Che strano questo saluto, non sono abituata...
Sono qui oggi a parlarvi di un magico incontro, che ho avuto l'occasione di fare grazie a Sperling&Kupfer. Chi si occupa di organizzare questi eventi, stavolta si è superata, regalandoci un'esperienza davvero unica e, per quanto mi riguarda, molto emozionante.
Le voci delle betulle | Eloisa Donadelli | Sperling&Kupfer | giugno 2018
300 pagine | 16,90€
300 pagine | 16,90€
Acquistalo subito! |
Con voce poetica e autentica, Eloisa Donadelli ci regala un esordio che lascia il segno. Una storia di legami che restano scritti dentro, radici che trattengono segreti, dolori non cercati che ci conducono a ritrovare noi stessi in radure luminose.
"Ci sono re dell'abbondanza, re della povertà, re dell'arroganza e re di se stessi. Io ho incontrato un re d'argento e d''aria. Viveva tra alberi, vento e passato. Aveva una figlia senz'anima e una nipotina sconosciuta che amava un angelo. Era il re delle betulle. Io l'ho conosciuto, viveva in uno di quei posti che ti si cuciono addosso."
Le betulle ci insegnano ad avere radici per restare e foglie per sognare. Bernadette Laudis vive da sempre con un peso inspiegabile sul cuore, un senso di vuoto che le fa mancare l'aria all'improvviso nonostante l'abbraccio caldo della famiglia, e che cerca di colmare con il suono del suo violoncello. Finché, un giorno, un oggetto stonato rinvenuto sul pavimento di casa rivela una verità affilata, che squarcia il velo di purezza di cui credeva ammantata la sua vita. E il dolore la getta in un crepaccio senza appigli, di quelli che si insidiano nei ghiacciai delle Alpi che fanno da contorno al paesino di Cimacase, dove lei da Milano si è trasferita per amore. Una notte, in cerca di ossigeno fresco, Bernadette si addentra nei boschi e scopre una radura protetta da un recinto di betulle. Lì, in una casa di sasso, vive Giosuè, un pastore solitario, un uomo anziano che si è fatto eremita per proteggere i ricordi. In paese lo chiamano «il re delle betulle»: dicono che i suoi consigli siano un balsamo per le ferite dell'anima; dicono che sappia leggerti dentro, ma che non tutti riescano a trovarlo. Parla poco, ma conosce la saggezza degli alberi e sa ascoltare. Anche la voce del silenzio. Grazie a quell'incontro, Bernadette inizierà a sciogliere i nodi del cuore. Grazie al bosco di betulle, troverà la chiave per spalancare una porta sul suo passato, sulla storia della sua famiglia e sul mistero delle sue origini. Liberandosi così da quell'antico peso sull'anima e ritrovando la strada di casa. Perché ci sono destini che solo gli alberi sono in grado di preservare.
Leggere il libro di Eloisa ha costituito per me un'esperienza colma di arricchimento ed emozione, così come è stato affascinante incontrarla e chiacchierare con lei non solo della sua opera, ma anche di tutto ciò che ne ha composto la nascita e la realizzazione. Amo molto quelle che definisco le "storie di vita", i romanzi in cui vengono trattate tematiche che ogni lettore affronta o potrebbe affrontare nell'arco della propria esistenza; "Le voci delle betulle" è esattamente questo.
Le sfaccettature di questo romanzo sono moltissime, così come i punti di vista da cui bisognerebbe osservarlo: di primo impatto qualcuno potrebbe pensare di essersi imbattuto in una saga familiare, giudizio che non si rivelerà del tutto sbagliato proseguendo nella lettura ma, al contempo, non penso possa essere una definizione completa. La storia non è solo quella di una famiglia, racconta le mille sfumature che questo comporta, parla di come e quanto un avvenimento possa modificare il corso di una o più vite e, secondo me, è un romanzo che tratta l'ampio tema della scelta.
Che cosa può aiutarci a determinare quale direzione sia opportuno prendere? Se ne può fare unicamente una questione di priorità oppure la scelta stessa è dettata da una decisione che va presa prima, fra tutte le variabili che compongono la personalità di un individuo? Mi rendo conto di rischiare di risultare fin troppo filosofica ma questo tema mi ha fatta riflettere a lungo, anche a causa delle similitudini, in cui mi sono imbattuta durante la lettura, tra ciò che accade alla protagonista e alcune esperienze che ho vissuto sulla mia pelle.
Ciò che è importante dire su questo romanzo è che il grande protagonista è l'amore, quello vero e incondizionato e quello molto condizionato e opportunista; che l'autrice ci permetta di scoprire, a piccoli passi, più generazioni di una stessa famiglia, ci aiuta a capire quanto ogni differenza caratteriale o "temporale" possa essere colmata dal sentimento per eccellenza, che si manifesta in tutte le sue sfaccettature dipendentemente dall'origine della sua dimostrazione.
Ho apprezzato in particolar modo il simbolismo che Eloisa ha inserito, quasi come incitare chi legge ad intraprendere una piccola caccia al tesoro, attribuendo un significato cruciale a diversi elementi della natura, siano essi animali, vegetali o atmosferici; l'amore per le sue origini e radici, combinato con quello che l'ha sempre spinta a viaggiare, si sono combinati alla perfezione, creando una sinfonia che sembra giungere direttamente dall'anima.
In ultimo, ma non per importanza, trovo che non sia così comune incontrare una persona che sia così meravigliosamente simile all'opera che ha realizzato e regalato ai suoi lettori: certamente non è possibile conoscere approfonditamente una persona sulla base di una chiacchierata di poco più di un'ora, ma quel che è certo è che le sensazioni che Eloisa mi ha trasmesso sono state molto forti, e sono ancora vive nonostante siano passati diversi giorni. Per questo ringrazio lei e chi me l'ha fatto incontrare.
Non mi resta altro che consigliarvi di leggere "Le voci delle betulle", dove sono sicura che troverete un pezzettino di voi, com'è capitato a me.
Le sfaccettature di questo romanzo sono moltissime, così come i punti di vista da cui bisognerebbe osservarlo: di primo impatto qualcuno potrebbe pensare di essersi imbattuto in una saga familiare, giudizio che non si rivelerà del tutto sbagliato proseguendo nella lettura ma, al contempo, non penso possa essere una definizione completa. La storia non è solo quella di una famiglia, racconta le mille sfumature che questo comporta, parla di come e quanto un avvenimento possa modificare il corso di una o più vite e, secondo me, è un romanzo che tratta l'ampio tema della scelta.
Che cosa può aiutarci a determinare quale direzione sia opportuno prendere? Se ne può fare unicamente una questione di priorità oppure la scelta stessa è dettata da una decisione che va presa prima, fra tutte le variabili che compongono la personalità di un individuo? Mi rendo conto di rischiare di risultare fin troppo filosofica ma questo tema mi ha fatta riflettere a lungo, anche a causa delle similitudini, in cui mi sono imbattuta durante la lettura, tra ciò che accade alla protagonista e alcune esperienze che ho vissuto sulla mia pelle.
Ciò che è importante dire su questo romanzo è che il grande protagonista è l'amore, quello vero e incondizionato e quello molto condizionato e opportunista; che l'autrice ci permetta di scoprire, a piccoli passi, più generazioni di una stessa famiglia, ci aiuta a capire quanto ogni differenza caratteriale o "temporale" possa essere colmata dal sentimento per eccellenza, che si manifesta in tutte le sue sfaccettature dipendentemente dall'origine della sua dimostrazione.
Ho apprezzato in particolar modo il simbolismo che Eloisa ha inserito, quasi come incitare chi legge ad intraprendere una piccola caccia al tesoro, attribuendo un significato cruciale a diversi elementi della natura, siano essi animali, vegetali o atmosferici; l'amore per le sue origini e radici, combinato con quello che l'ha sempre spinta a viaggiare, si sono combinati alla perfezione, creando una sinfonia che sembra giungere direttamente dall'anima.
In ultimo, ma non per importanza, trovo che non sia così comune incontrare una persona che sia così meravigliosamente simile all'opera che ha realizzato e regalato ai suoi lettori: certamente non è possibile conoscere approfonditamente una persona sulla base di una chiacchierata di poco più di un'ora, ma quel che è certo è che le sensazioni che Eloisa mi ha trasmesso sono state molto forti, e sono ancora vive nonostante siano passati diversi giorni. Per questo ringrazio lei e chi me l'ha fatto incontrare.
Non mi resta altro che consigliarvi di leggere "Le voci delle betulle", dove sono sicura che troverete un pezzettino di voi, com'è capitato a me.
Il libro mi incuriosisce molto e capisco come l'incontro con l'autrice ti abbia emozionata. Sarebbe bello poter chiacchierare con gli scrittori che abbiamo amato di più.
RispondiEliminaTe lo consiglio davvero! Concordo, sarebbe meraviglioso <3
RispondiElimina