Pagine

venerdì 7 agosto 2020

Review Party | "Cemetery Road" di Greg Iles, ed. HarperCollins

 Un mix di stili già esistenti che ne crea uno totalmente nuovo!

Mancano poche ore alle agognate ferie e io non potrei essere più felice di così; sapere che cos'altro mi rende particolarmente felice oggi? Aver letto un romanzo che mi ha entusiasmata come pochi altri quest'anno! Ringrazio tantissimo Tiziana di The Mad Otter per avermi coinvolta nell'evento e HarperCollins per la copia da leggere in anteprima.


A volte il prezzo della giustizia è l'anima di un uomo. Marshall McEwan ha lasciato la sua cittadina d'origine in Mississippi a diciotto anni e ha giurato a se stesso di non tornarci più. E così è diventato un importante giornalista di Washington. Ma quando scopre che il padre è malato terminale deve tornare a casa e affrontare il passato. Al suo arrivo si rende conto che Bienville è molto cambiata. Il quotidiano della sua famiglia sta fallendo, Jet Talal, il suo amore giovanile, è sposata con il rampollo di un ricco imprenditore. La città, in cui i corrotti e i potenti spadroneggiano sotto un sottilissimo velo di rispettabilità, è controllata dal Bienville Poker Club. Ma due morti sospette squassano le fragili fondamenta della comunità. Due morti legate ai loschi affari del Bienville Poker Club. Marshall non può fare altro che cercare la verità, anche se presto capisce che il suolo del Mississippi è un campo minato, dove segreti esplosivi possono distruggere le anime ancora più dell'ingiustizia.

Ci sono volte in cui associare lo stile o la storia di un autore a quelli di altri non equivale a fare un commento positivo: in questo caso, invece, Greg Iles è stato in grado di prendere tanti degli elementi per cui amo determinati scrittori e fonderli, creando a sua volta uno stile riconoscibile e accattivante, capace di conquistare e tenere alta l'attenzione dall'inizio alla fine della lettura. Credo abbiate ormai intuito che ho amato moltissimo questo libro.

Prendete le atmosfere di "Sharp Object" di Gillian Flynn, aggiungete un pizzico di atmosfera Kinghiana e mixate al risultato dei personaggi che ricordano quelli degli ultimi film di Clint Eastwood. La ciliegina sulla torta è una narrazione sviluppata a metà tra presente e passato, che ricorda vagamente quella di Dicker nel suo "La verità sul caso Harry Quebert". Il risultato di questa miracolosa commistione è un romanzo thriller dalle tinte cupe e avvolgenti, che avrebbe potuto sicuramente essere più breve ma che, in quel caso, avrebbe perso una percentuale del suo valore aggiunto.

Il protagonista è un essere umano medio, arricchito da alcune caratteristiche tipicamente statunitensi, tormentato e a tratti quasi meschino. Ha la situazione sotto fino al momento in cui riceve la notizia del ritrovamento di un cadavere. Da quel punto in poi la narrazione in prima persona scorrerà inesorabile, alternandosi tra flussi di coscienza e incontri, arricchiti da ottimi discorsi diretti, con personaggi e antagonisti davvero caratteristici e ben disegnati, alcuni dei quali mi hanno ricordato un personaggio del famoso film tratto dal racconto "Secret window" di Stephen King, complice anche l'ambientazione in Mississipi.

Lo stile dell'autore è senza dubbio ciò che ho apprezzato di più: di questi tempi, purtroppo, non è scontato imbattersi in qualcuno con una tale proprietà di linguaggio e che non si ferma ad utilizzarla a livello scolastico. I vocaboli sono sempre ricercati ma non pretenziosi e la costruzione sintattica è elaborata ma senza che risulti pesante agli occhi e alla mente del lettore. La sensazione che ho avuto leggendo è stata la stessa che si prova quando si incontra qualcuno di molto bravo a raccontare le storie, che lo fa ammaliandoti con il suo carisma unito ad un alto livello culturale.

Tirando le somme, io non possa davvero fare altro se non invitarvi a recuperare questo romanzo: è un autore che ha pubblicato diverse opere nel nostro Paese e, statene pur certi, le recupererò tutte!


Nessun commento:

Posta un commento