti sia personali che professionali, specialmente per quanto riguarda l'accadimento principe del romanzo: la ricomparsa di una donna ormai data per morta.

Tutto ciò che concerne la parte giuridica della vicenda e i personaggi professionalmente coinvolti, è raccontato con dovizia di particolari, rendendo i dettagli accessibili anche a chi ne è del tutto a digiuno. I personaggi sono caratterizzati con molta attenzione e, nell'arco dell'intera lettura, il lettore è portato a sospettare di tutti e di nessuno proprio grazie all'abilità che la Burke ha nel rendere le sue storie e chi le "vive" particolarmente verosimili.

Inoltre, il presupposto che sta alla base del mistero da risolvere è originale e ben studiato: una donna data per dispersa o, forse, morta, viene ripresa per un millesimo di secondo da una telecamera della metropolitana, mentre trae in salvo il suo stesso rapinatore, un giovanissimo atleta che ha deciso di scipparle il telefonino. Perché lo ha salvato? E perché è scappata senza denunciarlo o fargliela pagare? E' veramente la stessa donna che McKenna ricorda come la sua migliore amica ex membro dell'esercito?

Dovrete recuperare il libro per avere le risposte a tutte queste domande, quel che è certo è che non sarete in grado, proprio come non lo sono stata io, di capire in anticipo quello che la Burke ha tramato. Non c'è niente di più bello, quando si leggere un thriller psicologico, che restare totalmente attoniti davanti alla ragnatela di mistero tessuta dall'autore, è una sensazione impagabile a cui non rinuncerei per nessun motivo al mondo. 

Vi invito calorosamente a recuperare anche i tre precedenti romanzi dell'autrice, ne vale davvero la pena. Cliccando qui atterrerete direttamente sulla pagine con tutte le informazioni. BRAVA BRAVA BRAVA, ALAFAIR.



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