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giovedì 28 giugno 2018

Un thriller dell'estate, degno di essere chiamato tale: "La moglie tra di noi" di Sarah Pekkanen e Greer Hendricks, ed. Piemme

Buongiorno Amici dei Libri e buon giovedì!

Oggi vi racconto di un libro che appartiene al mio genere prediletto, il thriller psicologico, che ha saputo tenere alto il valore di questo tipo di narrativa, facendosi divorare in un soffio!
Piccolo sondaggio: ho deciso di tornare all'impostazione originaria delle recensioni, senza ripetervi un milione di volte lo stesso dato e mettendovi il link d'acquisto direttamente sulla foto, voi cosa dite? Quale preferite? 


Quando leggerai questo romanzo, farai molte supposizioni. Supporrai che sia la storia di una ex moglie gelosa, ossessionata dalla donna che l'ha rimpiazzata nel cuore del suo ex marito. Oppure penserai che sia quella della ragazza che sta per sposare l'uomo dei suoi sogni, ancora piena di tutte le speranze di una giovane sposa. O ancora ti chiederai se non sia, in fondo, la storia di un triangolo in cui è difficile capire di chi fidarsi. Ti dirai che è una storia d'amore e odio, di seduzione e paura, di tradimento e giochi di potere. Supporrai di aver capito tutto di Vanessa ed Emma e dell'uomo che amano, le motivazioni dietro le loro azioni, l'anatomia delle relazioni che legano l'uno alle altre. Supporrai di sapere chi sono e che cosa muove, davvero, i loro cuori. Ma ti sbaglierai. Perché questo romanzo è proprio come la realtà. E nella realtà non c'è niente di vero. Nessuna relazione è senza ombra. Nessun amore è senza segreti. Ci sono solo gli sprazzi di verità dietro le bugie. O le piccole bugie che, insieme, fanno una verità. E la verità è l'unico modo per voltare pagina. Il romanzo dell'anno è un thriller psicologico dalle mille facce, che vi terrà inchiodati ai suoi colpi di scena, catapultandovi dentro una storia che illumina ogni lato dell'amore, anche quelli che nascondiamo perfino a noi stessi.


"La moglie tra di noi" è stato portato in Italia da uno degli editori di cui più mi fido quando si tratta di thriller psicologico: Piemme ha infatti avuto la capacità di imbastire una collana di cui fanno parte alcuni dei romanzi più riusciti e accattivanti degli ultimi anni, fornendomi una garanzia tale da portarmi ad acquistarli, a volte, senza nemmeno leggere il contenuto della quarta di copertina. In questo caso ho avuto l'occasione di ricevere e leggere il romanzo in anteprima, per cui li ringrazio sentitamente. 

Come immaginavo, le mie altissime aspettative non sono state deluse: sono riuscita ad immergermi nella storia fin dalle prima pagine, rimanendo letteralmente incastrata nella ragnatela che gli autori sono riusciti a tessere. Ammetto di essere stata attratta anche dal tema, essendo io la "nuova moglie" di un uomo che ha precedentemente divorziato due volte, ed ero molto preoccupata all'idea di scoprire che il "mio ruolo" fosse quello di un personaggio negativo. Ovviamente non vi rivelerò se ho avuto o meno ragione, dovrete scoprirlo voi.

Ciò di cui voglio parlarvi è, come sempre, l'insieme degli aspetti stilistici e compositivi che rendono, a mio parere, valido il romanzo: la trama è sviluppata in maniera accattivante ed è presentata "mascherata" da storia banale, condizione in cui il lettore crederà fermamente fino alle rivelazioni finali. Durante la mia lettura non nascondo di essermi preoccupata, ho temuto di trovarmi davanti ad un idea molto simile a tante altre e di dovermi imbattere in un finale deludente. 

Sarebbe stato un peccato divino, anche a ragion del fatto che lo stile di scrittura dei due autori è più che adatto al genere che hanno deciso di sviscerare, diretto e conciso ma capace di caricarsi di pathos quando le circostanze lo richiedono. Personalmente non ho avvertito la "doppia penna", la lettura si è svolta lineare e fluida, proprio come quando approccio un autore che conosco e amo. 

Il passaggio che più ho amato mi ha lasciato letteralmente atterrita: alla metà esatta del romanzo, voltano una pagina esattamente come si è fatto fino a quel momento, le carte in tavola sono cambiate radicalmente e io ho seriamente creduto di dovermi rileggere tutta la parte precedente perché dovevo assolutamente essermi persa qualcosa; ma no, io ero perfettamente allineata e totalmente in balia della struttura narrativa governata dagli autori. 

Sempre stando molto attenta a non fare alcun tipo di spoiler, voglio dirvi anche di essere stata colpita positivamente dall'epilogo, che non è stato uniformato ai più sfociando in una risoluzione eccessivamente violenta e americana; ha contribuito ad aumentare il realismo della storia e questo per me è un grande punto a favore. Anche la lunghezza del romanzo non è eccessiva ma nemmeno sbrigativa, perfettamente adatta con un contenuto equilibrato e logico. 

La psicologia dei personaggi è approfondita in maniera accurata, senza esose divagazioni scientifiche a livello psichiatrico o l'utilizzo di un lessico che finisce per risultare più trash che accattivante. Non posso negare di aver fatto un piccolo parallelismo con "La ragazza del treno", specialmente per via del tema comune che trattano: l'alcol ha un ruolo fondamentale in entrambe le storie ma ho trovato che in "La moglie tra di noi" fosse utilizzato come mezzo per arrivare ad un altro punto cruciale, in maniera sottile e, a mio parere, senza abusarne né tanto meno riempirsi la bocca con informazioni delicate, sia da divulgare che da trattare. L'argomento mi tocca molto da vicino e dall'uso che ne ha fatto la Hawkins sono stata un poco infastidita, cosa che questa volta non è accaduta. 

Spero di avervi fornito sufficienti elementi e di avervi convinti ad intraprendere questo pazzesco, nuovo viaggio nei meandri della psiche umana; se quanto detto precedentemente non fosse bastato, ecco qua un bel voto massimo che avvalora la mia tesi: 


1 commento:

  1. Wow, ammetto che fino alla tua recensione non lo avevo proprio preso in considerazione. Ma se è così appassionante, mi toccherà farci un pensierino. Anche perché amo i libri con tanti colpi di scena e cambi di scenari.

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