Ebbene sì: siamo ancora qui!
La giornata di oggi è pregna di letture emozionanti, questa forse più di ogni altra (ok, togliete il forse...)
Mi sbilancio così perché finalmente il grande giorno è arrivato: torniamo tutti insieme a Fairy Oak! Tra poco posso dare sfogo a tutta la mia felicità ma prima, come sempre, ringrazio Susanna del blog La testa fra i libri per avermi coinvolta in questo specialissimo evento di rilascio, Salani Editore non solo per averci fatto leggere il libro in anteprima ma anche per lo strabiliante pacco-evento che ci ha recapitato (se siete curiosi di capirci qualcosa in più vi consiglio di passare dal mio profilo Instagram) e la bravissima Sara del blog Il Club delle Lettrici Compulsive che realizza sempre dei curatissimi banner.
Il tempo è passato e molte cose sono cambiate a Fairy Oak, e così capita di immelanconirsi riguardando vecchie fotografie davanti a un tè, ricordando vecchi amici e grandi avventure.Ma quando i ricordi approdano all'anno della balena, i cuori tornano a battere e i visi a sorridere. Che anno fu! Cominciò tutto con una lezione di storia,proseguì con una leggenda e si complicò quando ciascun alunno della onorata scuola Horace McCrips dovette compilare il proprio albero genealogico. Indagando tra gli archivi, le gemelle Vaniglia e Pervinca, con gli amici di sempre, si mettono sulle tracce di una storia perduta e dei suoi misteriosi protagonisti. E mentre il loro sguardo ci riporta nella meravigliosa valle di Verdepiano, si consolidano vecchie amicizie, ne nascono di nuove, si dichiarano nuovi amori e si svelano sogni che diventano realtà.
Ok, sappiate che ho perso ogni contengo e vi ammorberò coattamente fin quando non sbatterete violentemente la cosiddetta pattella del pc facendo rimbombare l'intera stanza in cui vi trovate.
Partirò da lontano: io sono una delle più grandi, appassionate e durature fan delle W.I.T.C.H., le meravigliose streghette nate nei primi anni 2000 dalla penna di Elisabetta Gnone.
Come? Non ho capito bene...non sai di che cosa sto...via, vai via e torna quando ne sarai degno.
Scherzi a parte, nasce così il mio affetto verso una donna che ha fatto del suo talento un porto sicuro per tutti noi, a proprio tempo. Qui, però, arriviamo al primo plotwist: quando è uscito il primo volume della saga di Fairy Oak, io avevo già quindici anni e le mie letture erano all'interno di un tunnel fatto di ricerca e studio dell'animo umano, senza poter lasciare spazio a qualcosa di più leggero e meno contorto come la storia delle gemelle.
Insomma, taglio corto altrimenti qui 'famo notte: ho letto Fairy Oak da grande. Parecchio grande e...sapete cosa vi dico? Forse ho potuto apprezzarlo più di quanto avrei fatto a quei tempi. Per questo motivo tuffarmi nella nuova avventura, regalataci da Elisabetta proprio al compimento del quindicesimo anno di vita della storia, è stato magico, un'esperienza che ricorderò sempre con affetto proprio come faccio con le altre letture cui sono legata così profondamente.
Arriviamo al dunque e parliamo di quanto sia stato bello ritrovarsi di fronte alle protagoniste che tutti abbiamo tanto amato, rivivere quelle emozioni così riconoscibili, che ti fanno tornare indietro nel tempo e sentire a casa. Non vi nego che è stato particolare pensare alle gemelle come donne adulte, mi ha fatta sentire ancora più affezionata al mondo e alle loro avventure. In più, la narrazione non è più affidata a Felì e questo contribuisce a dare una sensazione di maturità al racconto.
Mi sento quasi sciocca, perdonatemi se mi prendo la licenza di usare questo termine, a cercare di definire con degli aggettivi lo stile di scrittura di Elisabetta Gnone ma proverò a farlo immaginando che chi mi legge non abbia mai approcciato nessuna delle sue opere: la capacità di coinvolgimento dell'autrice è senza limiti, non importa quanti anni si abbiano o quanto si conosca la sua produzione, appena inizia a narrare, o meglio, a far narrare i suoi personaggi il lettore smette di sentirsi ancorato al luogo dove si trova e intraprende un viaggio, quasi mettendosi in contatto con il suo fanciullo interiore, nel caso in cui sia adulto, ovviamente.
So che questa recensione risulterà molto confusa ma ho due alibi da proporre:
1. parliamo di un volume (il quarto o l'ottavo, dipende dai punti di vista) successivo a molti altri e chiunque di voi mi conosca già sa perfettamente che detesto fare spoiler nelle recensioni
2. la felicità legata a questo argomento è incontenibile e sempre loro, quelli che mi conoscono già, sanno anche che quando sono contenta perdo la brocca
Recupererò un po' di salute mentale per dirvi che leggendo La storia perduta non solo incontrerete di nuovo i personaggi che avete amato ma ne conoscerete di nuovi e, attenzione, molti degli equilibri precedentemente creati arriveranno a vacillare e, in alcuni casi, a mutare: di cosa sto parlando? Per saperlo dovete fiondarvi in libreria! Ah, si era capito? Perdono.
Su, su! Come direbbe Lalla Tomelilla, la nuova avventura più magica di questo...affascinante 2020 vi aspetta, non c'è tempo da perdere! E non dimenticate di ripassare a raccontarmi com'è andata.
Devo proprio iniziare questa serie!
RispondiEliminaFa sognare anche da grandi! <3
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