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venerdì 29 maggio 2020

Review Party | "Hunger Games. Ballata dell'usignolo e del serpente" di Suzanne Collins, ed. Mondadori

Non c'è niente di meglio del parlare di un buon libro per prepararsi ad un week end di letture!

Buon venerdì a tutti,
oggi parliamo di una nuova uscita che è sicuramente una delle più attese dell'anno, il prequel di una delle serie distopiche più celebri dei nostri tempi.

Come sempre, voglio iniziare ringraziando chi mi rende sempre partecipe di queste belle iniziative, ovvero Raffaella del blog The Reading's Love Blog - L'amore per i libri e Mondadori.



L'AMBIZIONE LO NUTRE, LA COMPETIZIONE LO GUIDA, MA IL POTERE HA UN PREZZO

È la mattina della mietitura che inaugura la decima edizione degli Hunger Games. A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di accedere alla gloria. La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando la sua ora più buia. Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di Coriolanus: l'unica, esile, possibilità di riportarlo all'antico splendore risiede nella capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria.
Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è stato assegnato il distretto più debole, il 12, ma in sorte gli è toccata la femmina della coppia di tributi. I destini dei due giovani, a questo punto, sono intrecciati in modo indissolubile. D'ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza. Dentro l'arena avrà luogo un duello all'ultimo sangue, ma fuori dall'arena Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi.


Ebbene, parliamo di qualcosa che ha senza dubbio scatenato moltissime reazioni nel grande pubblico: perché indagare tra gli avvenimenti precedenti ai fatti conosciuti, e non proseguire la storia? Sarà una mossa astuta approfondire la caratterizzazione del personaggio di Snow? E come sarà leggere di un mondo così amato senza che sia costellato dei personaggi cui siamo abituati? Oggi, insieme, proviamo a dare qualche risposta a queste e ad altre domande riguardanti questo chiacchieratissimo libro.

Il timore che abbiamo avuto in tanti era quello di trovarsi davanti ad una storia con basi non solide, costruita più per alimentare la nostalgia degli affezionati più che attribuire oggettivo valore in più alla saga originale; fortunatamente non è stato questo il caso. Seppur io mi sia trovata un po' spaesata per la maggior parte della lettura, per via della situazione molto diversa cui ero abituata, di pagina in pagina ho capito sempre meglio quale fosse l'intento della Collins, quello di motivare, di dare un senso ancor più argomentato ai singoli avvenimenti già noti.

Il secondo maggior timore che avevo riguardava il protagonista, un giovane Snow che avrebbe vestito panni diversi, opposti da quelli del presidente: ero preoccupata che potesse essere svilito il suo ruolo di antagonista, ribaltati i suoi tratti caratteriali, che venisse snaturato. L'autrice, invece, ha deciso di parlare molto schiettamente con il lettore, dipingendo il nostro Coriolanus per il vile omuncolo che è, addolcendo forse alcuni suoi tratti ma senza per questo "fornirgli un alibi" per tutto ciò che ha fatto.

Ho particolarmente apprezzato questi due aspetti, che hanno reso la mia esperienza ricca di evoluzioni che andavano al di là di quelle della trama in sé. L'unica cosa con cui ho avuto davvero difficoltà è il ricordare e associare correttamente gli innumerevoli nomi: probabilmente questo è accaduto anche perché, a differenza dei primi due volumi della serie, in questo si pone l'attenzioni su personaggi specifici, più che sul gruppo, specialmente nel caso dei tributi. Quasi tutti coloro che non sono Lucy Bray fungono principalmente da contorno, non li conosciamo nel profondo come può essere accaduto con Finnick o con Rue; allo stesso modo, ci sono anche molti mentori con cui confrontarsi, ma non tutti sono fondamentali ai fini della storia. Di certo, non ho trovato nessuno che fosse memorabile quanto Haymitch.

Mi è piaciuto scoprire come certe tradizioni di Capitol City e del mondo di Panem in generale sono nate e si sono sviluppate, e anche la peculiarità della decima edizione dei giochi, che si è aperta con quasi la metà dei tributi rispetto alla norma per via di svariate cause piuttosto sorprendenti. Ciò che più mi ha entusiasmata è stato scoprire la storia del personaggio di Tigris. Nel terzo libro della serie aveva fatto solo un'apparizione fugace e non era stato spiegato nessuno dei motivi per cui fosse dalla parte dei ribelli. Ovviamente non vi dirò di più, nel caso in cui non abbiate ancora letto il libro, ma sappiate che è stata, secondo me, una scelta molto valorizzante.

Sono sicuramente molto curiosa di sapere se trarranno un film da questo prequel, penso che, se realizzato bene, avrebbe davvero molto da offrire.  D'altronde, non posso pretendere che affrettino i tempi: questo quarto volume è uscito solo pochi giorni dopo la fine della mia prima lettura dei tre libri precedenti...devo ancora riprendermi dalle tante emozioni!

Non vi chiederò se avete intenzione di affrontare questa lettura, penso che la maggior parte di voi risponderebbe "sì". E se siete ancora tra i pochissimi che si chiedono se tuffarsi in questo mondo, la domanda che vi faccio è un'altra: cosa state aspettando?

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