Buon martedì a tutti Amici dei Libri e buon'ultima settimana di luglio!
In questa piovosa mattinata vi propongo un approfondimento tematico scatenato da un libro che mi ha particolarmente ispirata: vi invito a passare da tutte le altre mie colleghe che hanno partecipato all'evento, che ringrazio una ad una, per scoprire i loro articoli incentrati sul medesimo tema. Qual è vi chiedete? La violenza di genere. Per questo ringrazio doppiamente Mondadori per averci permesso di leggere il romanzo e di trarne ispirazione per questo evento.
Quando ho scoperto dell'imminente uscita di questo romanzo, il pensiero è scattato in automatico: "...è importante che nei libri vengano trattati temi tosti come questo.".
È stato poi inevitabile fare una riflessione più ampia, che mi ha portata a ricordate i numerosi romanzi, cosiddetti di genere, in cui mi sono imbattuta nella vita e che mi hanno insegnato qualcosa. Se ci facciamo caso, i libri come i film e come tutte le forme d'arte a proprio modo hanno la capacità di "simulare esperienza", ovvero di portare qualcuno a riflettere su come si comporterebbe in una determinata situazione, a cosa farebbe se fosse al posto di un personaggio e dovesse fronteggiare qualcosa che magari non conosce.
Relativamente al tema che abbiamo deciso di trattare, così centrale e attuale quanto tabù, penso che si possa applicare la stessa teoria, a livello nozionistico. Recentemente, durante la lettura di un thriller di Donato Carrisi, mi sono trovata ad imparare che esiste un vero e proprio linguaggio che una donna abusata può utilizzare per chiedere indirettamente aiuto a qualcuno, nel caso in cui non le fosse possibile farlo espressamente. Saprei riconoscere un segnale di questo tipo? Sicuramente dopo aver letto quel libro potrei.
Questo è solo un esempio di quello che siamo in grado di imparare dalle storie e, per quanto possa sembrare scontato soffermarcisi, penso sia importante specificare che leggere può essere di grande aiuto nella vita di ognuno di noi, sia per le cose piccole che per quelle così grandi che mai si potrebbe pensare di poterle fronteggiare. Non solo i romanzi definiti "di formazione" sono in grado di svolgere questo ruolo importante, c'è sempre da imparare anche da libri che portano contenuti e messaggi mascherati da intrattenimento.
Non penso ci sia bisogno di specificare che questo discorso non ha l'intento di incitare nessuno a prendere d'esempio azioni e personaggi negativi trovati nei libri o nei film. Quello che è invece importante è stare attenti a non sottovalutare mai la potenza di quanto detto fino ad ora. Nel caso di "Non guardare indietro" ci troviamo davanti proprio a tutto questo: una donna che sceglie gli espedienti letterari per raccontare il proprio modo di vedere un problema drammatico come quello della violenza, e che ne condivide, potenzialmente con il mondo, la sua interpretazione.
In un romanzo come quello della Barry si trovano spunti di ogni genere, primo fra tutti quello che riguarda la solidarietà femminile, così mal giudicata negli anni e sottovalutata ma, a volte, tanto salvifica. Si approfondisce poi tema della fiducia, secondo me uno dei più spinosi al mondo! Per poi arrivare a parlare della forza che ci vuole per affrontare i propri demoni e il proprio passato.
Io vi consiglio di approcciare questa lettura con un pizzico di consapevolezza in più rispetto al solito, e di restare sempre in attesa delle meravigliose sorprese che certi romanzi, insospettabili, saranno capaci di riservarvi.
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