Oggi ho la splendida opportunità di partecipare al blogtour organizzato per l'uscita di "Palermo Connection", un bellissimo thriller a stampo politico-legale che esce domani in tutte le librerie e che ho avuto il piacere di poter leggere in anteprima. Ci tengo a ringraziare Cristina di Fazi Editore per l'ottimo lavoro che svolge con tutti noi!
Ieri l'evento si è aperto su Contorni di Noir e proseguirà, a partire da domani, su Milano Nera, Thrillernord e La Stamberga d'inchiostro; trovate alla fine fine del post il calendario con tutte le tappe.
Palermo, oggi. La procuratrice antimafia Serena Vitale, italo-tedesca di bell’aspetto, appassionata e battagliera, conosce bene i rischi che corre quando decide di trascinare in tribunale per collusione mafiosa un politico di chiara fama. Il modello di riferimento di Serena, un famoso giudice antimafia, è stato ucciso. E lei ricorda bene la sua infanzia di figlia di un italiano emigrato in Germania, nel bacino della Ruhr, per sfuggire ai tentacoli della cosca siciliana. È decisa a combattere fino in fondo questa battaglia, costi quel che costi. Dall’interrogatorio di un riottoso testimone risulta chiaro che la rete di interessi criminosi è molto più estesa del previsto e che Serena stessa si trova in grave pericolo. Nel frattempo, un giornalista tedesco volato a Palermo alla ricerca di uno scoop per il suo giornale si lascia catturare in un gioco pericoloso di cui non comprende le regole. E il coraggioso poliziotto che Serena ha sempre considerato suo alleato sembra trasformarsi di colpo in una minaccia…
"Palermo Connection" è stato per me una grande rivelazione, non essendo io per niente avvezza al genere letterario cui appartiene: per quanto esso si possa posizionare a cavallo di diversi generi, possiede diverse caratteristiche tipiche del legal-thriller, insieme all'aspetto storico, politico e investigativo. Diverso, invece, sarebbe il discorso legato alle serie tv che ho sempre guardato con molto interesse. Petra Reski è stata di grado di appassionarmi, di farmi tuffare all'interno della vicenda proprio come hanno fatto gli autori delle serie sopra citate.
Il tema centrale attorno il quale ruota tutta la vicenda è la delinquenza mafiosa, l'operato di esseri umani che forse così non si possono definire; di certo non il più semplice da affrontare con i giusti crismi. L'autrice, però, è stata in grado di farlo con un ammirevole maestria, avvalendosi delle sue conoscenze giornalistiche ma riuscendo, al contempo, a integrare quelli che sono gli strumenti narrativi, propri dei migliori giallisti. Pagina dopo pagine è nettamente percepibile il profondo lavoro di ricerca che ha svolto, in maniera accurata e intelligente, che le ha permesso di realizzare un prodotto completo sotto ogni punto di vista.
La riuscita finale dell'opera credo dipenda fortemente da uno degli elementi fondamentali di una struttura narrativa: la caratterizzazione dei personaggi. Non solo la protagonista procuratrice, Serena Vitale, è delineata con accuratezza in ogni suo tratto distintivo, ma anche i personaggi collaterali svolgono ognuno un ruolo ben preciso, fondamentali ai fini dello sviluppo della vicenda. Ho trovato molto accurata anche la descrizione degli esponenti mafiosi, corredate di particolarità proprie dettate dalla provenienza e dalle attitudini di ognuno.
Serena Vitale è senza dubbio uno dei punti di forza per eccellenza di tutto il romanzo: con i suo atteggiamento freddo e calcolatore, che le ha conferito il soprannome "santa di ghiaccio", la fa da padrone su tutti, attribuendole, a parer mio, un grandissimo velo di mistero e, di conseguenza, facendo destare un forte interesse.
Come ho anticipato, anche lo stile di scrittura dell'autrice, che non è nuova al tema che ha deciso di trattare, costituisce un punto forte e distintivo all'interno del romanzo: secco e distaccato come quello giornalistico ma anche coinvolgente e un poco più emotivo al momento giusto, ha contribuito a realizzare un'opera particolare e accattivante, da cui mi è risultato difficile allontanarmi.
Infine, ho particolarmente apprezzato gli spunti di riflessione che ci ha fornito la Reski, primo su tutti quello legato alla responsabilità e alla colpa, in funzione del concetto di vendetta: se tutti coloro che compiono atti illeciti e crudeli hanno, in cuor loro, una motivazione più che plausibile per aver portato a termine determinate azioni, si possono definire davvero colpevoli? Non succede spesso di leggere un romanzo così velatamente profondo, che spinga il lettore a interrogarsi su innumerevoli questioni, anche che esulano completamente dall'argomento d'intrattenimento primario, ovvero la trama del libro.
Sono molto felice, come avrete ormai capito, di aver partecipato a questo evento e di aver potuto leggere quest'opera in anteprima, ve la consiglio spassionatamente senza esclusione di colpo!
Non perdetevi, mi raccomando, tutte le altre tappe di questo bellissimo blogtour:
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