mercoledì 14 febbraio 2018

Recensione "Uomini che restano" di Sara Rattaro

Buongiorno Amici dei Libri e buon mer...buon San Valentino!!

Personalmente non amo questa ricorrenza ma, in ogni caso, non avrei potuto leggere un libro migliore, in questi giorni, di quello inviatomi da Sperling&Kupfer, che ringrazio sempre con tutto il cuore; ne parliamo oggi insieme, e non potrei esserne più felice, sia per la meraviglia del libro che per l'affezione profonda che provo nei confronti di Sara Rattaro, autrice che seguo fin da prima dell'uscita del suo "Non volare via".


Uomini che restano | Sara Rattaro | Sperling&Kupfer | febbraio 2018 | 264 pagine, rilegato | 16,90€

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Trama: All’inizio non si accorgono nemmeno l’una dell’altra, ognuna rapita dal panorama di Genova. Fosca e Valeria s’incontrano per caso, sul tetto di un palazzo dove entrambe si sono rifugiate nel tentativo di sfuggire al senso di abbandono che a volte la vita ti consegna a sorpresa, senza chiederti se ti senti pronta.
Fosca è scappata da Milano e dalla confessione scioccante con cui suo marito ha messo fine in un istante alla loro storia, una verità che per anni ha taciuto a lei, a tutti, persino a se stesso. Valeria nasconde sotto un caschetto perfetto e un sorriso solare i segni di una malattia che sta affrontando senza il conforto dell’uomo che amava, perché lui non è disposto a condividere con lei anche la cattiva sorte. Quel vuoto le avvicina, ma a unirle più profondamente sarà ben presto un’amicizia vera, di quelle che fanno sentire a casa. Perché la stessa vita che, senza preavviso, ti strappa ciò a cui tieni, non esita a stupirti con tutto il buono che può nascondersi dietro una fine. 

Come anticipavo, Sara Rattaro occupa un posto speciale nel mio cuore fin dai tempi dell'uscita di "Non volare via", splendido romanzo pubblicato da Garzanti, che mi ha permesso di fare la conoscenza non solo di uno stile di scrittura che parla direttamente alla mia anima, ma anche di approcciare un tema sensibile come quello della sordità infantile con cui non avevo avuto a che fare fino a quel momento.

Quello di Sara è un lavoro encomiabile che non solo consiste nel rivolgersi ai lettori con le sue opere, ma è volto anche a sensibilizzare più persone possibile su un argomento delicato e fondamentale come le difficoltà relazionali che quotidianamente milioni di donne affrontano. In "Uomini che restano" vengono raccontati due episodi analoghi, o per meglio dire che si somigliano, accaduti a due donne molto diverse tra loro, ognuna con la propria storia alle spalle. 

L'elemento comune a Fosca e Valeria è rappresentato dalla sofferenza che deriva da un tradimento da parte del proprio compagno, causa di un dolore indescrivibile, ma che potrebbe assumere inaspettati risvolti.
In un cadenzato alternarsi tra i loro due punti di vista, scopriremo le reazioni istintive, quelle ragionate e le strade che le due donne sceglieranno di percorrere conseguentemente agli avvenimenti, delineando un percorso cui spetterà il compito di portarle in salvo da un'infelicità che pare essere irrimediabile. 

Le emozioni che ho provato nell'arco della lettura sono numerose ma tutte potenti in egual misura: una sottile quanto perenne sensazione di dolore è rimasta in invariata in me dalla prima all'ultima pagina, consentendomi di immedesimarmi nella due protagoniste in maniera attenta e viscerale. Non c'è bisogno di essersi trovati in una sensazione simile per immaginare quanto terribile possa essere ma, nel mio caso, esserci passata ha indubbiamente facilitato lo scatto dell'empatia immediata. 

Ho particolarmente amato non solo la caratterizzazione di Fosca e Valeria ma anche come l'autrice ha delineato tutti i personaggi che gravitano intorno a loro: è raro trovare una tale attenzione ai particolari, specialmente in ambito caratteriale e umano, nell'argomentare ogni sviluppo di trama attraverso i suoi attori. Lo stile di scrittura non mi ha delusa nemmeno questa volta, rendendo la mia lettura incredibilmente scorrevole e creando uno degli "effetti-calamita" più potenti degli ultimi anni. 

Mi sento di consigliare questo romanzo in prima battuta a chi desidera un confronto con la vita reale, anche con la sofferenza, senza però viverla con negatività: essere consapevoli di quanto male esista nel nostro mondo non deve soffocare l'importanza dell'imparare a reagire, sempre, indipendentemente da tutto. In secondo luogo ritengo che questo libro andrebbe letto da chiunque, perché le storie nate da anime belle arricchiscono ognuno di noi. 



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